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USA: mostri che vengono dal passato.

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Negli Usa tornano a contarsi i morti scaturenti dal Razzismo. Una paura mostruosa che viene dal passato e minaccia una società incerta e devastata.

Raramente i nomi si scrivono nella storia. Milioni sono i morti di tutte le guerre che l’uomo ha combattuto, talmente tanti da non poterne scrivere senza essere freddi ed impersonali. Di quei fatti ricordiamo solo il nome di qualche generale, magari del presidente, e perché no i particolari di qualche avventura più interessante e significativa di altre. I nomi non fanno la storia, almeno la maggior parte di loro. Ecco perché se vi dico Wenjian Liu e Rafael Ramos, la maggior parte di voi non saprà di chi sto parlando. La stessa reazione ci sarebbe se usassi i nomi di Michael Brown ed Eric Garner. I nomi non fanno la storia e quelli che la fanno coprono la storia di altri.

I nomi che vi ho detto saranno, per un frammento del vostro tempo, centrali nel vostro ragionamento, ma un frammento piccolo, talmente piccolo da non condizionarvi nel corso delle vostre azioni. I primi due nomi, sono i nomi di due poliziotti uccisi, crivellati di colpi dentro l’auto di servizio, a New York. L’assassino, è un altro nome, a cui applicheremo lo stesso trattamento, qualche secondo di schifo e sgomento, poi il nulla. Il suo, di nome s’intende, è Ismaayil Brinsley, un afroamericano di 28 anni, uno che non ci sta molto con la testa. Un tizio che si fa tanti chilometri dopo aver sparato all’addome della sua compagna, giunge a New York, massacra due agenti e poi, braccato, si suicida. Il tutto è di per se illogico, fuori dall’umanità.

Al male si aggiunge il gelo se a questa triste vicenda si aggiunge che l’assassino aveva usato il web per rivendicare la vita di altri due uomini, per gridare la propria sete di vendetta. I morti a cui Ismaayil Brinsley si riferisce sono gli altri due nomi che vi avevo fatto all’inizio, e che sono sicuro avete già dimenticato. Michael Brown ed Eric Garner sono due ragazzi, uomini, americani, di colore, uccisi da poliziotti in circostanze abbastanza discutibili, ma a cui la legge degli Stati Uniti non ha affibbiato nessuna colpa specifica, quindi nessuna pena, e traduzione facile facile: nessuna giustizia per Michael ed Eric. La rabbia si collega al dolore generandone altro. Il colore della pelle ridiventa di nuovo discriminate. La terra di Rosa Parks, Malcom X, Martin Luther King, ridiventa di nuovo quella della giustizia sommaria e delle pene senza logica, almeno reale. No, gli Stati Uniti non sono più quelli del ku klux klan, non lo sono. Ma non è vero che avere un presidente Afro- Americano ha risolto tutti i problemi. Non è vero che l’America non debba avere paura delle fronde interne più reazionarie e bieche. Gli USA, con la più grossa crisi sociale ed economica che ricordano dal ’29, e senza un New Deal davanti, si ripiegano su se stessi, affidandosi a Repubblicani che non accettano la violenza contro i neri, ma non ci perdono il sonno, consegnandogli entrambe le camere, in opposizione ad Obama. La storia possibilmente la scriveranno loro, aspettando i prossimi Wenjian, Rafael, Michael , Eric, tutti figli di un libro non letto, una canzone non ascoltata, un sogno non esaudito.

ph. Roberto Rubino
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