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Quel Bacchettone di Podemos

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Fuori dagli schemi, la politica europea va contestualizzata, spiegata, realizzata. Podemos, nonostante molti punti condivisibili, pecca del vizio storico della sinistra, quella smania di restare a guardare il mondo che va a rotoli pur di rimanere puliti e lontano da chi continua a comandare.

Per personale convinzione non ho mai ritenuto i bacchettoni gente responsabile. Vedete, e sottolineo con fermezza che questa è una mia opinione personale, i delinquenti sono quelli che violano norme, leggi, consuetudini al fine di ottenerne un vantaggio, speculando su una società organizzata, e di conseguenza traendo vantaggio personale a scapito della collettività. Nelle varie sfumature del complesso di uomini che esistono, prima di arrivare all’onesto, o forse dopo l’onesto, fate un po voi, incontriamo la categoria dei bacchettoni. Questi sono i soggetti che inquadrano la legge in modo non pedissequo ma peloso, non positivo ma castrante. Mi spiego, e sono certo di muovermi in un campo minato. La persona delinquente, come già detto, viola la legge che una comunità si da per averne vantaggio, a scapito della stessa comunità; la persona onesta rispetta la legge perché è quella che garantisce l’ordine pubblico, il benessere collettivo, il buon andamento delle cose; in fine il bacchettone è quello che rispetta le regole in maniera cieca, decontestualizzandone l’intento, e che magari si incarta in procedure piuttosto che guardare alla complessità. E’ bacchettone chi fa rispettare la fila al pronto soccorso di fronte a casi palesemente diseguali, è bacchettone il giornalista che da una notizia secca, fuori dal contesto, raccontando una verità che però non corrisponde a realtà. Ecco, il novero dei bacchettoni è intorno a noi, dalla posta all’ospedale, dal vigile urbano alla cassiere del supermarket. I bacchettoni sono soggetti che rifiutano la responsabilità che il ruolo affida loro, in maniera codarda, talmente codarda che persino la legge lo punisce. E’ previsto, ad esempio, che un soldato di grado inferiore possa disubbidire al proprio superiore quando l’ordine ricevuto è palesemente errato, privo di senso, lesivo delle condizioni di umanità minime, per dirla un po meglio: “Il sottoposto può sindacare l’ordine impartitogli dal proprio superiore, ogni qualvolta la disposizione emessa appaia palesemente illegittima”, nonostante la legge generalmente imponga di rispettare gli ordini.
Al di là della mia personale convinzione, che può comunque essere presto messa tra le cose futili, vi parlo dei bacchettoni perché mi è capitata sottomano un’intervista a Pablo Iglesias, nome che forse non vi dirà molto, ma che per capirci è il leader di Podemos, partito di recente nascita (gennaio 2014) in Spagna. Iglesias, che vanta trascorsi anche in Italia, nella fase studentesca, è ancora più movimentista del nuovo premier Greco Tsipras, formatosi nei movimenti extra parlamentari, ha avuto la spinta necessaria dall’esperienza degli Indignados, di qualche anno fa.

Le sue parole, quasi tutte molto condivisibili, hanno, essendo l’intervistatore italiano, riguardato anche Renzi ed il suo governo. Anche li, il giudizio negativo sul premier fiorentino può essere condivisibile o meno, ma c’è un punto che mi ha fatto riflettere molto. A giudizio di Iglesias, Renzi avrebbe vari peccati da farsi perdonare, tra questi il fatto di avere barattato posti e posizioni in seno alla commissione europea per favorire Junker, o comunque per non averlo eccessivamente ostacolato. Ecco, questo è un atteggiamento da Bacchettone.

Iglesias considera l’essere sceso a patti con Junker, che aveva vinto le elezioni, un male. Secondo il politico spagnolo: avere parlato con l’uomo che sarebbe comunque diventato presidente della commissione europea, Junker, mediando talune posizioni politiche, e garantendo talune postazioni di potere ai socialdemocratici, è un errore. Questo è un atteggiamento da bacchettoni. Vero è che la regola delle sinistre è quella di non andare a letto col nemico; vero è che della politica “liberista e vicino ai potentati economici” di Junker, che ha attuato nei precedenti anni nel suo paese, pochissimo si può condividere; vero è che l’Europa, tranne Mario Draghi dalla BCE, continua a non rispondere alle sollecitazioni sociali; tutto vero e giusto, ma qual’è l’alternativa? Si doveva continuare a lasciare la palla solo ai vincitori buttando nella sterile opposizione i voti di “sinistra” europei? La soluzione era stare per anni a puntare il dito vantando la propria fragranza di gente linda, che non si sporca, e non provare neanche un po a giocarla la partita? Fortunatamente Tsipras in Grecia sembra pensarla diversamente.

Appena vinte le elezioni, il leader di Syriza, non ha fatto mistero di allearsi con chiunque, persino le minoranze di destra, non fasciste ovviamente, pur di raggiungere i propri obbiettivi, motivo per cui è stato eletto. Ora signori, Podemos, Iglesias, sul fronte dell’organizzazione delle sinistre deve dirci molto, ma abbia l’onestà di capire che di fronte a certi formalismi e regole bisogna prima guardare nel complesso la realtà e non servirà alla fine avere la bandiera sventolante sopra le macerie.

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Redazione

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