Democrazia alla carbonara (ma non è il piatto di pasta romano)
Incontro a Vasto organizzato dal PD, ci giunge voce l’assessore Cianci, con l’ex ministro Speranza, incontro tenuto a conoscenza solo di selezionati fino all’ultimo, non c’eravamo e allora ripercorriamo un po’ di amarcord di domande senza risposta anche di cinque anni fa

È passata ormai più di una settimana dalla visita a Vasto dell’ex ministro della salute Roberto Speranza. Motivo la presentazione pubblica del suo libro «Perché guariremo», un evento così pubblico che la città è stata tenuta all’oscuro fino all’ultimo, inviti selezionati uno per uno dalla organizzatrice dell’evento Paola Cianci, assessora all’istruzione, che avrebbe (secondo quanto ci è stato riferito da alcuni) inviato personalmente tutti gli inviti aggiungendo che non si doveva far conoscere e diffondere la notizia.
Gli inviti sono stati selezionati anche per la stampa che non ha ricevuto nessun comunicato, nessuna nota, nessun invito prima. Chi è stato invitato ha avuto l’embargo sulla diffusione della notizia, praticamente per chi ha organizzato la visita di Speranza l’informazione può non informare. Lasciamo ai lettori commentare tale circostanza che, per quanto stiamo registrando (anzi non registrando) in questi giorni non ha minimamente turbato la collettività vastese. Ci giunge voce che sarebbero stati addotti motivi di sicurezza, alla luce di alcune violente contestazioni subite dall’ex ministro nel recente passato. Abbiamo conferma che nulla è stato indicato dalle autorità di pubblica sicurezza e con una rapida ricerca sui social si apprende che, per esempio, una settimana circa prima di Vasto la presentazione è avvenuta a Caserta e c’è stata evidenza pubblica precedente.
Il comunicato successivo all’evento, invece, è arrivato a tutti o quasi. Alle nostre email no. Non pubblicheremo foto dell’evento e non riporteremo un solo rigo della carbonara attività democratica di sabato. L’informazione ha il compito di informare sempre, il giornalismo è giornalismo sempre, non è un juke box, non è intermittente. Siamo nel quinto anno di attività, già nelle prime settimane abbiamo pubblicato articoli, approfondimenti, inchieste, su quanto accade a Vasto e nel vastese. E questo giornale è stato fondato da persone conosciute e che sono stati o sono presenti in città.
Ci comportiamo di conseguenza, oggi e in futuro, su questa e future occasioni. Non è accettabile, rispettoso, anche della semplice dignità personale e professionale pensare – come a quanto pare più di qualcuno (ogni riferimento a personaggi, attivisti, finti amici, veri nemici, ipocriti, associazioni, partiti, ecc. non è casuale) fa – che si esista o non esista ad intermittenza, che si scatti sull’attenti pronti a pubblicare a comando. In questa città dove su tanto tutti sanno ma nessuno parla, in cui tutti sanno tutto ma nessuno afferma di sapere, in cui il jukeboxismo, la strumentalità, il tirare a campare, il mollare sempre ogni incombenza ad altri, in cui vige il ponziopilatismo, l’amichettismo e tanto altro – per poi puntare il dito, giudicare, insultare, tirare fango e anche altri materiali meno profumati, sparlare per vigliaccheria e chiacchiericcio da cicisbei e comari pettegoli – non esista dai social in giù invece questo rispetto, questa minima considerazione della dignità professionale, personale, sociale e politica per quanto ci (e mi sia permesso mi) riguarda è fin troppo evidente. Ci comportiamo di conseguenza.
Siamo ignorati ma non ignoriamo e non dimentichiamo nulla, la boccia del pesce rosso la lasciamo ad altri. Ripercorriamo quindi alcuni temi, notizie, tentativi di approfondimenti rimbalzati e ignorati dall’assessora (oggi all’istruzione, nella scorsa amministrazione all’ambiente e per un periodo anche vicesindaca). Tutto ignorato, tutto rimasto senza risposta.
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In quest’articolo sono riportate le dichiarazioni di alcune associazioni ambientaliste che ipotizzarono rischi per la vita delle persone, nel costone risultava esserci un forte rischio di crolli, due ordinanze erano state emesse per interdire il passaggio. C’è una sorta di fatalismo che spesso aleggia in questo territorio: si ascoltano notizie di gravi fatti altrove ma la televisione è lontana e quindi, vox populi, qua perché dovrebbe accadere? Non accadrà mai, si vedono solo in tv certe cose. Sappiamo che così non è, non viviamo in un’isola felice staccata dalle dinamiche del mondo.
E le fatalità sono spesso solo coincidenze temporali o poco più. Nel novembre scorso una parte del tetto dello storico Palazzo Genova-Rulli è crollato. Non ci sono state conseguenze per le persone, di nessun tipo, in quanto nessuno era presente al momento del crollo. Ci sono stati eventi nel complesso in passato a non molta distanza. Se il crollo fosse avvenuto, per esempio, in piena estate (luglio o giù di lì)? Forse nessuno si sarebbe fatto nulla comunque ma resta il dato di fatto che solo spazio e tempo separano la fatalità o meno. Che accadono lontano ma possono accadere (vedi i disastri delle piogge dei giorni scorsi) anche qui.
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Ai tempi di questi articoli l’assessore aveva la delega all’ambiente, come già riportato. Attualmente la delega principale è quella all’istruzione. Non ci consola ma, per dovere di cronaca, dobbiamo riportare che non siamo gli unici rimasti sempre ignorati e senza risposta. A settembre alcune testate giornalistiche locali riportarono la notizia di lamentele e proteste su adombrati mancati trasporti scolastici, non ci risultano risposte e reazioni. Stessa cosa nel febbraio di quest’anno per quanto riguarda simili proteste sulla dichiarata non attivazione della mensa in una scuola primaria. Da notare, su questo, che sottovoce qualcosa sussurrato ci è giunto. Ma senza conferme, reazioni, genitori che concretamente siano stati disposti ad esporsi e ad esporre.
Democrazia alla carbonara (ma non è il piatto di pasta romano)
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