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Democratici carbonari (ma non è la pasta)

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Cinque anni fa eravamo nel pieno della pandemia, ci si stava preparando ad uscire dal lockdown e ogni giorno contavamo migliaia di morti.

Il 1° aprile 2020 ci fu una delle nomine più importanti del commissariato d’emergenza retto da Domenico Arcuri: la nomina del suo braccio, del tesoriere della struttura commissariale. Ne scrivemmo all’epoca in occasione dell’anniversario della morte di Roberto Mancini.

Sabato29 marzo l’ex Ministro della salute Roberto Speranza è stato anche a Vasto per presentare il suo libro «Perché guariremo». Una visita di cui la città è stata tenuta all’oscuro fino all’ultimo, inviti selezionati uno per uno dalla organizzatrice dell’evento Paola Cianci, assessora all’istruzione, che avrebbe (secondo quanto ci è stato riferito da alcuni) inviato personalmente tutti gli inviti aggiungendo che non si doveva far conoscere e diffondere la notizia. Una presentazione pubblica … da non render pubblica. Ci giunge voce che sarebbero stati addotti motivi di sicurezza, alla luce di alcune violente contestazioni subite dall’ex ministro nel recente passato. Ma, con una rapida ricerca sui social, si apprende che per esempio una settimana circa prima di Vasto la presentazione è avvenuta a Caserta e c’è stata evidenza pubblica precedente.

Negli anni scorsi (era soprattutto la prima amministrazione Menna, quella in cui per un periodo l’attuale assessora all’istruzione fu anche vicesindaca per un periodo ed è stata assessore all’ambiente) abbiamo varie volte inviato email, accessi civici e abbiamo provato ad interpellare esponenti dell’amministrazione vastese (compresa l’organizzatrice della presentazione di sabato scorso). I (non) risultati sono rintracciabili nei nostri archivi. Gli inviti sono stati selezionati anche per la stampa che non ha ricevuto nessun comunicato, nessuna nota, nessun invito prima. Solo pochi inviti ad personam.

Il comunicato successivo, invece, è arrivato a tutti o quasi. Alle nostre email no, non pubblicheremo quindi foto dell’evento e non riporteremo un solo rigo della carbonara attività democratica di sabato. La stampa non è un juke box e non è solo un mero copiaincolla della politica o di altri, la stampa è libera e libera ne deve essere l’espressione. Senza filtri e senza ostacoli a porre domande. E, come scrivemmo anni fa rispondendo proprio ad una polemica tra la stampa locale e l’allora partito dell’oggi assessore PD Cianci le domande sono domande sempre, non esistono domande che non si possono fare. Se accade che non si può non è stampa, è altro.

Ma, non avendo potuto neanche avere la speranza di fare domande nell’occasione, riportiamo atti e fatti per i nostri lettori. Alla domanda della collega di Vastoweb e de Il Messaggero Abruzzo Lea Di Scipio ha risposto che rivendica a testa alta ogni decisione presa cinque anni fa. Tra queste anche la nomina del 1° aprile citata all’inizio di quest’articolo e che, purtroppo, non fu un pesce d’aprile?

Tante domande sono emerse nella battaglia e nelle denunce di questi cinque anni di Sereni e sempre uniti – associazione dei familiari delle vittime (tornando alle dichiarazioni di Speranza di sabato scorso: sono anche loro per lui novax non credibili che lasciano il tempo che trovano?), dalla mancata zona rossa in Lombardia alla mancata attuazione del piano pandemico a tanto altro. Nel nostro archivio è possibile rintracciare tutto, i numerosi comunicati dell’associazione, i nostri articoli in cui abbiamo raccontato e documentato denunce e attività. Riportiamo qui una nostra videointervista all’avv. Consuelo Locati, legale dell’associazione e figlia di una vittima del covid19, e la dichiarazione della stessa Locati in occasione di un convegno a San Marino.

 

 

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Alessio Di Florio

Vicedirettore di Wordnews.it e attivista abruzzese dell’Associazione Antimafie Rita Atria e di PeaceLink, Telematica per la Pace. Collabora con Pressenza e altri siti web. Autore di articoli, dossier e approfondimenti sulle mafie in Abruzzo, a partire da mercato degli stupefacenti, ciclo dei rifiuti e "rotta adriatica" del clan dei Casalesi, ciclo del cemento, post terremoto a L'Aquila, e sui loro violenti tentativi di dominio territoriale da anni con attentati, intimidazioni, incendi, bombe con cui le mafie mandano messaggi e tentano di "marcare" la propria presenza in alcune zone, neofascismo, diritti civili, denunce ambientali tra cui tutela coste, speculazione edilizia, rischio industriale e direttive Seveso.

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