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Clima di odio e veleni a Partinico

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Con l’anno nuovo a Partinico è cambiata anche l’aria.  Prima Babbo Natale e poi la Befana sembrano avere lasciato un clima di odio sempre più radicalizzato che va trasformandosi addirittura in espressioni preoccupanti di malcontento, sino ad arrivare ad atti di vandalismo, come quelli di stanotte: ignoti, dotati addirittura di frekhs, hanno rotto la catena del cancello che da accesso alle due grandi vasche dell’acqua che arriva a Partinico. Sembra che non abbiano combinato niente di preoccupante, ma, ad ogni buon fine, il sindaco ha disposto un’immediata analisi dell’acqua, per vedere se la potabilità è garantita, senza che siano stati immessi prodotti  nocivi. Come al solito si sono scatenate ridde di ipotesi e sospetti, continuano ad alimentarsi allarmi, quasi tutti falsi e immotivati, con un clima di caccia alle streghe, anzi allo stregone che, in questa circostanza è sempre lui, il sindaco, sia che c’entri, sia che non c’entri niente. Addirittura ignoti questa notte hanno fatto trovare, davanti alla porta della vicesindaco una ventina di scope e sacchetti di monnezza, quasi a dire di rimanere a casa a farsi le pulizie o, di preoccuparsi di rimuovere i rifiuti dal paese. Indubbiamente si tratta di gente che fa bene a protestare, quando le cose non funzionano, ma che dovrebbe anche cercare di leggere tutti i passaggi che hanno causato situazioni non solo appartenenti a Partinico, ma a tutta la provincia di Palermo.  Il problema è, a questo punto, di vedere se, sotto sotto, c’è chi soffia sul fuoco, come succede in ambienti in cui la tensione sociale è esasperata, ma c’è chi non ha il coraggio di esprimerla a viso aperto, oppure se si tratta di manifestazioni spontanee di malessere. Certo, immaginare che alcuni cittadini, presi da improvvisa rabbia, si armino di cesoie o di freks per andare a tagliare un catenaccio , E solo per andare a specchiarsi nell’acqua delle vasche, è difficile. Per cui è quasi spontaneo pensare ad elementi oltranzisti che credono nella logica terroristica del “tanto peggio tanto meglio” e possano generare una serie di situazioni con l’obiettivo finale di far fuori il sindaco e i suoi seguaci. Ma, a questo punto, cosa aspettarci? Che il sindaco possa andarsene con i suoi piedi? Che possa dimettersi? per dare il posto  a chi? A qualcun altro che continuerebbe a fare come lui, magari promettendo mari e monti, così come fanno tutti? Vent’anni di berlusconismo ci hanno insegnato che “iil problema non è il fae, ma il far credere di fare”. In ciò Renzi è uno dei maggiori esperti, da buon erede del suo predecessore, ma anche Lo Biundo, Crocetta e tutti quelli che oggi amministrano le città non scherzano.,  Il problema non è di facile soluzione: di sicuro c’è che il paese non funziona, sia per causa della crisi nazionale, sia per l’incapacità del governo regionale, sia per la mancata soluzione dei problemi locali, il più importante dei quali è quello di un’ attenzione politica per la ripresa e la riattivazione dell’unico strumento di ricchezza e di lavoro del nostro territorio, cioè l’agricoltura,  tema che continua ad essere dimenticato, ignorato, seppellito sotto l’illusione di prospettive turistiche lontane o di centri commerciali che ormai, anziché spuntare come i funghi, come qualche anno fa, vanno chiudendo, dopo avere causato il fallimento e la chiusura dei piccoli esercizi commerciali. In tal senso l’acqua è sempre il primo elemento di vita e, se va avanti così, a breve si tornerà alla vecchia abitudine di zappare il pezzettino di terra, di piantarci le verdure, considerato che il pomodoro costa due euro e cinquanta al chilo, e di continuare a vivere con quello che siamo capaci di produrre. A proposito, a partire da Bologna, molti comuni offrono ai pensionati un pezzo d’orto, affinche lo coltivino per uso personale. Non sarebbe interessante avviare l’esperimento anche a Partinico? Oddio, c’è sempre il pericolo che, conoscendo alcuni elementi del paese, tu lavori e di notte ti vengono a rubare il frutto del tuo lavoro. Ma ci si può attrezzare anche per questo. Tutto questo potrebbe essere possibile a patto che coloro che si occupano della distribuzione dell’acqua della diga, possano usare la barca di fondi che arrivano e di  cui dispongono per riparare le perdite e far tornare la piana di Partinico come una delle più fertili della Sicilia. Per contro, stiamo invece andando verso la desertificazione Conclusione? Non si capisce se la befana ha messo il carbone nella calza del sindaco cattivo o in .quella dei cattivi che odiano il sindaco. Forse l’ha messo in tutte e due le calze. Stranamente si tratta di calze simili: una volta sarebbero state di colore rosso, oggi si intravede appena qualche sfumatura di rosa Tutti cattivi. E i buoni? Quelli forse arriveranno con l’anno che verrà.

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Salvo Vitale

Salvo Vitale è stato un compagno di lotte di Peppino Impastato, con il quale ha condiviso un percorso politico e di impegno sociale che ha portato entrambi ad opporsi a Cosa Nostra, nella Cinisi governata da Tano Badalamenti, il boss legato alla Cupola guidata negli anni Settanta da Stefano Bontate.

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