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50 milioni di euro da Rai e Mediaset: il Nazareno passa dalle aziende di Berlusconi

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Tra liti, scissioni e rotture, Renzi prepara il campo in caso di contraccolpo Berlusconiano. In commissione finanza, prima presentata e poi rimandata dal PD, la decisione sui costi delle frequenze televisive, che potrebbe costare caro a Rai e Mediaset.

Quando avevo scritto, ormai qualche giorno fa, che il Presidente Mattarella era una realtà figlia di una strategia più ampia, di cui lo stesso Berlusconi non poteva essere ignorante, sembravo un folle, anzi no, ero apparso ai più come il solito “complottista”. Io d’altronde ce l’ho con Berlusconi. Il tempo, pian piano costruirà un racconto di quanto deciso nella stanza dei bottoni, attraverso le conseguenze generate da queste decisioni appunto. Ed il tempo comincia a passare. Negli ultimi due giorni prima i Falchi di Forza Italia, ovvero quelli legati a Fitto, poi gli altri dirigenti del partito di Berlusconi, hanno decretato, seppure con diverse sfumature, la fine od interruzione del Patto del Nazareno. Insomma, che la decisione sia definitiva o solo temporanea, l’accordo tra Renzi e Berlusconi per ora non c’è. Almeno a sentire Forza Italia. D’altra parte anche i dirigenti del Pd si muovono in questa direzione: la Serracchiani dice “che senza Berlusconi sarà forse più facile fare le riforme”, ed il ministro Boschi rincara: ”non è il patto del Nazareno ad essersi rotto, è Forza Italia che si è rotta”. Insomma i segnali di rottura, in un modo o nell’altro sono evidenti, mediaticamente evidentissimi. La realtà però va colta nel suo complesso. Poche ore fa, in commissione Finanza, lavorando sul cosiddetto <<Milleproroghe>> (un provvedimento omnicomprensivo, che si utilizza per sommare tutte le questioni non definite completamente, ma che nel frattempo hanno bisogno di essere governate seppure in emergenza) esponenti del Pd, sollecitati dal ministro di riferimento, hanno modificato l’articolo 3, che ai più non dirà nulla, ma che nei fatti vuol dire molto per Silvio Berlusconi e Mediaset. Questa norma, nella precedente formulazione, sostanzialmente, rimandava il discorso sulle frequenze a data da destinarsi, sempre entro il 2015, nella nuova stesura, invece, da l’incarico al Ministero dello Sviluppo di calcolare nuovi criteri per l’uso e l’affitto delle frequenze televisive. Criteri, che si evince dal testo, sarebbero tesi ad abbassare i costi per le piccole aziende, chiedendo circa 50 milioni di euro a Rai e Mediaset. Insomma una botta per i conti Mediaset, attualmente in grave difficoltà, nonostante la vicinanza di Berlusconi a Renzi abbia favorito il titolo in Borsa.

Diciamola tutta, e siamo onesti intellettualmente, questa mossa può anche essere vista, come hanno fatto alcuni di Forza Italia, come una “norma-vendetta” di Renzi (che le indiscrezioni raccontano come l’autore occulto), dopo che il Patto del Nazareno è stato buttato via. Questa le versione di molti esponenti di Forza Italia, ma non la mia. Anzi per me questa è una logica insensata. Renzi di cosa dovrebbe vendicarsi, se almeno allo stato dell’arte è lui che ha tratto profitto dall’elezione del Presidente della Repubblica? Renzi dovrebbe vendicarsi di avere vinto?
Credo al contrario che la motivazione sia diversa. Renzi, che non è stupido, sa che qualsiasi accordo siglato con l’ex Cavaliere di Arcore ha un valore relativo alla convenienza dello stesso Berlusconi e delle sue aziende, e che qualsivoglia piano impostato potrebbe deragliare se Berlusconi ravvisasse un percorso più agevole venendo meno agli accordi, anche occulti, con Renzi. E’ stato così con D’Alema, è stato così con Monti, e Renzi lo sa. Poichè l’ex sindaco di Firenze non è cretino, anzi, si tutela, lasciandosi una pistola carica in caso di doppio gioco di Berlusconi. Ovvero questo provvedimento, insieme alla norma della depenalizzazione sotto il 3% dei reati fiscali fanno parte di un quadro unitario.

Dimostrazione? La norma che di cui vi ho parlato in merito a Mediaset, che era di facile approvazione, considerando i numeri in commissione, è stata presentata oggi, ma la sua decisione è stata slittata alla prossima settimana, quando sicuramente il clima sarà più disteso. Renzi insomma sa che per sedersi al tavolo con Berlusconi non puoi, anche da amico, andarci con il Lambrusco Bersaniano, ne con il cappotto di Monti, ma con una pistola carica, come quella che Berlusconi, da 20’anni, utilizza nelle trattative.

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Redazione

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