Il cerchio magico è chiuso: tutte le sue componenti si intrecciano, interagiscono, quotidianamente rafforzano il ruolo di componente e protagonista di un gruppo di potere più grande: se ne conoscono alcuni pezzi, frammenti, settori ma, se scavi al suo interno le sorprese non finiscono mai. Il reticolo sotterraneo si allarga a contatti, a personaggi, ad aziende che, a una prima lettura, nessuno avrebbe sospettato essere all’interno del cerchio. Tutto questo vale per le società segrete, per la mafia, per la massoneria, ma anche per comuni gruppi di persone che si sono raccolte, incontrate, ritrovate sotto il simbolo della legalità.
– Questa l’abbiamo raccolta da poco e la segnaliamo ai giudici di Caltanissetta e di Palermo per gli opportuni provvedimenti che, ci permettiamo di dubitare, potrebbero essere presi. Sapete chi è il signor Giovanni Bordino?
– È un agronomo che lavora presso le cantine Cusumano. Niente di strano (fa pure rima). Ma è anche cognato del signor Giuseppe Campisi, che è l’agronomo che lavora presso l’Abbazia Sant’Anastasia di Castelbuono.
– Quale? Quella sequestrata all’ing. Lena, che, come sentenziato dal tribunale, con la mafia non c’entrava niente, affidata dalla signora Saguto al dottor Scimeca, quotino, che, come amministratore ha fatto perdere una buona parte dei vigneti che producevano un apprezzato vino?
-Quella, quella. Ma anche quella dove la Saguto e la sua bella compagnia andavano a fare le mangiate. Evidente che proprio la Saguto lo ha messo o fatto mettere in quel posto.
-Senti un poì, ma Scimeca chi, quello della ventresca, sei chili, mandata alla Saguto?
– Quello, quello.
– Quello che si dice essere suocero di Daniele Marannano, responsabile di Addio Pizzo?
– Quello, quello
– Quello che è anche amministratore giudiziario a Castelvetrano, adesso non ricordo bene se in qualche ditta della 6gidio?
– Quello, quello. Ma lasciamolo stare, perché è un personaggio importante.
– OK. Passiamo ad altro, anzi torniamo a prima. Dicevi?
– Ti dirò. Le solite malelingue sussurrano che la Saguto ha battezzato il figlio del signor Bordino. Ma, guardacaso, il signor Campisi, cognato di Bordino è anche agronomo dell’azienda agricola sequestrata ai Virga di Marineo.
– Quali, Quelli da un miliardo e mezzo di euro, i Paperoni siciliani, adesso diventati più poveri di Paperino o, se si preferisce, di san Francesco?
– Quelli, quelli, ma voglio farti una domanda: chi è più bravo dei due cognati?
– Rispondo subito: il compare della Saguto, cioè il signor Bordino, perché le cantine Cusumano lavorano uve provenienti dai feudi della Cannavata e da terreni in territorio di Butera e producono vini rinomati e di ottima qualità.
– Hai ragione, perché il signor Campisi invece è uno che forse ha troppe cose da fare e non si occupa molto non solo dell’Abbazia, ma neanche dei terreni dei Virga: quest’anno ha fatto la mietitura addirittura in agosto, lui dice per mancanza di nafta nei trattori, ha lasciato nelle vigne 50 quintali di uva, lui dice per mancanza di soldi con cui pagare gli uomini al lavoro, e è andato addirittura a macinare le olive a Partanna, chissà perché; abbandonate, cioè non seminate ad oggi anche 10 salme di terreno.
– Altra domanda: ma almeno ha dato un po’ d’olio ai Virga, per i loro bisogni, visto che erano i loro terreni?
– Vuoi scherzare? Da quelli bisogna solo prendere, mai dare. E i Virga ci portano dritti dritti al loro amministratore giudiziario, il signor Giuseppe Rizzo.
– Rizzo chi, quello laureato all’università Kore di Enna, dove si è laureato anche il figlio della signora Saguto?
– Proprio lui!
– Quello che ha 20 amministrazioni giudiziarie, cinque nomine come liquidatore e, in tutto, una cinquantina di incarichi?
– Lui, si, lui.
– Quello in quota anche lui del cappellino? E figurarsi se, con tutto questo da fare, si può occupare dell’azienda dei Virga. Ci va una volta al mese e, per mandare avanti la baracca, ci manda la moglie, la signora Urbani Pietra, laureata all’Università di Malta, e siccome è una donna intraprendente, ma di come si amministra una cava non ne capisce molto, il volume d’affari dell’azienda più importante dei Virga è diminuito, da calcoli attendibili, del 70%. Non parliamo dei pagamenti ai fornitori: quelli sono stati bloccati, mentre sono previsti solo gli incassi.
– Sicuramente la signora Urbani riceverà uno stipendio, come coadiutrice del marito, o come consulente, per nomina dello stesso marito. E visto che bisogna procedere a qualche licenziamento, ha cominciato con uno dei Virga, con la scusa che era scaduto il contratto. Da qualche giorno è fuori, licenziato. Quest’uomo ridotto in povertà per avere collaborato con la giustizia ed essersi fidato delle promesse dello stato, oggi si ritrova a passare il tempo recandosi nella sua, ma non più sua azienda agricola, dove ancora c’è qualche animale cui accudire, poiché le due persone incaricate dall’amministratore, anzi da sua moglie, alle 15,30 staccano, avendo finito l’orario di lavoro.
– Meno male che in Sicilia e, soprattutto nei piccoli paesi, siamo ancora capaci di aiutarci reciprocamente. Particolarmente a Marineo, che è il paese dove, nel 1894, le forze dell’ordine inviate dal governo Crispi uccisero 18 lavoratori che manifestavano e facevano parte dei Fasci Siciliani, associazioni di reciproca assistenza.
– E per chiudere, apprendiamo che è stata ancora una volta rinviata, al 27 marzo, l’udienza per ottenere il dissequestro o, quantomeno, l’affidamento o la collaborazione nella gestione della cava.
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com'è possibile che con tutto quello che hanno combinato e continuano a combinare, questi personaggi non siano stati affidati alle patrie galere