Agrigento, ventuno lavoratori licenziati, famiglie in crisi

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“Non ce ne andremo da qui fino a quando non troveranno una soluzione”. A prima vista può sembrare una frase fatta, una di quelle che fa parte di una quotidianità dalla normalità distorta.

È l’ennesima storia di licenziamenti, di appalti, di istituzioni poco attente alle esigenze del popolo. Già, poco attente, perché basta un minimo di distrazione per far venire fuori i meandri dell’illegalità, dell’ingiustizia sociale, dei fallimenti professionali. Basta un minimo di distrazione anche per far venire fuori il lato più brutto del proprio io, quello della disumanità. Perché se è normale che dopo 9 anni di servizio a favore della comunità, ventuno padri e madri di famiglia debbano incatenarsi sotto il Municipio per rivendicare il Diritto al Lavoro, allora siamo messi proprio male.

Si definiscono delle “pezze vecchie” i netturbini del Comune di Agrigento licenziati dopo l’aggiudicazione del nuovo bando di gara per la raccolta dei rifiuti. Una definizione che denota una situazione davvero tragica, difficile da attraversare e che trasmette un profondo senso di ansia e angoscia.

“Giorno 20 abbiamo avuto un appuntamento con il conciliatore e poi, visto che sembravano esserci spiragli per essere inglobati fra i lavoratori del bando, avevamo ottenuto un incontro in Comune per lunedì. È saltato il vertice di lunedì e pure quello di ieri – hanno dichiarato gli operatori che concludono con un grido d’allarme e d’aiuto:Ora basta, abbiamo famiglie!”.

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