Inutile ripetere il feroce giudizio di Umberto Eco su chi usa i social. Bande di autentici disturbati mentali, pur di dire o scrivere qualcosa si dimostrano prigioniere di grossi problemi interiori,  aggrappate al  bisogno di giustificare le proprie idee, di imporle per crederci meglio, di criticare qualsiasi cosa scritta da qualche altro sofferente d’insonnia o di esplicazione di sproloqui. E così lievita e si amalgama una micidiale miscela di veleni, offese, contumelie, intolleranze, quasi sempre legate a banalità dette da altri, “quelli che contano”, e ripetute da stronzetti che si fanno amplificatori di concetti, idee, giudizi, con cui teoricamente non avrebbero nulla da condividere. E’ il caso dei leghisti siciliani, vassalli di re Salvini, quello che ha cambiato “Prima il Nord” in “Prima l’Italia”, perché in fondo, a suo parere, la vera Italia è solo quella del Nord. Quello che gridava: “Forza Etna” o “Forza Vesuvio”. Che strano: noi, qui in fondo al Sud  non abbiamo mai pensato  a un “Forza Po”.

L’unico consiglio che mi sento di fare a chi piace comunicare con i propri amici, è di bloccare gli stronzi che vogliono far polemica sulla nostra pelle, non rispondere, toglierseli  dalle scatole. E’ tutta salute.

A corredo di questa nota aggiungo questa mia personale rielaborazione di un post a firma Beniamino Ginatempo, rinvenuto su Facebook in data 11.3.2022

Siamo proprio messi male  

La nostra mutazione antropologica

ci obbliga per forza a scegliere una parte,

fare il tifo come in una partita di calcio,

e giù a litigare per ogni fischio sfavorevole,

fuorigioco,  fallo,  rigore, espulsione.

Zero possibilità di comprensione reciproca,

Zero possibilità di condivisione,

meno che mai di intesa o compromesso.

Nemici e basta tra polemiche infinite ed inutili.

no-vax, no vat, no tav, no triv, no muos,

exit e non-exit, Covid c’è – Covid ‘un ci nn’è.

omofobia sì-no, no agli inceneritori,

e poi il divorzio, l’aborto, i matrimoni gay,

il testamento biologico , l’ergastolo ostativo,

lo ius soli, ius scholae, ius gay, ius vitae,

tutto diventa elemento di scontro,

tifoserie contrapposte,

zero ascolto di un’argomentazione,

zero riconoscimento dell’altro.

Così pure per la guerra,

esclusa qualsiasi neutralità,

pro o contro, d’obbligo scegliere

la propaganda dell’uno o dell’altro,

se non si sceglie uno si è con l’altro,

se non si sceglie nell’uno né l’altro

sei con l’altro perché non hai scelto l’uno.

Così anche la stampa,

senza la possibilità del dubbio o della fake,

ci beviamo le quotidiane minchiate,

ci esaltiamo nello scontro,

tifosi partners, fans, supporter,

compagni di partito solidali il giorno prima

e il giorno dopo nemici, dispersi, deprivati

della base fondante dello stare insieme,

la solidarietà.

Dio mio, ma perché siamo diventati così stronzi?

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Salvo Vitale

Salvo Vitale è stato un compagno di lotte di Peppino Impastato, con il quale ha condiviso un percorso politico e di impegno sociale che ha portato entrambi ad opporsi a Cosa Nostra, nella Cinisi governata da Tano Badalamenti, il boss legato alla Cupola guidata negli anni Settanta da Stefano Bontate.

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