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Una parola è troppo e due sono poche

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Ci sono compleanni che è obbligo civile celebrare. E altri che dovrebbero far vergognare ogni coscienza…

“Tutte balle” e “Basta con le ipocrisie”. Erano due passaggi della lettera che Michele, il precario della vita vicentino, scrisse prima di interrompere definitivamente la sua precarietà nella maniera più netta e irreversibile. Una lettera che fu tritata e tagliuzzata ad arte da media, social, ecc… ma il suo messaggio era molto più dirompente e vero di quel che vollero far apparire … ecco, mi è tornato spesso alla mente in questi ultimi mesi … tutte balle ipocrite e giri di parole … ci sono momenti in cui non solo “un bel tacere mai scritto fu” ma c’è anche poco da andar di fioretto… si taglia con l’accetta… se questo fosse un Paese normale ci sarebbero persone da ammirare sinceramente e da seguire come esempi e altre da allontanare, schifare, il cui solo nome dovrebbe provocare solo ribrezzo, nausea, inorridire … ci sono compleanni che andrebbero celebrati come fossero una festa comandata … e altri compleanni che dovrebbero farci vergognare anche solo al pensiero che possano essere festeggiati … ieri Giovanni Falcone ha compiuto ottant’anni (qui gli auguri di Paolo Borrometi). Qualche settimana fa ha compiuto 42 anni il terzogenito di colui che (sappiamo benissimo insieme ad altre menti più o meno raffinatissime) ordinò la strage di Capaci, Totò Riina. Lo stesso terzogenito che nel 2001 passando in autostrada all’altezza di Capaci non seppe fare altro che dire “ancora ci appizzano le corone a sta cosa”, lo stesso che al padre e alla sua famiglia mafiosa di mafiosi ha dedicato un libro da far diventare diabetico pure chi non ha mai conosciuto gli zuccheri … da facebook e instagram vediamo che a costui è stata preparata pure una ricca torta fatta “con amore” (lo si vede nella foto di cui ho pubblicato una parte nella foto), con tanto di libro e penna. E nelle scorse ore, dopo che gli sono state revocate le misure cautelari stabilite dopo che a Padova aveva violato quanto disposto dai giudici, il suo avvocato ha detto che ha cambiato vita, che ha intrapreso una svolta. Lo dirò senza giri di parole. Andate sui suoi profili facebook e instagram, vedete cosa ha dichiarato e scritto dalla presenza a porta a porta in poi. Addò cazzo sta lu cambiament? Mi permetto di non crederci. Chi svoltò rispetto alle famiglie mafiose di origine furono Peppino Impastato e Rita Atria, potrebbe farlo Cirillo che è sceso in piazza urlando che la camorra fa schifo e che rovina le vite, invitando altri figli di boss a rompere con i padri … ripeto, si vada sui social di riina jr e non si troverà nulla di tutto ciò …

Andrò avanti sempre senza giri di parole, non mi servono e me ne strafrego. Che il suo compleanno sia stato festeggiato pubblicamente – e addirittura con la torta della foto – nella mia comunità mi schifo e vergogno profondamente, mi provoca solo nausea e inorridimento. E parafrasando Dé Andre “di respirare la stessa aria” con uno di quella famiglia e di quel contesto sociale non avrò mai voglia, non l’accetterò mai e mi fa solo schifo. E non si caccino le solite frasi fatte trite e ritrite. Non c’entrano un accidenti la legge e i giudici. Loro, così come le forze dell’ordine, svolgono il loro compito. E, per quanto riguarda anche il mio territorio, dopo oltre quindici anni in cui seguo cronache giudiziarie e sociali, posso scrivere anche egregiamente. Parafrasando Paolo Borsellino ci sono anche altre valutazioni da fare. Avrà scontato, sarà “libero”, non me ne frega un cazzo…è quello che è e mi basta … Giovanni Falcone la torta per i suoi compleanni negli ultimi lustri non l’ha potuta avere. Come Giuseppe Di Matteo, Paolo Borsellino, Francesca Morvillo, le loro scorte…quando il sig. Salvo in ginocchio chiederà scusa piangendo per quello che ha fatto il padre, quando comincerà a collaborare con la magistratura, quando in piazza urlerà il doppio di quello che ha urlato Cirillo, quando la smetterà con quel libro per diabetici colmo di amore e affetto per la sua famiglia (forse) potremo riparlarne …

E tutto questo, tornando all’inizio, dimostra quanto il precario della vita aveva e ha ragione … belle parole, declamazioni di ideali, lamentazioni manco il biblico Giobbe, alti discorsi … tutte cazzate … tra qualche giorno l’anniversario della strage di Capaci, poi via D’Amelio … e durante tutto l’anno tante giornate, tante celebrazioni, tante cerimonie … ma il resto dell’anno i se, i ma, i silenzi e le omertà si sprecano… Le mafie possono prosperare solo col tacere degli onesti, con la complicità delle “anime candide”, con chi si ricorda dei “martiri dell’antimafia” nei giorni degli anniversari ma il giorno dopo, così come quello prima, tace e si rende complice della prepotenza e dei criminali affari delle mafie. Accade a Palermo, così come a Milano. La mafia non c’è, la mafia non esiste. Facile declamare la memoria di Falcone, Borsellino e Peppino Impastato, basta poco. Ancor meno per convivere con le mafie, fare sfoggio quotidiano d’ipocrisia e omissioni. E’ un meccanismo che vediamo all’opera quotidianamente. Fiumi di parole, lacrime, indignazioni pret-à-porter contro il femminicidio. Ma avete mai provato a sentire i quotidiani discorsi nelle piazze e nei bar? Perché in generale siam tutti bravi, tutti onesti, tutti indignati. E poi quando accade realmente, sotto casa, vicino alle nostre tiepide case, arrivano i dubbi, i perbenismi bigotti.

Perché viviamo in una società di ipocriti farisei dove un bacio può far più scandalo dei colletti bianchi, dove farebbe schifo avere accanto una ex prostituta (e qua ci sarebbe da ricordare un monumentale don Gallo nel primo anniversario della morte di Faber) o un barbone. E dovrei accettare di condividere le stesse strade con uno come sta cosa (termine adatto per lui, altro che per Falcone che non dovrebbe neanche avere l’ardire di nominare…)? Col cazzo!!!

Avrei tanto altro da scrivere, ma per oggi mi fermo qui. Basta scorrere la home di facebook quotidianamente. Attacchi e insulti quotidiani a poveri cristi, a chi decide di dedicare parte della propria vita agli ultimi, strumentalizzazioni meschine su drammi come terremoti e sfruttamento/perdita del lavoro. Ma zero su zero (anzi, spesso per motivi politici o altro pure giustificazioni, innocentismi, balle spaziali, ecc. a favore) su colletti bianchi, corrotti e corruttori, mazzettari, mafiosi d’alto bordo … fa più schifo un povero cristo che nella vita può avere subito violenze, stupri, catene, schiavitù, violenze di ogni tipo che un bavoso porco avanzo di politica che i suoi turpi appetiti più o meno sessuali li soddisfava anche con le minorenni (e non mi riferisco a chi si potrebbe pensare…).

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Alessio Di Florio

Militante comunista libertario e attivista eco-pacifista, collaboratore di Wordnews.it e referente abruzzese dell’Associazione Antimafie Rita Atria e di PeaceLink, Telematica per la Pace. Collabora con Pressenza, Giustizia.info, QcodeMagazine, Comune-Info e altri siti web. Autore di articoli, dossier e approfondimenti sulle mafie in Abruzzo, a partire da mercato degli stupefacenti, ciclo dei rifiuti e "rotta adriatica" del clan dei Casalesi, ciclo del cemento, post terremoto a L'Aquila, e sui loro violenti tentativi di dominio territoriale da anni con attentati, intimidazioni, incendi, bombe con cui le mafie mandano messaggi e tentano di "marcare" la propria presenza in alcune zone, neofascismo, diritti civili, denunce ambientali tra cui tutela coste, speculazione edilizia, rischio industriale e direttive Seveso.

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