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Telejato, il Ministero si accorge che “il caso non esiste”

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A scoppio ritardato e dopo giorni di massicce proteste sul web, Roma batte un colpo: la televisione di Pino Maniaci non dovrà chiudere. Non manca un passaggio ironico nel comunicato del Ministero, quando dice che “non servivano inchieste approfondite per scoprirlo”. Ma a quanto pare serviva la sollevazione della rete per avere la comunicazione ufficiale…

Il Ministero italiano dello Sviluppo economico si è accorto che “il caso Telejato non esiste”. Che la televisione di Partinico, nel palermitano, non dovrà chiudere “in quanto trasmette da un impianto nella parte Nord della Sicilia che non interferisce con Malta”.

A scoppio ritardato e dopo una mobilitazione massiccia del web, finalmente, Roma batte un colpo.

Sono giorni che la rete, attraverso petizioni online appelli di ogni genere, chiede con forza il salvataggio della televisione diretta da Pino Maniaci, collega che con le sue inchieste giornalistiche ha fatto esplodere lo scandalo dei beni sequestrati alla mafia, toccando i fili dell’alta tensione, svelando un giro d’affari clientelare e para-mafioso che ha coinvolto magistrati, avvocati, commercialisti e professionisti dell’antiracket.

Tanto che lo stesso giudice che ha perso la poltrona grazie alle denunce di Maniaci – sfociate in una indagine della magistratura- come svela una intercettazione, diceva che Telejato aveve “le ore contate”. Questa, almeno, era la sua speranza (vi abbiamo raccontato qua la vicenda).

Sono giorni che lo stesso Maniaci denuncia l’assurdità della motivazione che avrebbe dovuto portare alla chiusura della sua televisione, ovvero il ‘disturbo’ alle frequenze di Malta: “Noi siamo sulla costa tirrenica, loro stanno all’altezza di Tunisi e se la prendono con noi – aveva detto Maniaci a lavocedinewyork.com-. Andremo a bussare alla porta di chiunque riesca a spiegarci come mai il ministero delle Telecomunicazioni, che è quello preposto a occuparsi della questione delle frequenze, pensi che un’emittente che trasmette da monte Bonifato bassa, con una potenza di 50 watt, possa arrivare a Malta e disturbare le loro frequenze”.

E dopo tutti questi giorni di proteste plateali, finalmente, il Ministero dello Sviluppo economico, si accorge che Maniaci ha ragione. Meglio tardi che mai.

Non sfugge, nel comunicato del Ministero, un passaggio che sembrerebbe ironico. Dopo avere sostenuto che “Telejato non dovrà chiudere perché non è direttamente interessata dalla procedura di rottamazione delle frequenze in quanto trasmette da un impianto nella parte Nord della Sicilia che non interferisce con Malta” aggiunge che “non serve un’inchiesta particolarmente approfondita per scoprirlo: basta leggere la delibera Agcom e il decreto ministeriale che lo stabiliscono”.

Ironizza, a quanto pare, sulle inchieste che sono la caratteristica di Telejato e suggerisce che bastava leggere una delibera.

Con la stesso registro ironico ci chiediamo perché il Ministero dello Sviluppo economico ha aspettato così tanto per comunicare una cosa tanto ovvia.

Forse perché, a fare ritrovare la favella al Ministero, è stata la massiccia protesta del web? Chissà…

Intanto Maniaci brinda: “Mi ha appena contattato il Sottosegretario Antonello Giacomelli – ha detto anticipando il comunciato ufficiale – per rassicurarci che i trasmettitori di Monte Bonifato della nostra emittente televisiva non verranno spenti perché non rientrano tra gli impianti che disturbano Malta”.

Ciò che conta è che “la battaglia è  vinta – sottolinea il direttore della tv – Telejato non si tocca!”

di Antonella Sferrazza – www.lavocedinewyork.com

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