I nuovi boss a Palermo da un po’ di tempo avevano ripreso questa pratica. Ristoranti e locali intestati a prestanome facevano da cornice a summit di mafia. Il ristorante il Bucatino in pieno centro a Palermo era uno dei locali più gettonati, un posto che nonostante il cambio di nome in Cucì ( in dialetto siciliano letteralmente cugino) è stato passato al setaccio degli investigatori e sequestrato.
Gli agenti della polizia tributaria hanno accertato delle importanti incongruenze tra i patrimoni effettivamente accumulati e i redditi prodotti dagli inquisiti. L’indagine condotta in collaborazione con il nucleo investigativo dei Carabinieri ha portato al sequestro di beni per un valore complessivo di circa 10 milioni di euro, in esecuzione di un provvedimento emesso dal Tribunale di Palermo – Sezione Misure di prevenzione su richiesta della locale Procura della Repubblica.
Due i nomi di spicco di questa operazione, Luigi Salerno condannato a 9 anni per associazione di stampo mafioso e il suo genero Maurizio De Santis già ospite delle patrie galere per mafia ed estorsione. Diversi i locali e gli esercizi commerciali nella Palermo bene oggetto di sequestro da parte delle forze dell’ordine. Tra questi il Jazz’n chocolate di cui sono state sequestrate il 60% delle quote sociali, e il Tobacco&caffe.
Cambiano gli interpreti ma non le modalità, una mafia affarista fatta di prestanome riciclaggio e pranzi. Il cibo e la tavola, in maniera univoca accomunano tutte le mafie e passano attraverso il tempo da San Luca a Palermo passando per Napoli e Casal di Principe. Davanti a lauti pranzi sono stati decisi omicidi eccellenti affari e controllo del territorio, una prassi che resiste nel tempo nonostante la mafia dai coletti bianchi stia soppiantando con il tempo quella fatta di coppole e lupare.
Davanti a questo scenario bisogna fare un plauso alle forze dell’ordine per aver fermato anche questo pezzo di criminalità. Purtroppo però o per fortuna dietro ad ogni sequestro c’è un giudice, c’è una sezione per le misure di prevenzione di un tribunale e ci sono degli amministratori giudiziari. Gli stessi che a Palermo in moltissimi casi accertati si sono resi protagonisti di episodi spiacevoli in quella che la nostra redazione in più di una occasione ha definito la mafia dell’antimafia. La nostra attenzione adesso si sposterà proprio sugli amministratori giudiziari che verranno nominati per amministrare questo patrimonio che per completezza di informazione vi elenchiamo qui sotto.
BENI RICONDUCIBILI A DE SANTIS MAURIZIO:
BENI RICONDUCIBILI A SALERNO LUIGI:
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