Operazione “Aquarium”
Il 4 dicembre, a Termini Imerese e Palermo, circa 100 Carabinieri della locale Compagnia e del Gruppo di Monreale, supportati anche da un elicottero, da 2 unità cinofile e dal Gruppo e Nucleo Radiomobile di Palermo hanno eseguito 3 ordinanze di custodia cautelare in carcere, 12 agli arresti domiciliari e 5 misure cautelari dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria nei confronti di altrettanti soggetti responsabili a vario titolo di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti del tipo hashish e cocaina, nonché di una variegata gamma di reati contro il patrimonio tra cui diversi furti in esercizi commerciali della zona, estorsioni, rapine e ricettazioni.
Le ordinanze sono state emesse dal Tribunale di Termini Imerese – Sezione G.I.P. (Dottoressa Sabina RAIMONDO). L’attività investigativa, concentrata in 9 mesi tra il dicembre 2012 ed agosto 2013, ha consentito di delineare le responsabilità penali di diversi soggetti. In tale contesto, si accertava:
– accertare l’operatività di quattro gruppi, tra loro indipendenti, di giovani dediti allo spaccio di sostanze stupefacenti del tipo “hashish” e “cocaina”, operanti nei territori di Termini Imerese e Palermo;- individuare alcune fonti di approvvigionamento della sostanza stupefacente;- acclarare le responsabilità penali in relazione a numerosi episodi criminali connessi con il reperimento di fondi per l’acquisto dello stupefacente. In particolare, furti presso esercizi commerciali e ricettazione della merce trafugata; furti con strappo, trasformatisi in talune circostanze in rapine, operati a danni di anziani di Termini Imerese; nonché due episodi estorsivi (“cavallo di ritorno”) ai danni di soggetti già vittime di furto di motocicli.
Nel corso delle attività investigative sono state già arrestate in flagranza di reato 6 persone, altre 10 segnalate ex art. 75 D.P.R. 309/90 e sequestrati complessivamente 170 grammi di stupefacente del tipo “hashish” e “cocaina”. Nel complessivo sono state documentate oltre 100 cessioni con un giro di denaro pari a circa 7.000 euro.
GENESI DELL’INDAGINE
L’attività d’indagine esperita consentiva di acclarare la presenza di un gruppo criminale di giovani composto da BOSCARINO Salvatore, NAPOLITANO Alessio, NAPOLITANO Silvio Giuseppe e CILFONE Dario, dediti alla commissione di vari delitti nel territorio di Termini Imerese, ognuno con un compito ben delineato all’interno dell’organizzazione. Dalle prime risultanze investigative, si apprendeva che il suddetto gruppo, nel periodo analizzato, aveva effettuato dieci furti presso l’esercizio commerciale denominato “Aquarium”, dal quale avevano asportato ingenti quantità di prodotti, per poi ricettarli ad una fitta rete di acquirenti, nel contempo fidelizzati.
La pericolosità sociale del gruppo poteva desumersi sia dai numerosi delitti commessi che dai precedenti penali di ognuno, oltreché dalla naturalezza con la quale progettavano nuovi furti in abitazione. I prevenuti erano soliti perpetrare furti di ogni specie, per poi piazzare illecitamente la refurtiva mediante soggetti compiacenti.
Nell’arco temporale compreso tra il mese di febbraio e la metà del mese di aprile 2013, grazie all’ausilio delle attività tecniche di intercettazione ambientale e telefonica, si è avuta la possibilità di documentare diversi furti commessi presso il negozio di animali sopra indicato ed ubicato in questa via Palmiro Togliatti al civico n. 28, avvalorati altresì da diversi contatti telefonici con gli ignari acquirenti della merce sottratta. Si tratta nello specifico di mangimi per animali domestici e di allevamento, antiparassitari nonché diversi strumenti per l’esercizio della pesca subacquea per un valore pari a 5.000 euro.
L’azione delittuosa si muoveva su punti cardine fondamentali: il ruolo principale veniva rivestito da BOSCARINO Salvatore dipendente del citato esercizio commerciale. Il predetto astutamente lasciava socchiusa la porta retrostante il negozio e, una volta ricevute vere e proprie ordinazioni telefoniche della merce da trafugare da parte dei clienti, unitamente ai suoi complici, tornava presso la struttura nella notte per asportare quanto di bisogno. Analizzando i casi di furto documentati si aveva modo di apprezzare come il gruppo di giovani sia stato accorto nelle proprie movenze: non lasciava al fato alcuna circostanza, ma bensì studiava preventivamente le mosse da effettuare, organizzando efficaci sopralluoghi presso la residenza dei proprietari dell’esercizio commerciale da depredare, unitamente a chiamate sulle utenze cellulari degli stessi per derivarne la posizione.Una volta venduta la merce ai numerosi clienti, a volte consapevoli ed in altri casi ignari della provenienza della merce acquistata, con il provento illecito ricavato i quattro giovani spartivano in parti uguali il bottino e si dirigevano in direzione del capoluogo siciliano per acquistare della sostanza stupefacente del tipo “cocaina” da consumare. Questa nuova circostanza permetteva di appurare una fiorente attività di spaccio di sostanza stupefacente del tipo “hashish e cocaina”.
LE RETI DI SPACCIO NEL CENTRO CITTADINO DI TERMINI IMERESE
L’analisi complessiva degli elementi raccolti attraverso le attività tecniche di intercettazione, supportate da servizi di osservazione, perquisizioni e sequestri, permetteva di ricostruire uno spaccato quotidiano dell’attività di recupero della sostanza e di successivo spaccio della stessa, posta in essere dagli indagati; trattasi di soggetti noti, più volte controllati e perquisiti dai militari dell’Arma locale riuniti in gruppi tra loro collegati e dediti allo spaccio al dettaglio:- il primo formato da CEFALÙ Orazio, GAZZANO Francesco e DUCA Francesco, dediti allo spaccio di sostanza stupefacente del tipo “hashish” nei pressi della Stazione ferroviaria di Termini Imerese, fondamentalmente non in concorso tra loro ma comunque in piena collaborazione. Inoltre, il solo CEFALÙ Orazio aveva un ulteriore canale illecito che gli consentiva di reperire e successivamente spacciare sostanza stupefacente del tipo “cocaina”;- il secondo gruppo formato dai fidanzati COZZO Rosario, MANTIA Rosa nonché dalla madre di quest’ultima SCARCIPINO PATTARELLO Carmela tutti dediti allo spaccio di sostanza stupefacente del tipo “hashish” presso i propri domicili (zona cd. Palazzo Dallas di Termini Imerese), in concorso tra loro, secondo una condotta criminosa che avevano avviato e consolidato ormai da anni, perfezionando le loro azioni anche in virtù degli arresti operati nei loro confronti da militari di questo Comando, motivo per il quale gli stessi sono risultati essere particolarmente scaltri;
– un terzo gruppo costituito da FASONE Gianluca e sua cognata GOVERNARA Maria Lauretana detta “Valentina”, dediti allo spaccio di consistenti quantità di sostanza stupefacente del tipo “hashish” presso i propri domicili (zona centrale di Termini Imerese), in concorso tra loro, secondo una condotta criminosa ormai consolidata. Gli stessi evidenziavano, nel corso delle indagini, scaltrezza nel porre in essere i loro affari illeciti anche in virtù degli specifici precedenti penali da cui risultavano gravati.Inoltre, il loro spessore criminale veniva ulteriormente avvalorato da ennesime risultanze emerse dalle intercettazioni ambientali, dalle quali si delineava un nuovo profilo di responsabilità in capo ai prevenuti per alcuni reati predatori commessi nella città di Termini Imerese, quali furti con strappo e rapine ai danni di anziani.
LA RETE DELLO SPACCIO A PALERMO: I FORNITORI DEI GIOVANI TERMITANI
L’attività di indagine esperita consentiva altresì di delineare la “catena dello spaccio” creatasi tra gli spacciatori di Termini Imerese e i loro fornitori del vicino capoluogo di regione. Infatti è emerso che i giovani spacciatori termitani si recavano frequentemente presso i loro referenti operanti nella città di Palermo, fondamentalmente due giovani incensurati, VIRZÌ Giuseppe detto “Ivan” e CANGELOSI Mario, che avevano creato una fitta rete di spaccio di sostanza stupefacente del tipo “cocaina” nel capoluogo di regione (zona Piazza Lolli) e aree limitrofe. Si è avuto modo di appurare che i prevenuti a loro volta avevano un volume illecito d’affari di consistenti dimensioni, costituito dai giovani della movida del sabato sera, nella considerazione che gli stessi erano abituali frequentatori di locali notturni di Palermo. I successivi approfondimenti investigativi consentivano di definire il gradino successivo della “catena di spaccio” formata dai “fornitori dei fornitori”, ossia coloro dai quali i due spacciatori palermitani si recavano per rifornirsi della sostanza stupefacente necessaria per soddisfare le richieste ricevute.
I FORNITORI DEI FORNITORI
Le attività facevano emergere la figura di VITALE Antonella, giovane ed affascinante donna capace di deviare il voluminoso giro di affari legato all’attività illecita svolta da VIRZÌ Giuseppe.Le indagini quindi si estendevano sul versante palermitano dove venivano delineate altre tre figure criminose importanti nell’ambito delle operazioni, consistenti nel secondo livello della catena dello spaccio.
Sostanzialmente i militari riuscivano a delineare gli “spacciatori degli spacciatori”, ossia i grossisti dai quali si rifornivano i quattro spacciatori sopra menzionati. I grossisti della droga chiaramente operavano nel quartiere “Ballarò” di Palermo noto quale teatro dello spaccio di sostanze stupefacenti, difficile da penetrare e pieno di “vedette” a presidio dei limiti di territorio dagli stessi definiti. Le risultanze investigative, comunque, consentivano di individuare i tre grossisti operanti nel citato quartiere “Ballarò” di cui due in concorso tra loro, il pluripregiudicato AGUSTA Salvatore e suo figlio Giuseppe, ed un terzo vicino agli AGUSTA ma di fatto indipendente ed operante in una zona distinta del quartiere, GENOVESE Paolo. Nello scenario palermitano emergeva in particolare:- un’incredibile sequenza di contatti, di approvvigionamenti e di cessioni di droghe leggere e pesanti;- la fiorente attività di spaccio di sostanza stupefacente del tipo “cocaina”, rivolta prevalentemente verso ragazzi di giovane età;- l’utilizzo in taluni casi di un linguaggio criptico, tipico tra soggetti che, pur senza alcuna intesa preventiva in ordine ai termini da utilizzare, spontaneamente celavano, dietro parole di uso comune, il costante riferimento a sostanze stupefacenti, ed in altri casi invece emergevano conversazioni, nel corso delle quali gli interlocutori parlavano apertamente di droga.Dall’attività tecnica di intercettazione emergeva chiaramente l’utilizzo di un linguaggio basato su pochissime frasi, tutte dello stesso tenore, con terminologie a volte scontate ed altre volte realizzate invece con sottintesi per celare la richiesta di sostanza stupefacente, un linguaggio comunque collaudato, che sebbene laconico, denotava chiaramente un’intesa per gli interlocutori, perfettamente edotti dei motivi degli incontri di volta in volta fissati. Le dosi erano chiamate “fango”, “cd” e conseguentemente le frasi utilizzate erano “vengo fra 5 minuti”, tutte terminologie oculate e tendenti a fissare un appuntamento nel corso del quale si definiva la quantità di sostanza stupefacente da acquistare. Nell’ambito dell’operazione “Aquarium” venivano evidenziati ulteriori aspetti investigativi: – emergeva dall’attività di intercettazione telefonica sull’utenza in uso a CANGELOSI Mario che il predetto, assoldando un malvivente operante nel capoluogo siciliano, DI MARIA Giuseppe, si prodigava per far recuperare ai legittimi proprietari, dietro il pagamento di un corrispettivo in denaro pari a 1.000 euro, alcuni motocicli rubati, configurando in tal modo una fattispecie reato di natura estorsiva, comunemente indicata mediante la locuzione “cavallo di ritorno”. In particolare, si trattava del furto di due motocicli, una “Yamaha T–Max” ed una “Kawasaki z750”, avvenuti nel lasso di tempo compreso tra giugno e luglio dell’anno 2013;- venivano accertate le identità dei malfattori, responsabili di una serie di scippi, che per diversi mesi nell’anno 2012, procuravano un elevato allarme sociale nella città di Termini Imerese. Si addiveniva con assoluta certezza allo scippo patito da una anziana donna, classe ’30, avvenuto a Termini Imerese in data 31 luglio 2013 in via Diaz, in cui la vittima conseguentemente all’inaudita violenza dei malfattori, che al fine di strappargli la collana in oro l’avevano fatta rovinare a terra, riportava un trauma al ginocchio sx ed alla spalla destra, con necessità di ricovero presso il locale nosocomio;- si accertava la responsabilità penale in capo a COZZO Rosario consistente nella detenzione e successiva vendita di una pistola calibro 9 in favore di un soggetto non meglio identificato di Palermo.
CONCLUSIONI
L’attività di indagine ha consentito di delineare uno spaccato della criminalità comune che interessa la città di Termini Imerese, con inevitabili collegamenti con il vicino capoluogo di regione. In una piccola comunità quale Termini Imerese le singole condotte esaminate costituiscono di fatto una problematica sociale di degna considerazione.Nello specifico è stato dimostrato come i numerosi reati predatori, documentati nell’attività odierna, abbiano destato particolare allarme sociale nella popolazione che vedeva lesi i propri beni di proprietà e gli interessi primari.Altrettanto allarmante il fatto che i proventi di tali reati sono stati impiegati per l’acquisto della sostanza stupefacente il cui uso è stato considerato un fattore imprescindibile di trasgressione ed evasione.L’operazione odierna da un lato ha consentito di porre a fine a condotte criminose quali furti, scippi e rapine, tali da ingenerare un senso di angoscia ed impotenza nella popolazione, e dall’altro di porre un freno all’uso smodato di sostanze stupefacenti e psicotrope che provocano danni irreparabili nei giovani spesso non consapevoli dei rischi a cui si espongono.Tale attività ha pertanto evidenziato come possa esserci una stretta connessione tra il consumo delle sostanze stupefacenti e la delinquenza comune; tale connessione rischia di divenire ancora più allarmante quando le condotte criminose sono attuate da soggetti affetti da sindrome di astinenza che senza dubbio accresce l’irritabilità e l’attitudine alla violenza.
Agli arresti sono finiti diversi cittadini di Palermo e Termini Imerese