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Montante: fu vera antimafia? Ai giudici l’ardua sentenza.

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L’indagine aperta nei confronti del presidente della Confindustria Sicilia Montante ha lasciato molte ombre che rivelano come l’industriale siciliano sia “ammanicato” con tutta una serie di personaggi che contano e che in questi ultimi anni ne hanno tutelato l’immagine.

Alcuni nomi? Il ministro Alfano, il presidente Crocetta, il senatore Lumia, l’ex ministro D’Alia ecc. Non è ancora venuto fuori il nome di Renzi, ma non c’è dubbio che anche lui ha approvato tutte le scelte antimafia fatte dal baldo industriale e tutti i protocolli di legalità stipulati dagli industrialotti siciliani, dei quali Montante è stato il garante. A suo tempo tutti, da Piero Grasso a Roberti, da Orlando alla Bindi, da Helg ai fratelli Catanzaro hanno esaltato l’operatore della scelta antimafia degli industriali siciliani. Adesso è sceso il silenzio. Gli amici di un tempo hanno scelto in parte di stare zitti, in parte, ma sono in pochi, di fare attestati di solidarietà e di dire, come del resto fa l’avvocato di Montante, che tutto sarà chiarito, che Montante dimostrerà la sua innocenza e la sua sincerità ai giudici, che i quattro pentiti che lo accusano sono in malafede, probabilmente sotto il controllo dei cattivi giudici di Caltanissetta che, guarda un po’, dopo essersela presa con quella brava donna della giudicessa antimafia Saguto, ora se la prendono  con la bandiera dell’antimafia Montante e stanno distruggendo tutto.

Chissà se sotto sotto non ci sia  qualcosa di sospetto. A parte tutto non ci si può esimere dal sospetto che, dietro la rete di uomini e imprese sotto il controllo di Montante, non ci sia proprio qualche altra cosa, considerato che, da dove ti giri spunta sempre qualcosa che comincia con la M e che non sempre e non solo è mafia, ma spesso è Massoneria. E se è così non lo sapremo mai. Altrimenti non sarebbe una società segreta.

Rimane il fatto che Montante non si è ancora dimesso da tutta una serie di innumerevoli incarichi, presidenze, amministrazioni, consulenze, società nelle quali ha ricoperto e ricopre un ruolo di primo piano, cosa che è stata chiesta da Claudio Fava. Chissà quanto incassa ogni fine mese!!!

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Salvo Vitale

Salvo Vitale è stato un compagno di lotte di Peppino Impastato, con il quale ha condiviso un percorso politico e di impegno sociale che ha portato entrambi ad opporsi a Cosa Nostra, nella Cinisi governata da Tano Badalamenti, il boss legato alla Cupola guidata negli anni Settanta da Stefano Bontate.

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