Com’è suo diritto, sarà accompagnata dal suo legale, che non è più l’avvocato Crescimanno, già candidato a Sindaco di Palermo per il centrosinistra, il quale non ne ha più voluto sapere, ma l’avvocato Giulia Bongiorno, attuale senatore di Forza Italia e già avvocato del “malefico” Andreotti, per il quale è riuscita ad ottenere a suo tempo la prescrizione, sino ai tempi più recenti, l’assoluzione dell’accusa di concorso in associazione mafiosa, per un altro periodo, più lontano, no.
Già a zza Silvana ha fatto intravedere, da un’intervista sul sito de La Repubblica le linee della sua difesa: lei non ha fatto niente, ha agito per il bene dello Stato, tutt’al più qualche panierino di frutta fresca, qualche porzione di ventresca di tonno, per il resto era tutto il sistema che funzionava così e ad esso si è adeguata. Tipica difesa da Craxi a Berlusconi ad Helg. In fondo che male c’è, avendone la possibilità, a sistemare il figlio di qualche amico, a fare ottenere qualche consulenza al marito disoccupato, a spiccare qualche decreto di sequestro per garantire un pezzo di pane agli avvocati e ai commercialisti amici del suo amico, che però non è amico, anche se gli ha regalato una collana per i suoi sessantanni?
Non è amico, ma collaboratore, esecutore fiduciario che sa fare bene il suo lavoro, parliamo di colui che porta il Cappello sull’Ah, no, non scherziamo. E del resto, lei dice, prima di fare nomine si consultava con le associazioni antimafia, Addio Pizzo, Libera, tutti amici suoi, per avere indicazioni inattaccabili. Oggi pertanto non sappiamo se si tratterà di un incontro tra amici che non si vedono da un certo tempo, abbracci, baci, “agneddu e sucu e finiu u vattiu” o di un esame severo per chi è accusata di reati gravissimi. Per cose del genere gli arabi tagliano la mano destra, mentre i Romani trasferivano i corrotti in terre lontane.
Già da tempo alla “zza Silvana” è stata lanciata una zattera, “vai via, chiedi volontariamente il trasferimento, prima che te lo diamo noi come punizione”. Ha preferito gettarsi ammalata. È intervenuta l’imprevista intercettazione sui figli di Borsellino che ha messo a nudo la signora, oddio, senza mutande non è uno spettacolo bello, si è potuto realmente vedere una donna spietata, arrogante, abbuffina, ammanicata persino con i giudici romani. Su altri poteri oscuri che sono stati tirati in ballo non ci esprimiamo, perché non ci sono sufficienti prove, ma sospetti. Oggi in Italia è facile tirare in ballo poteri forti, chiesa, massoneria, opus dei pi-due, pi-tre, pi-quattro, confindustria, mafia, antimafia, militari, partiti e politici vari. Qualcosa ci sarà e speriamo che venga fuori.
C’è stata la richiesta del ministro guardasigilli di sospendere la nostra, anche dallo stipendio, c’è una richiesta che si sta preparando da parte di parecchi imprenditori danneggiati di ottenere il rimborso di quanto dilapidato dagli amministratori succhiasoldi, c’è un’altra richiesta di rivedere tutte le amministrazioni giudiziarie concesse dalla Saguto per una più attenta valutazione delle motivazioni, ci sono poi dichiarazioni di sbigottimento, altre di “non so… non sapevo”, altre di un attacco globale ai magistrati, come se la zza Silvana li rappresentasse tutti e poi c’è una serie infinita di carpettoni con le varie istanze per ottenere una giusta valutazione delle decisioni di sequestro, con tutte le giustificazioni ignorate, rigettate o cestinate e con le supervalutazioni della DIA, sulla base di intercettazioni tagliate dal contesto, travisate, trasformate.
In fondo a tutto, se la vita è basata sul fottere, se il rapporto sessuale è l’atto per riprodursi, siccome “chi la fa l’aspetti”, la ruota gira, “buon tempu e malu tempu nun dura sempri un tempu” (Buon tempo e brutto tempo non dura sempre tutto il tempo), o, come si dice meglio dalle nostre parti, “megghiu futtiri chi essiri futtutu” (meglio fottere che essere fottuti), l’auspicio che quella parte di Sicilia onesta, quella che, secondo Cantone, è destinata a non far carriera, si fa è che, passato il tempo di futtiri venga quello di essiri futtuta. Il femminile chiarisce a chi ci riferiamo, anche se non si tratta solo di lei.
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