In questo caso il nome identificativo dell’intera operazione è “ermes”, messaggero degli dei. E proprio di messaggeri si parla, una rete lunghissima di fiancheggiatori postini di arcaici pizzini che volteggiano tra Trapani, Palermo, Castelvetrano, Mazara, Salemi. E’ impressionante riflettere sul numero lunghissimo di operazioni poste in essere sempre rivolte ai generali e colonelli del Boss di Castelvetrano. Centinaia di uomini arrestati, miliardi di Euro sequestrati, e nonostante ciò Matteo Messina Denaro è sempre l’imprendibile mafioso di Castelvetrano. Fa riflettere ancora di più immaginare quale motivazione possa spingere un 77enne, Vito Gondola di Mazara, detto Vito Coffa, a gestire una rete così articolata e complicata da gestire. Ermes dicevamo, messaggero degli dei, e qui oltre ai messaggeri c’è anche il Dio. Già perché dalle intercettazioni e dai rilievi posti in essere, si capisce come Matteo Messina Denaro sia un Dio intoccabile ed incontestabile. Sembrano lontanissimi gli anni, nonostante siano appena 4, in cui altre intercettazioni consegnavo il disagio dei mafiosi di Gibellina nei confronti della primula rossa, incapace di abbassare la tensione, arte in cui era maestro Bernardo Provenzano. Oggi Messina Denaro è addirittura un Dio Misericordioso, da compatire e da rispettare, il quale ha anche la sfortuna di avere un cugino pentito , il riferimento è a Cimarosa, vero e proprio snodo delle indagini per scardinare il sistema di potere di stampo manageriale voluto da Messina Denaro, il quale però ha anche copiato schemi e strutture dei clan camorristici ed affiliazione familistica tipica della ‘ndrangheta. Non ci si può solo stupire però. L’analisi deve essere completa, totale. Questi arresti, di cui ancora si conoscono pochi dettagli, a parte quelli più cinematografici, come le lacune sui tempi e sui modi di arresto degli imputati. Stiamo parlando, o meglio i magistrati ci hanno parlato di una rete organizzata, funzionale, ottima, ma probabilmente già dismessa dallo Stesso Boss di Castelvetrano. Le intercettazioni, anche le più recenti infatti, sono retrodatate di un paio di anni. E’ allora logico pensare che gli inquirenti, che hanno coordinato le operazioni di Polizia e Carabinieri, abbiano voluto togliere a Messina Denaro uno dei porti sicuri sparsi per la provincia, rappresentato dalla rete mafiosa di Vito Gondola, criminale già vicino a Totò Riina e da decenni sempre nel solco di Mariano Agate, boss di Mazara del Vallo ormai deceduto, anche lui corleonese. Ancora ci si chiede come mai, nonostante l’impegno di uomini e mezzi, si arrivi sempre un secondo dopo, quando il boss ha ormai cambiato binari e mezzi. Sono alte le protezioni di Messina Denaro? Sono scarsi i mezzi e gli uomini che lottano per assicurare alle Patrie Galere il padrino di Castelvetrano? Il tempo e le indagini ci daranno la risposta a queste domande. Altre invece già le abbiamo. A Mazara nessuno è stupito di questi arresti, tutti sentivano l’odore di Cosa Nostra vicino ad alcuni soggetti, ora oggetto di attenzione delle forze dell’ordine. Perché non si guarda, a questo punto nelle ditte che stanno costruendo i centri commerciali nella città? Noi restiamo qui in attesa che Matteo Messina Denaro, questo Pdm, pezzo di Merda, Sarà in cella.
Ivano Asaro
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Spero che venga preso presto Matteo Messina Denaro ed anche tutti quelli come lui.