Con i fondi dell’8 per mille, attraverso giri complicatissimi di fatture false, falsi bonifici, giroconti e altri espedienti, la Guardia di Finanza, con un certosino lavoro d’indagine è riuscita a ricostruire un impressionante quadro che vede l’ex vescovo di Trapani Francesco Miccichè indagato per appropriazione indebita, malversazione, diffamazione e calunnia. Cominciamo con la sua lussuosa villa a Monreale, dove si trova anche un bed & breakfast e dove il prelato si è trasferito assieme alla sorella e al cognato. Dentro sono stati trovati quadri, crocifissi, gioielli, opere d’arte varie e altro materiale sacro proveniente dalle chiese di Trapani, per un valore di oltre due milioni di euro. Ma questo è solo l’inizio. Il Monsignore è anche proprietario di un’altra villa a Trabia e di un appartamento nella centralissima via Roma a Palermo, tutto comprato con i suoi risparmi, ovvero con i soldi destinati alla diocesi di Trapani.
Insomma, se Papa Francesco ha promesso di far pulizia, sembra che debba attrezzarsi bene di scope, aspirapolvere, lavatrici, pompe a getto, acidi e detersivi. Di sporcizia, anche dentro la chiesa, che dovrebbe essere la casa e la chiesa dei poveri, ce n’è tanta da suscitare schifo e disgusto.
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