Lamentano, a ragione, la mancata applicazione della normativa in tema di costruzione di cooperative edilizie da parte dei poliziotti, alle quali è riconosciuto il diritto di opzione prioritaria sull’acquisto dei beni destinati alla vendita e contenuta all’art. 48 comma 6 del cosiddetto “Codice Antimafia”, legge 159/2011. Scrivono nel comunicato: “questo articolo di legge è stato totalmente ignorato. Dopo l’entrata in vigore del Codice Antimafia, i poliziotti si sono costituiti in una Cooperativa dando vita così alla “COPS SRL” […] Migliaia di alloggi in Sicilia che costano tantissimo allo Stato e che non vengono assegnati a nessuno, sono una sconfitta nella storia della lotta alla Mafia. Poi chi più dei poliziotti, che hanno pagato con tributi di sangue la lotta alla mafia, avrebbero diritto a questi appartamenti?
Purtroppo, l’assegnazione delle case ai poliziotti non è stato ancora possibile, a causa di una mancata volontà da parte dei responsabili delle Istituzioni e fra questi il Direttore dell’Agenzia ai Beni Confiscati alla Mafia, che ad oggi non ha avviato nessuna procedura in merito- dichiara seccamente Domenico Milazzo Segretario Provinciale del Sindacato di Polizia Consap. L’unica volontà mostrata è stata quella di non procedere secondo i criteri della citata legge, ma di ostacolarne ogni possibile avvio. In tal senso è intollerabile che l’Agenzia ai beni confiscati si rifiuti perfino di incontrare i poliziotti soci della Cooperativa, continua Milazzo. […] Per quanto riguarda Palermo in particolare è triste che la Questura abbia avuto in dotazione dall’agenzia, alcuni anni fa, circa 30 appartamenti provenienti dalla confisca. Appartamenti che non sono stati mai utilizzati o assegnati a chi ha bisogno nonostante i continui interventi della Consap….e alla fine alcuni di questi sono stati occupati abusivamente”.
Durante il sit-in sono stati ricevuti da un Funzionario dell’Agenzia ed il Vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio del Movimento 5 Stelle, ha scritto una lettera al Direttore dell’ANBC, Umberto Postiglione, nella quale chiede di ricevere i poliziotti per affrontare la faccenda.
Insomma, l’emergenza abitativa a Palermo è per tutti. Ma la risoluzione dei problemi relativi ai beni sequestrati e confiscati, continua ad essere ancora per pochi.
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