di Laura Distefano
È uno che conosce bene gli equilibri della mafia catanese. Mario Vinciguerra, condannato in primo grado con il rito abbreviato nel processo scaturito dall’imponente blitz Fiori Bianchi del 2013 che ha disarticolato i gruppi che componevano l’organigramma della famiglia Santapaola Ercolano, è stato un affiliato di Cosa nostra per molti anni. Una lunga militanza che gli ha permesso di conoscere nomi e cognomi di chi “componeva” le squadre militari della mafia catanese.
Da circa sei mesi Mario Vinciguerra è diventato collaboratore di giustizia. Nel corso dell’ultima udienza del processo d’appello Fiori Bianchi (troncone abbreviato) che lo vede imputato è salito sul banco dei testimoni nell’aula di Bicocca. I Pg Jole Boscarino e Giuseppe Lombardo hanno esaminato il teste: Vinciguerra ha ricostuito con estrema precisione l’organigramma di Cosa nostra. Ha riconosciuto molti dei componenti (imputati) dei gruppi di Aci Catena e Acireale, ma il collaboratore ha saputo fornire lucidi dettagli sui personaggi delle squadre che operavano anche a Catania, in particolare per i gruppi di Picanello e del Villaggio Sant’Agata.
Alla sbarra nomi di vertice e volti della mafia militare dei Santapaola (già sono stati condannati in primo grado con pene esemplari dal Gup Anna Maggiore): Angelo Mirabile, Mario Guarrera, Francesco Platania, Carmelo Puglisi, Salvatore Battaglia, Antonino Botta, Ivan Natale Filloramo, Pietro Stimoli, Armando Natale Angemi, Alfio Brancato, Giorgio Cannizzaro, Orazio Carbonaro, Mirko Pompeo, Elio Catania, Salvatore Fiore, Giuseppe Fioretto, Alessandro Lanzafame, Francesco Leonardi, Salvatore Gerardo Marro, Giovanni Messina, Salvatore Miano, Carmelo Nista, Matteo Orlando, Lorenzo Pavone, Giuseppe Puglisi, Giuseppe Santonocito, Filippo Scalogna, Carmelo Scuderi, Giuseppe Tringale, Santo Tudisco, Salvatore Zito, Davide Battiato, Vincenzo Dato, Gianfranco Faro, Gabriele Lo Bianco, Antonino Meli, Carmelo Tommaso Sciuto, Orazio Carmelo Stimoli, Andrea Luca Nizza (latitante), Ettore Scorciapino e Sciacca Salvatore.
Molti difensori avevano sollevato alcune questioni di legittimità sullo spettro di domande da poter porre all’imputato collaboratore: secondo gli avvocati trattandosi di un rito abbreviato Vinciguerra non poteva rispondere su tutte le posizioni da giudicare nel processo. La Corte d’Appello ha rigettato però l’istanza: l’esame e il contro esame di Vinciguerra infatti ha riguardato tutte le posizioni in esame nel procedimento. La Corte ha già fissato le prossime due udienze in cui saranno citati altri due collaboratori di giustizia: il 14 gennaio sarà sentito Davide Seminara, il 28 gennaio l’ex uomo d’onore di Librino Fabrizio Nizza.
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