Ci faccia capire, direttore, alla fine il mafioso è lei?
Dall’altra parte del telefono Pino Maniaci, direttore di TeleJato, la Tv che ha scoperchiato il ‘verminaio’ della Sezione di Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo sorride amaro. Sì, anche se non l’abbiamo davanti, la sua voce, ironica e ferma, ci sembra venata da amarezza. Dice:
“Che vuole che le risponda? Noi qui, ormai, ci aspettiamo di tutto. Sì, di tutto. Abbiamo toccato interessi incredibili. Personaggi che hanno fatto il bello e il cattivo tempo con la gestione dei beni sequestrati alla mafia. E sequestrati anche a imprenditori che con la mafia non c’entravano affatto. Questi signori che hanno gestito tali beni, con molta probabilità, erano protetti anche dalla Massoneria. Certo, alcuni di questi signori sono caduti in disgrazia. E si vogliono vendicare contro di me. Detto questo, il sistema è ancora in piedi”.
Andiamo con ordine. Prima di occuparci di chi è ancora nel giro parliamo delle voci che qualcuno, ad arte, sta facendo circolare sul suo conto.
“Parla del fatto che vorrebbero arrestarmi?”, ci chiede ironico Maniaci.
Sembra che a Roma, addirittura in Parlamento, alcuni deputati avrebbero chiesto ‘notizie’ su di lei…
“La storia gliela racconto subito. La Commissione nazionale antimafia ha convocato il procuratore della Repubblica di Palermo, Franco Lo Voi”.
E perché l’avrebbe convocato?
“Per parlare dei problemi legati alla gestione dei beni sequestrati alla mafia”.
Scusi, invece di convocare la dottoressa Silvana Saguto, che è stata per lunghi anni protagonista della gestione, a quanto pare non ‘entusiasmante’, di questo travagliato settore, i parlamentari della Commissione nazionale Antimafia convocano il procuratore Lo Voi. Ma come funziona la politica italiana?
“Questo non lo deve chiedere a me: lo deve chiedere ai politici. E, segnatamente, all’ufficio di presidenza della Commissione nazionale Antimafia”.
Si riferisce all’onorevole Rosy Bindi, quella che difendeva la dottoressa Saguto e che, a proposito della gestione dei beni sequestrati alla mafia, diceva: tutto a posto, tutto bene?
“Per l’appunto: parliamo proprio di lei, dell’onorevole Bindi. E anche dell’onorevole Claudio Fava”.
Che ha combinato stavolta Claudio Fava?
“E’ stato lui, nel corso dell’audizione del procuratore Lo Voi, a chiedere allo stesso magistrato: ‘Abbiamo sentito di un’inchiesta a carico di Pino Maniaci, lei procuratore che ci può dire?”.
E che gli ha detto il procuratore Lo Voi?
“Guardi, di questa storia, che se mi consente è un po’ incredibile, ho notizie frammentarie. So che c’era l’Aula di Montecitorio convocata. E che per ‘raccontare vent’anni di antimafia’, così mi hanno riferito che avrebbe detto il procuratore Lo Voi – con riferimento anche al mio operato – sarebbe servito almeno un quarto d’ora di pausa. A questo punto la presidente Bindi avrebbe detto: ‘Un quarto d’ora? Anche mezz’ora, anche due ore. Tutto il tempo che occorre”.
Però lei l’onorevole Bindi la deve capire: era una sorta di Santa Maria Goretti del PD e voi di TeleJato l’avete sputtanata a dovere. Per non parlare delle Iene, che se la stavano sbranando…
“Guardi, noi non abbiamo sputtanato l’onorevole Bindi: ha fatto tutto lei”.
Insomma, se non abbiamo capito male vorrebbero farla arrestare e, magari, sbaraccare TeleJato. E’ così?
“Non so quali siano le intenzioni. Non so che cosa abbiano in testa di fare. Ma so che la dottoressa Saguto, l’ex Prefetto Cannizzo, l’avvocato Cappellano Seminara e il colonnello della Guardia di Finanza Rosolino Nasca non mi amano. Anzi. Lo sa perché tutti mi denunciano per stalking e non per diffamazione?”.
No, ci dica.
“Mi denunciano per stalking per poter fare mettere sotto controllo il mio telefono”.
E ci sono riusciti?
“Penso proprio di sì”.
Sanno che voi di TeleJato siete molto informati. Magari perché, da giornalisti, parlate con tutti. Che cosa vogliono combinare?
“Vedo che lei mi ha anticipato. Noi abbiamo trattato tanti casi di mafia. E tante vicende legate alla gestione dei beni sequestrati alla mafia. Il caso degli imprenditori Cavallotti, per esempio. O il caso dell’Abazia di Sant’Anastasia e via continuando con tante altre storie. Sa, equivocando si possono alzare polveroni”.
Lo sappiamo benissimo. Basti per tutti il ‘caso’ dello scioglimento del Comune di Racalmuto per mafia. Una barzelletta. Una farsa che, però, ha consentito ai comitati di affari dell’acqua e dei rifiuti di eliminare un sindaco scomodo. Torniamo alle stranezze. Cosa ci dice della vicenda Cavallotti?
“Pagavano il ‘pizzo’. Ma sono stati assolti. La Procura generale ha detto: restituitegli i beni”.
E glieli hanno restituiti?
“No.”
Sono stati assolti e non gli hanno restituito i beni?
“Esattamente. E hanno fatto di più”.
Cosa?
“Hanno venduto alcuni beni dell’azienda Cavallotti, che si occupava di metanizzazione, a Italgas. E poi hanno sequestrato i beni a Italgas”.
E perché?
“Perché aveva rapporti con l’azienda Cavallotti”.
Ma qui siamo oltre Pirandello. Questi amministratori giudiziari sono ‘artisti’. Meriterebbero di andare a recitare in un Teatro…
“Lei scherza. Ma lo sa quant’è costato questo scherzetto a Italgas? Da sei a nove milioni di Euro tra amministratori giudiziari e coadiutori”.
A proposito di affari: chi sono quelli rimasti ancora nel giro?
“Cominciamo con il dottore Andrea Dara, il commercialista e amministratore giudiziario che ha massacrato Villa Santa Teresa di Bagheria. In questi giorni è stato ‘promosso’: ha incassato una bella nomina ad Aci Trezza dal Prefetto Postiglione”.
E poi?
“Guardi, i casi più eclatanti restano quelli degli avvocati Cappellano Seminara e Virga”.
Ancora loro?
“Vero è che hanno rinunciato agli incarichi (in parte, almeno alcuni). Ma fino a quando non subentreranno i nuovi amministratori giudiziari resteranno in carica. E continueranno a gestire”.
Vuole dire qualcosa al procuratore Lo Voi e sui vent’anni di antimafia che dovrebbe illustrare a Rosy Bindi e a Claudio Fava?
“Prima di parlare di vent’anni di antimafia a proposito del mio operato, il procuratore Lo Voi farebbe bene ad occuparsi del verminaio che c’è presso la Sezione fallimentare del Tribunale di Palermo e degli incarichi a decine di migliaia di Euro dei Ctu (Consulenti tecnici del Tribunale). Magari arriverà prima di noi, che ce ne stiamo cominciando ad occupare”.
Fonte: lavocedinewyork.com
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Sarebbe veramente "pirandelliano" un finale che preveda l'arresto di Pino Maniaci, ossia di colui che, più di tutti, ha denunciato le storture e il marciume del sistema di assegnazione degli incarichi di gestione dei beni sequestrati ai soliti Amministratori giudiziari. Invece di proporlo per un' alta onorificenza, cosa che per la delicatezza della materia trattata, il coraggio e la competenza dimostrati meriterebbe in pieno, viene addirittura fatto oggetto di indagine giudiziaria. Incredibile, ma in che razza di Paese viviamo? La magistratura che fa corpo e difende se stessa, anche quando è palese il marcio che c'è in alcune sue componenti. E i politici? La Bindi dovrebbe dimettersi per le sue dichiarazioni a favore della Saguto e contro il Prefetto Caruso. Vergogna, vergogna davvero, nel nostro Paese ormai la corruzione è arrivata a limiti intollerabili!
sarebbe opportuno sapere se i quotini hanno ricevuto incarichi dalla referente dell'Agenzia beni confiscati e soprattutto in quale provincia e chee fine hanno fatto i beni e le aziende affidatogli