Beni sequestrati, intervista a Pino Maniaci: “Cappellano e Saguto? Due intoccabili”
Dopo le nuove rivelazioni sulla gestione della Sezione per le misure di prevenzione del Tribunale di Palermo – una specie di stillicidio che coinvolge istituzioni e personaggi che rappresentano le stesse istituzioni giudiziarie – siamo tornati a chiedere ‘lumi’ a Pino Maniaci, il direttore di Telejato che ha fatto esplodere questo ‘caso’. Con lui affrontiamo tanti temi: a cominciare dal ruolo delle ‘holding’ dell’antimafia, Libera e Addiopizzo.
Piano piano, al ritmo di uno stillicidio, vengono fuori le rivelazioni sul ‘caso’ della Sezione delle misure di prevenzione del Tribunale di Palermo. Il riferimento è, per lo più, all’ex presidente, Silvana Saguto, e all’avvocato Gaetano Cappellano Seminara. È già venuta fuori la storia di un debito della famiglia della dottoressa con un supermercato sequestrato alla mafia (debito che è stato in parte pagato). Quindi la storia del tonno sequestrato poi utilizzato per una cena. E oggi il Giornale di Sicilia pubblica un articolo con ampi stralci delle intercettazioni tra la dottoressa Saguto e l’avvocato cappellano Seminara. Articolo che lascia basiti per il tono e per gli argomenti. Tra questi, l’ex presidente della Sezione di misure di prevenzione che dice di non avere soldi per pagare l’energia elettrica. E i rapporti con la “Calcestruzzi”.
Confessiamo di essere rimasti di stucco nel leggere l’articolo del Giornale di Sicilia. Così, ancora una volta, siamo andati a chiedere ‘lumi’ a Pino Maniaci, il direttore di Telejato, il giornalista che ha fatto scoppiare questo putiferio.
“Certo – ci dice – ho letto l’articolo. E mi pongo e pongo subito una domanda: quando si parla della Calcestruzzi a chi si fa riferimento? Ricordo che Grimaldi, il figlio di un cancelliere del Tribunale di Palermo, amministra almeno dodici aziende di calcestruzzo. Detto questo, oltre che da quanto comincia a emergere dalla intercettazioni, io sono sbalordito dalle dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi dalla stessa dottoressa Saguto”.
Ovvero?
“Guardi, la dottoressa Saguto ha tirato in ballo Libera, Addiopizzo e il presidente del Tribunale di Palermo, Leonardo Guarnotta. A suo dire, le associazioni antimafia e antiracket segnalavano i nomi degli amministratori giudiziari. Tutto questo a me sembra incredibile”.
Parliamo un po’ di Libera e di Addiopizzo?
“Qui entriamo in un campo molto particolare. Cominciamo col dire che sia Libera, sia Addiopizzo sono partite da zero. Oggi sono delle holding. Ciò posto, il ruolo che hanno svolto è positivo. Anche se ci sono aspetti che a me sembrano poco chiari. Su Libera mi sono posto e continuo a pormi qualche domanda. Per esempio: perché i prodotti di Libera debbono costare tanto? Un pacco di pasta cinque-sei Euro; un vasetto di caponata cinque Euro. Sono prezzi proibitivi. Sarebbe auspicabile che tali prodotti diventino accessibili a tutte le tasche. Soprattutto alle famiglie indigenti. Invece avviene il contrario. Sull’argomento ho chiesto un parere a Don Ciotti. Ma non ho mai ricevuto risposta. Poi c’è, in prospettiva, la questione legata ai sequestri”.
Cioè?
“Mi riferisco alla proposta di legge, che il Parlamento nazionale deve ancora iniziare a discutere, sulla gestione dei beni sequestrati. Questa proposta di legge – relatore il parlamentare Davide Mattello, del PD, da sempre vicino a Libera – prevede di assegnare alle associazioni antimafia, in via provvisoria, i beni e le aziende sequestrate alla mafia. A me questa proposta sembra sbagliata. Ricordiamoci che un bene sequestrato può tornare al suo legittimo proprietario, là dove non dovessero emergere problemi”.
Questo è un tema che voi di Telejato avete sollevato con forza, non senza buone ragioni: tante imprese sequestrate vengono svuotate e poi riconsegnate semi fallite ai legittimi proprietari.
“Appunto. Anche grazie a questo metodo è stata distrutta buona parte dell’economia di Palermo e della sua provincia. Sarebbe interessante ascoltare le testimonianze degli imprenditori che hanno subito queste ingiustizie”.
A questo punto cogliamo l’occasione per invitare questi imprenditori a raccontarci le loro storie. Detto questo, passiamo all’avvocato Cappellano Seminara, che a quanto pare è e rimane un intoccabile.
“Proprio così, un intoccabile. Infatti fino ad oggi ha mantenuto tutti gli incarichi. E passa addirittura all’attacco. Un qualunque altro cittadino, al suo posto, sarebbe già in galera con i beni sequestrati”.
Sarebbe una nemesi: il gestore dei beni sequestrati che subisce il sequestro dei propri beni…
“Sarebbe un fatto di giustizia”.
Tornando all’avvocato Cappellano Seminara, la dottoressa Saguto ha detto che la Sezione gli ha assegnato solo otto incarichi.
“Non è affatto così. Nello studio dell’avvocato Cappellano Seminara operano trentacinque avvocati. Sono gli avvocati che noi di Telejato abbiamo definito i quotini. Questi legali gestiscono tantissimi beni a Palermo e in provincia. Altro che solo otto incarichi!”.
A suo giudizio come si sta comportando in questa storia il Consiglio Superiore della Magistratura (CSM)?
“Da quello che leggo e sento il comportamento del CSM risulterebbe un po’ ambiguo. Sembra che proponga ai magistrati coinvolti in questa storia di chiedere il trasferimento. Così ha detto la stessa dottoressa Saguto. Anche tale aspetto a me sembra devastante”.
Qualche magistrato ha parlato del pericolo di delegittimare la magistratura.
“Ho letto, in questo senso, dichiarazioni in generale. Non mi sembra che sia questo il problema. Anzi i magistrati hanno tutto l’interesse a chiarire i fatti. E poi, diciamolo con chiarezza: chi è che verrebbe delegittimato dalla richiesta di chiarezza in materia di gestione dei beni sequestrati e confiscati alla mafia? La dottoressa Saguto? Io invece penso sempre al sacrificio di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Che avrebbero pensato di tutta questa incredibile storia?”.
In questi giorni avete sollevato anche il caso dell’impresa Niceta. È vero che chiuderà i battenti?
“Della vicenda Niceta abbiamo le carte. Gli amministratori giudiziari hanno licenziato circa cinquanta dipendenti. E ne hanno assunto ventiquattro. Alcuni di questi nuovi assunti sono amici dei solito giro. L’ho detto e lo ribadisco: in questa vicenda tagliare la testa lasciando il corpo non serve a nulla, perché tutto rimane come prima. Faccio un esempio concreto: a che serve mandare via Virga se poi i coadiutori nominati dallo stesso Virga restano?”.
Ma secondo lei chi c’è dietro questa storia? A parte gli avvocati, non ha parlato e non parla nessuno. A cominciare dall’Ordine dei commercialisti. E tutti restano sostanzialmente al proprio posto.
“Quello che posso dire è che dietro la gestione dei beni sequestrati e confiscati alla mafia ci sono interessi enormi. Vi siete chiesti perché la dottoressa Saguto non è stata toccata? Ve lo dico io: perché tiene in pugno personaggi importanti. E questo a me sembra un fatto gravissimo”.
Articolo tratto da: www.lavocedinewyork.com
Ma quante cose sa il dott. Maniaci? … Mi sembra un guru … Io però gli proporrei di fare anche un corso … non al Dems si intende, dove vuole lui … sulla legge antimafia, sui beni sequestrati e confiscati e sulle aziende in generale, per evitare un po’ di crassa ignoranza che rischia di compromettere la sua reputazione di giornalista!
È probabile che ci sono delle sfaccettature legali che a lui sfuggono, ma il fatto concreto ed incotestabile che il sistema della gestione dei beni sequestrati è sbagliato, qualsiasi uomo (o comunque la stragande maggioranza di essi) se ha occasione di rubare lo fa. È soprattutto non si possono affidare beni a gente incompetente nel gestirla, bisogna rivedere tutto il sistema!
Magari con un amministrazione e firma congiunta, da un lato il proprietario che ha tutto l’interesse ha portare avanti l’azienda fiducioso che un giorno la avrà indietro, e dall’altro l’amministratore giudiziario che può accedere instantaneamente a tutto l’incartamento azienda e conteporanemanente vigilare sull’operato della stessa.. Basta mettere un quotino come dice il buon Maniace….
Propositivo …il Dr. Maniaci con la sua” crassa ignoranza” è stato determinante nel far venire alla luce tutte queste porcherie intercettate, che leggiamo giornalmente sui media…non oso immaginare cosa conterranno gli omissis…..e chissà che l’indagine non si sposti in qualche altra sezione del Tribunale, come la fallimentare, dove si gestiscono ingenti patrimoni in maniera un po’ allegra per non dire altro
uno spunto di riflessione….date un occhiata alle agenzie immobiliari a cui si appoggia il CAPPELLANO….immobili ceduti ad un prezzo nettamente inferiore del valore di mercato, e acquistati dai loro amici in parte dichiarati e in parte in nero, con relativa regalia dell’acquirente amico……la mia personale conclusione ARRICCHIRSI sulle disgrazie di altri ha solo una definizione VISCIDI
Sentiamo cosa sa il sig.propositivo della legge antimafia,sui beni sequestrati e confiscati…….e mi citi il nome di uno solo di giornalisti che hanno denunciato questo puttanaio….centomila di Pino Maniaci for ever……