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Risarcimento della Distilleria a Partinico: si va verso la prescrizione?

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Distilleria Bertolino e i 2 milioni di euro di risarcimento al Comune di Partinico.

Sollevando il problema dei due milioni di euro che la Distilleria Bertolino era stata condannata a pagare, per disastro ambientale, circa venti anni fa, questa emittente non ha chiesto altro che il risarcimento, dovuto ai cittadini di Partinico per tutto quello che negli anni passati hanno dovuto subire, almeno per quanto riguarda le conseguenze di un’attività condotta selvaggiamente, attraverso tutta una serie di manovre, sotterfugi, collusioni con poteri forti e altri espedienti, per dirla con un eufemismo, poco corretti.

Si tratta di soldi che servirebbero, in un momento in cui le casse comunali sono vuote e il paese versa in uno stato di abbandono che è difficile riscontrare in molti altri paesi limitrofi. Malgrado il nostro tentativo di avere notizie precise e di informare la gente su qualcosa che la riguarda direttamente, non siamo andati oltre a generiche notizie tutte infarcite da generici “mi pare”, “vedrò di sapere”, “non risulta nulla”. Avevamo scritto che a febbraio, dopo un vergognoso rinvio di quattro anni, il giudice incaricato della vicenda avrebbe dovuto tenere un’udienza: pare che in quell’udienza si sia presentato l’avvocato Sorrentino, legale del Comune, al quale sono stati chiesti ulteriori documenti. E quindi ulteriore rinvio a Maggio. A questo punto non si sa più nulla, anche perché il nostro avvocato non ha neanche informato il Comune, che gli paga la parcella, del suo operato. Non ci vuole molto a concludere che l’atto finale della vicenda, il momento cui si vuole arrivare, è quello della prescrizione. Per dirla in siciliano “agneddu e sucu e finiu u vattiu” (agnello e sugo ed il battesimo è già finito). E non si tratta di un battesimo, ma di un sostanzioso malloppo, a parte la parcella dell’avvocato.

Abbiamo chiesto con forza una conferenza stampa, da parte del sindaco, che fra l’altro ha la delega agli Affari Generali, per informare la cittadinanza. Nessuna notizia. Si presume che, in una situazione così delicata, che ha il sapore di una beffa, qualche consigliere, quantomeno dell’opposizione, possa avere presentato un’interpellanza, ma non ci risulta. Si presume che l’avvocato Sorrentino, che fra l’altro conosce bene il suo mestiere, dia qualche ragguaglio, ma anche lui ha scelto la latitanza. E infine, si presume che, vista la conduzione approssimativa della vicenda, il Comune scelga qualche altro avvocato che si faccia sentire e che non la dia vinta alla “signora d’i vinazzi”. Invece niente, un niente così rumoroso da lasciare il sospetto che sotto non ci sia qualcosa.

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Salvo Vitale

Salvo Vitale è stato un compagno di lotte di Peppino Impastato, con il quale ha condiviso un percorso politico e di impegno sociale che ha portato entrambi ad opporsi a Cosa Nostra, nella Cinisi governata da Tano Badalamenti, il boss legato alla Cupola guidata negli anni Settanta da Stefano Bontate.

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