Da una parte un assessore entusiasta, che dice che tutto procede bene, che reagisce alle critiche, come se si trattasse di offese alla sua persona e al suo operato, dall’altra un paese che, con la scomparsa dei cassonetti, è ridotto a un’immensa discarica. Da una parte i cittadini che devono in qualche modo disfarsi della monnezza, dall’altra gli addetti al ritiro che, nonostante tutti gli sforzi, non riescono ad assicurare un servizio efficiente a tutto il paese. Da una parte gente che espone davanti alla porta quello che è previsto giornalmente per la raccolta, dall’altra la permanenza nello stesso posto, per più giorni, dello stesso sacchetto che poi, al momento del ritiro, viene messo assieme agli altri che contengono rifiuti diversi e gettato assieme alla cosiddetta indifferenziata. E ancora, da una parte gli sforzi immani degli operatori ecologici per tenere pulito il paese, dall’altra un numero costante e cospicuo di irriducibili che continuano imperterriti a gettare i loro rifiuti nei posti di prima, come se nulla sia accaduto.
Sono stati individuati alcuni siti per il conferimento, ma, pare, nei posti sbagliati, perché alle quattro Vanelle di Balestrate il camion per il conferimento, con il suo autista, sta in attesa , ma solo pochissimi se ne servono. Poco frequentato è anche il sito del mercato ortofrutticolo, a parte la difficoltà di arrivarci, perché se qualcuno pensa di andarci dallo svincolo vicino al vivaio Suriano, troverà il cancello di accesso al mercato sbarrato e chiuso col catenaccio. Anche l’ultimo sito in contrada Castrone si è rivelato un mezzo fallimento: in un posto con un brutto accesso, dove non ci vuole niente a causare un ingorgo di macchine, sotto una “pennatella”, c’è un uomo seduto all’ombra, con un registro, che dà un’occhiata ai rifiuti che gli vengono portati e sentenzia: “Oggi non è giornata. Riportate tutto indietro”. Ieri era la giornata della plastica, ma non è stato facile neanche questo, perché a ogni cittadino che conferisce viene chiesta la carta d’identità, di cui si registrano gli estremi. Così, se si vuole fare una multa perché qualcuno ha messo nel sacchetto qualcosa che andava altrove, non c’è bisogno di niente. Quattro uomini guardavano il dipendente col registro, aspettando le direttive. La vista di tanta gente che riportava indietro i propri rifiuti ha ingenerato tristezza, perché nei loro occhi leggevi che se ne sarebbero liberati non appena trovavano l’angolo giusto. E così lo scrivente, che abita da quarant’anni a Partinico, poiché è ancora residente a Terrasini, ha dovuto portare il suo sacco di indifferenziata nel suo paese, dove il tutto funziona meglio, perché nell’isola ecologica si accoglie tutto e ci pensano gli operatori a sistemare quello che viene conferito. Intanto sono nati infatti nuovi siti di raccolta, diversi da quelli indicati: uno di questi è lungo la superstrada per Alcamo, vicino alla vecchia discarica, dove la fila dei sacchetti si allunga giornalmente. Insomma, così “un funziona”, bisogna dirlo senza paura di offendere l’operato di chi ci lavora: “un funziona” perché tutto è partito troppo presto, in maniera improvvisata e senza l’opportuna campagna d’informazione, “un funziona” perché i partinicesi, ma non tutti, sono “ngrasciati” e scambiano alcuni angoli di strada per casa loro, “un funziona” perché la gente deve sapere che la differenziata avrà una destinazione e non finirà in un unico calderone. “Un funziona” perché il lavoro di sorveglianza non c’è o è approssimativo, perché ai vigili urbani non viene pagato il lavoro straordinario. “Un funziona” perché c’è lo strisciante sospetto che non si voglia far funzionare nulla, affinchè tutto torni come prima e coloro che si sono arricchiti lavorando con la raccolta indifferenziata, possano continuare ad arricchirsi come prima. “Un funziona” perché ancora nessuno si è messo nell’ordine di idee che “a munnizza” è una risorsa, “a munnizza è oro” e, se bene utilizzata e riciclata, può comportare abbattimenti sensibili delle tasse pagate dai cittadini. “Un funziona perché in paese non ci sono contenitori in cui gettare la differenziata, né è pensabile che il Comune li acquisti. Per il momento contentiamoci di dire che “E’ questione di tempo. “
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