Di Salvo Ognibene
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Il prossimo 23 maggio verrà beatificato il vescovo Oscar Arnulfo Romero, ucciso a San Salvador il 24 marzo 1980 da un cecchino di estrema destra. Nella sua Chiesa. Mentre celebrava l’eucaristia.
Un processo di beatificazione iniziato con l’apertura della causa nel 1997 e rimasto bloccato per molti anni. Secondo monsignor Paglia, postulatore della causa, “la figura di Romero ha richiesto tempo perché chi non era d’accordo doveva essere aiutato a capire che aveva torto”. E non è un caso che la beatificazione del martire ucciso in odio alla fede arrivi sotto il pontificato di papa Francesco. É necessario però, ricordare che negli anni 70’, mentre il Vaticano lo accusava di essere troppo vicino alla teologia della liberazione, l’esercito occupava le chiese e uccideva i fedeli.
Il religioso salvadoregno non ebbe mai un buon rapporto con papa Montini e il suo senso di solitudine è evidente nella nota lasciata a Paolo VI durante la loro ultima udienza privata: “Lamento, Santo Padre, che nelle osservazioni presentatemi qui in Roma sulla mia condotta pastorale prevale un’interpretazione negativa che coincide esattamente con le potentissime forze che là, nella mia arcidiocesi, cercano di frenare e screditare il mio sforzo apostolico”.[1]
Durante le esequie l’esercito aprì il fuoco sui fedeli, compiendo un nuovo massacro.
Oggi, a trentacinque anni dal suo assassinio viene beatificato. Così come don Pino Puglisi, il parroco siciliano ucciso dalla mafia il 15 settembre 1993. Due processi di beatificazione diversi. Due vite diverse ma unite dal Vangelo e da una fede autentica che in quanto tale non ha e non può avere paura della morte.
E forse, anche a don Peppe Diana, toccherà questa strada. Il 19 marzo 2015, in occasione del 21esimo anniversario dell’uccisione di don Giuseppe Diana, il vescovo di Aversa Angelo Spinillo (che è anche Vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana) dichiara in un’intervista alla tv dei vescovi, Tg2000, che si farà il processo per la beatificazione di don Diana a seguito della petizione presentata dall’Agesci e dal Comitato Don Peppe Diana per per avviare il processo canonico.
Intanto, nella nostra Italia, il prossimo 23 maggio, in Italia, ricorderemo l’anniversario della strage di Capaci in cui persero la vita Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e gli uomini della scorta: Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro.
Un giorno che assume ancor di più valori importanti e che non può lasciarci a guardare. In attesa che una nuova e più attenta pastorale inizi a prendere vita. Magari seguendo proprio l’esempio dei suoi beati.
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