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L’Aquarius: la nave che salva i migranti

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Marsiglia. 20/02/2016. Boooom, booooom, boooom. Sbuffando come ogni nave che si rispetti, alle 18 precise l’Aquarius è salpata alla volta di Palermo.

Dopo una sosta a Palermo e a Lampedusa, tra pochi giorni comincerà la sua missione nelle acque internazionali tra l’Italia e la Libia. “Salvare vite umane”. È il motivo che ha spinto Klaus Vogel e Sophie Beau a fondare SOS MEDITERRANEE, un’associazione umanitaria nata per venire in aiuto dei profughi e dei migranti che tentano di attraversare il Mediterraneo verso l’Europa.

Sempre più cittadini decidono di impegnarsi personalmente per sostituirsi a Stati ed organismi internazionali negligenti. Nel 2013 Regina e Christofer Catrambone, durante una vacanza a Lampedusa, vedono un giubbotto galleggiare nel mare. Sono testimoni dell’ennesimo naufragio al largo del Canale di Sicilia. Decidono di fondare la fondazione MOAS (Migrant Offshore Aid Station) e dal 2014 soccorrono e assistono uomini e donne in difficoltà in alto mare, non solo nel Canale di Sicilia ma anche nell’Egeo e golfo del Bengala.

Tra le 10 e le 17 centinaia di persone in coda hanno occupato il molo del più grande porto del Mediterraneo. Era infatti possibile salire sulla nave Aquarius per conoscere l’equipaggio che tra pochi giorni salverà centinaia di vite umane coordinandosi con MRCC di Roma, il Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera.

“Perché su quella nave c’è scritto S.O.S Méditerranée?” chiede un giovane turista bolognese alla mamma. Per tutta la giornata gruppi di 12-15 si alternano nelle cabine e sul ponte per discutere con volontari, membri dell’equipaggio e con i medici di Médecins du Monde, che per il momento costituiscono il partner principale dell’impresa. Michel ha 9 anni, viene da Bordeaux ed è venuto a Marsiglia per le vacanze. Quando alle 17 viene comunicato a lui ed alla sua famiglia non potranno salire perché ormai è tardi ed alle 18 bisogna salpare ci resta malissimo. Ma, poco dopo, l’esibizione di un gruppo di artisti venuti con tamburi e ballerini dai vestiti variopinti gli fa tornare il sorriso.

Dopo il naufragio di Lampedusa del 3 ottobre 2013, il governo Letta finanziò l’operazione “Mare Nostrum”. Fino al 1 novembre 2014 le forze della Marina Militare dell’Aeronautica Militare italiane hanno salvato centinaia di potenziali naufraghi pattugliando le acque a trenta miglia dalle coste libiche. In seguito alle numerose critiche dagli altri paesi europei, da novembre 2014 l’operazione “Triton” è subentrata a mare Nostrum. Da allora 15 dei 28 Stati membri dell’UE pattugliano il Canale di Sicilia senza allontanarsi oltre le trenta miglia dalle coste europee. “Da allora il numero delle vittime nel Mediterraneo è aumentato invece di diminuire”, ci racconta stizzito Julien, volontario sulla nave Aquarius.

“E dopo averli salvati che succede ai naufraghi? Quanti ne potete raccogliere?” chiede un bimbo in visita sulla nave ad una dottoressa dell’equipaggio. In base alle indicazioni del comando del MRCC, i 250 migranti che può ospitare Aquarius approderanno sulle coste italiane in uno dei porti attrezzati. Da lì potranno procedere al deposito di una domanda d’asilo se lo vorranno.

“11000 euro è il costo giornaliero della missione” spiega con entusiasmo il volontario che ci guida sulla nave. “Con i fondi a disposizione potremo essere operativi fino ad aprile. Dopo si vedrà. Confidiamo molto nella generosità dei privati cittadini e delle istituzione, che fino ad ora ci hanno ignorato, con la sola eccezione della città di Parigi”.

Appuntamento a Palermo il 23 febbraio al porto. Dalle 11 alle 16 sarà possibile visitare la nave Aquarius ed incontrare il suo equipaggio. Alle 10 una conferenza stampa alla presenza del Sindaco permetterà di presentare il progetto alla stampa italiana. A seguire, dalle 16.30 alle 18.30 verrà presentata l’operazione con un incontro pubblico che si terrà presso il teatro Agricantus. Terminerà la giornata lo spettacolo “Deserto d’acqua” offerto dal Teatro Atlante.

E poi si salperà verso Lampedusa, l’isola protagonista del film Fuocoammare di Gianfranco Rosi appena premiato con l’Orso d’Oro alla Berlinale (QUI).

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Redazione

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