C’è dissenso: Alcune delle associazioni si rifiutano categoricamente di criticare pubblicamente il sindaco. Contro una mafia generica, innominata, sì. Ma fare nomi e cognomi non è educato. E badate che non si tratta di gente cattiva: ma di brave persone, sinceramente disposte a gridare parole forti per un ideale: sono quei maledetti nomi che rovinano ogni cosa.
Così, per l’ennesima volta, una manifestazione forte e condivisa rischia per un momento di naufragare su piccoli dissensi e su inconfessate timidezze.
Io spero che si mettano d’accordo, e che rispettino in qualche modo la serietà del nostro appello: è da trent’anni che noi facciamo nomi e cognomi, magari sgarbatamente ma senza ipocrisia; non avremmo mai chiesto alla gente di mobilitarsi contro dei generici innominati.
Speriamo che il dovere prevalga, che non si regali nulla (e non per la prima volta) ai padroni della città. Le responsabilità, nei paesi civili, hanno sempre dei nomi e dei cognomi.
(aggiornamento del 27/01/2016). Ha prevalso il buonsenso, ha prevalso l’unità. Le divisioni, alla fine, sono state superate. Sarà un corteo felice, allegro e senza timidezze nè censure. Alla fine, ci siamo arrivati. E a Catania, per una volta, i vari gruppi e gruppetti marciano insieme. La società civile non è un’utopia, e finalmente a Catania si va formando una forza in grado di dare battaglia, serenamente e con fiducia, per salvare l’avvenire della città.
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