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Un balsamo per l’anima

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El diamante de la bachata. Una vibrante ed intensa testimonianza/riflessione di Ilaria Di Roberto – scrittrice, artista, attivista femminista radicale e vittima di revenge porn, cyberbullismo e molestie – sull’importanza della musica e dell’arte.

A più di un anno dall’uscita del singolo “Volveras”, il giovane cantante -ballerino e cantautore di bachata e musica latino-americana Cosimo Esposito – in arte “El diamante de la Bachata” – torna in campo con un nuovo singolo. Sto parlando della sua nuova produzione “Esta bachata”, un brano coinvolgente, dinamico, ricco di spunti volti a scongiurare l’idillio di una pandemia che ha stravolto incommensurabilmente i più svariati settori: dall’economia al turismo, fino ad arrivare al mondo dell’arte e dello spettacolo, panorami entro i quali il giovane artista salernitano si è sempre distinto, riscuotendo in tutto il mondo un notevole successo. Conosciuta in Russia, Turchia, Germania, Grecia, Olanda, Slovenia, Spagna e tanti altri paesi d’Europa, la sua musica è disponibile su tutti i digital store ed ha già scalato diverse classifiche del settore latino. Purtroppo, in un clima di stallo e di perenni restrizioni, può capitare di attraversare un momento di crisi.

«Avevo quasi pensato di smettere – racconta l’artista in una delle sue recenti interviste – la pandemia mi aveva quasi fatto svanire tutti i miei sogni e le mie ambizioni e soprattutto mi mancava la voglia di condividere con il pubblico le mie emozioni e i miei brani».

Tuttavia, Cosimo non si arrende e decide di tornare in carreggiata con il suo nuovo singolo, cantando ancora una volta l’amore. Già, perchè l’amore rappresenta l’unico strumento di rivalsa e di liberazione all’interno di un mondo veniale, spesso impregnato di superficialità e frivolezza. Un mondo che necessita di ribaltare gli schemi, travalicare le barriere e i muri, ma soprattutto di inaugurare un percorso di rinascita, stemperando l’irrequietezza dovuta all’impatto della pandemia e al successivo tracollo. E in questo Cosimo, attraverso il suo nuovo brano (tutt’altro che frivolo), riesce alla grande: infatti “Esta bachata” ha raggiunto in poche settimane più di 135mila visualizzazioni e grazie ad una miriade di condivisioni, è già ballato in tutto il mondo. 

Con un sound travolgente, mai scontato, ma soprattutto ricco di colpi di scena, “Esta bachata” è sicuramente il modo migliore per poter dire “Eccomi di nuovo tra voi, sono tornato!”. Con un leit motiv tutto da ballare, racconta di un amore corrisposto, a tratti indecifrabile, dove si riproduce fedelmente l’incertezza del futuro – caratteristica del periodo pandemico – associata ad un bisogno quasi fisiologico di manifestare le proprie passioni attraverso la musica, il ballo, il canto e l’arte. Di fatto, all’interno del brano, il giovane artista narra di come a volte, dubbi esistenziali o il timore di una nuova delusione possano essere spazzati via attraverso il dialogo, la fiducia o come in questo caso, grazie al ballo.

Sì, perché il ballo – specialmente quello caraibico – è unione, energia, fusione, passione, erotismo, ricerca costante dell’altro attraverso il movimento. É proprio grazie a questo “imprinting” che ogni domanda troverà le sue risposte. E il testo ne é una conferma: “Cuando bailo contigo esta bachata, no me falte nada, me hace feliz. Cuando bailo contigo esta bachata, espero que il tiempo ya se pare”.

Una bachata esotica, ardente, mai omogenea che ricalca nella sua enfasi il bisogno di un amore sincero e libero, tanto quanto il desiderio incommensurabile di manifestarlo attraverso il movimento. Un mix di stili narrati in maniera originale, rinnovata, mai scontata, totalmente esenti dal rigido copione adottato da buona parte degli cantanti latini. Non a caso, la scelta dell’artista è stata quella di inserire tra una strofa e l’altra dei momenti più frizzanti, durante i quali potersi sbizzarrire con dei pasitos, riproducibili anche in assolo da uno o più ballerini. Quella di Cosimo, non è solo una ratio circoscritta al ballo, ma la riproduzione dell’amore stesso; più in particolare l’idea rappresentativa di una relazione sana: lasciarsi per un momento e poi riprendersi – mantenendo integra la propria individualità – convinti che qualsiasi cosa succeda, al nostro fianco troveremo sempre la persona che amiamo a tenderci la mano e a cantare l’amore.

Non smetterò mai di rimarcare quanto questo artista abbia contribuito in maniera determinante al mio percorso di rinascita, a seguito di un lungo e travagliato periodo di abusi e violenze. Ricordo che ebbi modo di parlare con lui per la prima volta poco più di un anno fa e la prima impressione che mi diede fu quella di un giovane artista indubbiamente talentuoso, ma anche in grado di trasmettere familiarità e genuinità già solo attraverso le parole. Sì, perché è raro oggigiorno riuscire ad approcciarsi con artisti in maniera non propriamente formale, amichevole o completamente sradicata dalla dicotomia «artista/fan» dove il più delle volte l’artista è sul suo podio dorato, mentre il/la fan finisce irrimediabilmente per assumere un ruolo passivo, abulico e decisamente subalterno rispetto al proprio idolo.

Bene, con Cosimo non ho sperimentato tale divario. Era come stare a casa. Essendo originaria di napoli, non so se sia stato per via della sua cadenza partenopea o per la sua incommensurabile dolcezza, ma ciò che mi ha trasmesso si pone totalmente al di là di ogni insipida e tradizionale interazione avuta con altri artisti, negli ultimi dieci anni. Devo ammettere di averne conosciuti diversi, tuttavia la ratio finiva per rivelarsi sempre la stessa: «Ij song artista, tu nun si nisciuno».

Cosimo si distingue, emerge e con un’umiltà inusuale, riesce a manifestare il proprio talento senza svalutare o deprezzare i suoi amati fans: persone che grazie alla sua arte, riescono a trovare lo stimolo per sopperire ad una vita che non è stata sempre buona con loro. Per un lungo periodo neanche con me.

Succede che quando sei vittima di violenza – specialmente di una violenza così subdola come quella del Revenge Porn – non solo ti ritrovi a combattere contro i tuoi carnefici, ma anche con un infimo processo di ri-vittimizzazione generalmente perpetrato a danno di chi subisce. A causa di retaggi culturali machisti e arcaici, vieni bollata come “una ragazza facile” o come “una pazza in cerca di notorietà” e tanti altri appellativi non propriamente lusinghieri o comunque non idonei ad una donna che è stata violata e che sta cercando disperatamente e con tutte le sue forze di ricostruire la propria identità, denunciando l’amara vicenda pubblicamente.

Avevo perso il lavoro, l’affetto degli amici più cari – che si vergognavano anche di rivolgermi un saluto – dei conoscenti e di tutte quelle persone per le quali fino ad un momento prima, ero un punto di riferimento. Capitava di uscire per strada ed essere molestata sessualmente o magari di incontrare gente che al mio passaggio non esitasse a deridermi, simulando atti sessuali. Giusto il tempo di ricordarmi che fossi io la causa dei miei stessi errori; che ero io l’unica e sola responsabile della violenza subita. Paradossalmente, devo ammettere che la mascherina per qualche tempo fu per me una protezione, un riparo.

Finchè non è arrivato lui, Cosimo – el diamante de la Bachata. Ricordo in particolare un’occasione in cui un gruppo di miei compaesani aveva iniziato a ridere di me, rovesciandomi addosso tutta la cattiveria di cui fossero capaci. In quel momento, anziché piangere o scappare via, decisi di proteggermi con un paio di cuffie e di avviare il lettore, facendo partire uno dei miei brani preferiti di Cosimo, “Sentidos”:

“Y no me importa la gente, invidiosa y eloquente. No importa la gente que habla y que mente”.

Mi sentii attraversare da un brivido impetuoso che nella più totale inconsapevolezza, mise a tacere ogni voce, ghigno o risata dietro le mie spalle. Grazie alle note di Cosimo, tutto aveva una forma diversa, un colore diverso. Ed è proprio su quelle note che ho deciso di riscrivere la mia vita; note che insieme al supporto e all’amore della mia famiglia, mi hanno permesso di rinascere dalle ceneri e dare vita ad un nuovo progetto letterario.

Se da un lato c’era l’opinione pubblica che si scagliava contro di me, dall’altro c’era Cosimo, che con le sue note mi regalava lo stimolo per combattere tali cattiverie.
Se da un lato c’era la mia comunità che mi istigava al suicidio, dall’altra parte del lettore c’era lui, pronto a ricordarmi attraverso le sue canzoni che era arrivato il momento di tornare a vivere.
Se da un lato venivo vessata fino ai limiti dell’indicibile, dall’altra c’era sempre lui che con la sua arte, mi restituiva le chiavi della mia libertà.

Le violenze che ho subito nel corso di questi anni hanno distrutto buona parte della mia vita: inconsapevolmente ero diventata ciò che gli altri dicevano io fossi. Grazie alla musica e al sostegno di questo grande artista – decisamente non amante dei piedistalli, ma poeta dell’amore e della vita – sono diventata ciò che ho sempre desiderato essere. Dicono che per coronare un sogno occorra avere dei santi in paradiso, ma a volte basta specchiarsi in un diamante per ritrovare la forza di realizzarli da sé. E questo, Cosimo lo sa…

Il video della canzone è disponibile sul canale YouTube del giovane artista qui https://youtu.be/H_OUQ8Dt8CE

Ilaria Di Roberto

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Alessio Di Florio

Militante comunista libertario e attivista eco-pacifista, collaboratore di Wordnews.it e referente abruzzese dell’Associazione Antimafie Rita Atria e di PeaceLink, Telematica per la Pace. Collabora con Pressenza, Giustizia.info, QcodeMagazine, Comune-Info e altri siti web. Autore di articoli, dossier e approfondimenti sulle mafie in Abruzzo, a partire da mercato degli stupefacenti, ciclo dei rifiuti e "rotta adriatica" del clan dei Casalesi, ciclo del cemento, post terremoto a L'Aquila, e sui loro violenti tentativi di dominio territoriale da anni con attentati, intimidazioni, incendi, bombe con cui le mafie mandano messaggi e tentano di "marcare" la propria presenza in alcune zone, neofascismo, diritti civili, denunce ambientali tra cui tutela coste, speculazione edilizia, rischio industriale e direttive Seveso.

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