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Terrasini: fermato il progetto del chiosco a Villa San Giuseppe

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Doveva esser un chiosco con annesso bagno pubblico, con annessa un’area di pertinenza per i tavoli, installato su una piattaforma, non essendo disponibile spazio cementato.

Il tutto nella centralissima e storica villa comunale “San Giuseppe” di Terrasini e sopra una delle aiole, quindi con l’estirpazione delle piante esistenti. La proposta era stata portata in giunta dal capo area delle attività produttive, Arch. Aldo Carano, e  approvata dalla giunta con tre voti a favore e due assenti. Il progetto ha scatenato il malumore e l’opposizione decisa dei terrasinesi, sulla cui pelle brucia ancora la costruzione del “mostro” dell’I club, ubicato sul Lungomare, che ha rovinato la prospettiva di un luogo da cui era ed è possibile ammirare i più bei tramonti del mar Mediterraneo.

Già qualche anno fa la fontana al centro della villa, diventata un deposito di rifiuti era stata  ripristinata e, dentro di essa era stato installato un “monumento”, ovvero una gru in tubi colorati, che voleva essere un riferimento ai signori La Grua, già signori di Carini e Terrasini, il cui stemma, per l’appunto una gru, campeggia nello stemma comunale del paese. Il monumento era particolarmente brutto, al punto che è stato rimosso e sostituito con un grosso rubinetto che sembra sospeso nel vuoto e dal quale esce un flusso d’acqua continuo. Negli ultimi tempi, stando a quanto si dice in giro, il posto è diventato un luogo di spaccio di sostanze stupefacenti, ma è anche il luogoi dove si “imboscano” i fidanzatini e tutti coloro che hanno voglia di uscire dalla bolgia e dal caos che caratterizza Piazza Duomo nel periodo estivo e nei giorni festivi.

È partita una raccolta di firme, arrivate a duecento, malgrado alcuni commercianti e professionisti abbiano cercato di defilarsi per non  creare problemi e non avere problemi da parte della nuova amministrazione Comunale e del nuovo sindaco Giosuè Maniaci. Ed è proprio nei confronti di questo sindaco che sono circolate voci secondo le quali l’originario richiedente della concessione sarebbe stato un suo parente, in società con altri giovani imprenditori. Il sindaco ha negato, in un incontro pubblico con i cittadini del comitato “No chiosco” questa parentela, poiché il richiedente risulta essere un giovane originario di Cinisi, tal Mirko Salvia.  Il progetto era stato presentato alla precedente amministrazione del sindaco Cucinella, con tutti i permessi, compreso quello, dato troppo frettolosamente dalla Sovrintendenza ai beni culturali e architettonici, ma questa lo aveva accantonato: è stato ripreso con la  nuova amministrazione , che in un primo momento, ha dato via libera. Pare addirittura che la cifra per la concessione fosse di 4 mila euro l’anno, meno dell’affitto locale di una casa. Dai gruppi d’opposizione è stata inviato un  esposto al segretario comunale, alla Autorità Nazionale Anticorruzione, all’Assessorato regionale Enti Locali e alla Stazione Carabinieri di Terrasini e al Comando Guardia di Finanza di Partinico, mentre la Consigliera del M5Stelle  Eva Deak ha presentato un’interpellanza facendo presente che “ La Villa San Giuseppe rappresenta l’unico giardino pubblico del centro storico di Terrasini e che la concessione dell’area, incredibilmente sottrae proprio il giardino, pregiudicando il significato di area verde, impedendo nuove piantumazioni di fiori e creando danno al godimento della villa stessa, occludendo la visuale della stessa e della fontana;

  • Sul sito insistono la Chiesa Madre Maria Santissima Delle Grazie, il Collegio Di Maria e la chiesa adiacente;
  • La concessione diretta di un’area pubblica, crea nocumento e danno erariale al comune, in quanto viola il principio della libera concorrenza e della miglior offerta;
  • In tutti i comuni si seguono procedure di evidenza pubblica per concessioni di questo tipo;
  • La zona in oggetto è satura di esercizi commerciali di somministrazione alimenti e bevande;
  • È offensivo che si dichiari che questa concessione migliori la villa comunale stessa;
  • Negli anni ‘70 un chiosco nel sito è stato rimosso dall’Amministrazione Comunale in quanto la libera fruizione della villa ne veniva pregiudicata;
  • L’esiguità dello spazio non giustifica alcuna concessione;
  • se il concessionario è una ditta individuale o se ci sono soci;
  • se il concessionario o soci o eventuali beneficiari hanno rapporti di parentela con amministratori, consiglieri comunali o impiegati del Comune“.

Il clamore suscitato dalla protesta cittadina ha indotto la Sovrintendenza a sospendere il progetto in autotutela, mentre il Consiglio Comunale, convocato per discutere sull’interpellanza e su un’altra mozione presentata dall’opposizione, ha dato all’unanimità parere contrario. Al momento  la richiesta è quindi sospesa, in attesa che si operino eventuali modifiche al progetto, chieste dalla Sovrintendenza, o in attesa di tempi migliori.

Non è la prima volta che i cittadini si organizzano per difendere il loro territorio: qualche anno fa la battaglia è stata fatta per uno sgorbio di progetto con il quale si voleva installare in Piazzetta Madonia il mercato ortofrutticolo: in quel caso l’hanno spuntata e lo scempio è stato fermato. Lo stravolgimento della struttura originaria del paese procede infatti a ritmo serrato, dopo lo sradicamento dei secolari ficus e il rifacimento di Piazza Duomo, diventata uno spettrale bianco sito ceduto in concessione ai vari bar che, la sera, per animare la “movida” terrasinese,  alzano il volume, sino a tarda notte, dei loro amplificatori, impedendo il sonno e il riposo dei cittadini della zona. Nella stessa misura in cui non esiste un controllo sulle emissioni sonore e sugli orari entro i quali esse possono essere permesse, non esiste un regolamento sulle concessioni, che vengono date in affidamento diretto, senza alcuna gara che decida cui affidare i permessi di usufruizione delle aree pubbliche e le licenze commerciali. Insomma, Terrasini sembra essere diventata terra di nessuno. Cu acchiappa un turcu è suo.

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Salvo Vitale

Salvo Vitale è stato un compagno di lotte di Peppino Impastato, con il quale ha condiviso un percorso politico e di impegno sociale che ha portato entrambi ad opporsi a Cosa Nostra, nella Cinisi governata da Tano Badalamenti, il boss legato alla Cupola guidata negli anni Settanta da Stefano Bontate.

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