È finita come nel titolo della commedia di Shakespeare: “Molto rumore per nulla”. La proposta avanzata dal consigliere comunale Sergio Bonnì, di mettere in discussione, con una inesistente mozione, l’intitolazione del Liceo Scientifico di Partinico a Felicia e Peppino Impastato, o di formulare tale mozione, a seguito di un dibattito tra i consiglieri, da sottoporre alla giunta, è naufragata miseramente, con il rischio di lasciare un’ombra poco piacevole sull’immagine di Partinico, già compromessa dallo scioglimento del Consiglio Comunale per infiltrazioni mafiose. Bonnì giocava sul suo duplice ruolo di consigliere e di vicesindaco, quindi avrebbe proposto a sé stesso l’eventuale mozione del Consiglio, da trasformare in delibera di Giunta. In questo caso si trattava di revocare una precedente delibera delle tre Commissarie governative che hanno retto il Comune durante lo scioglimento, nella quale si dava parere favorevole alla decisione del Consiglio d’Istituto del Liceo Scientifico “Santi Savarino” di sostituire il nome del suo titolare con quello di Felicia e di Peppino Impastato.
La vicenda risale al lontano 1978 quando, nonostante le proteste e le prese di posizione dello scrivente, si decise di intitolare il Liceo Scientifico a Santi Savarino, una figura di giornalista e romanziere, originaria di Partinico, che era stato uno dei firmatari del documento di approvazione delle leggi razziali di Mussolini e che non aveva cessato, nel resto dei suoi articoli, di diffamare alcune nobili figure della storia siciliana, soprattutto Danilo Dolci. Savarino, direttore del quotidiano romano “Il giornale d’Italia” dal 1946 al 1962, candidato nelle liste della Democrazia Cristiana, fu eletto senatore nel 1953. Secondo il giornalista Felice Chilanti, Savarino è uno dei tanti esempi dei rapporti tra politica e mafia. Proprio nello stesso anno il senatore del PCI Girolamo Li Causi esibiva in Commissione Antimafia la lettera amichevole scritta da Savarino al noto mafioso Frank Coppola, anche lui di Partinico, il quale si era trasferito a Pomezia, dove aveva una tenuta acquistata per 50 milioni, ma continuava ad essere uno dei maggiori responsabili dei traffici di droga tra l’Europa e gli Stati Uniti. A seguito di alcuni contrasti con la DC, Savarino si ricandidò, come indipendente, nelle liste del MSI, ma non venne più rieletto, essendogli forse venuto meno l’appoggio di Frank Tre dita.
Da tempo gli studenti e i docenti del Liceo si sono chiesti che senso ha caratterizzare l’insegnamento con obiettivi di educazione alla legalità, al rispetto dei propri simili, e quindi al rifiuto di ogni forma di razzismo al rispetto della democrazia, e quindi al rifiuto di ogni forma di fascismo e alla formazione di una coscienza antimafia, quando tutto questo contrasta con una discussa figura come quella di Savarino. Alla fine, dopo un tormentato percorso dalle assemblee studentesche al Collegio dei docenti, nel quale sono stati proposti i nomi di Rita Levi Montalcini, Gigia Cannizzo, di Rosario Livatino e di Peppino Impastato, il Consiglio d’Istituto ha deciso per Peppino e Felicia, anche in considerazione che questa era la scuola frequentata da Peppino. Un comitato di partinicesi, nato spontaneamente per iniziativa di Sergio Bonnì, ha contestato questa decisione, ma la richiesta è andata avanti e al momento è nelle mani del prefetto, al quale spetta dare l’ultimo parere.
Probabilmente, a seguito del battage pubblicitario scoppiato sulla vicenda, il sindaco Pietro Rao, pur ritenendo, a suo parere, poco democratica la scelta del nome di Peppino Impastato e di Felicia, ha detto di voler rispettare la decisione del Consiglio d’Istituto e di essere pronto a inaugurare la posa della targa con il nuovo nome. Lasciano il tempo che trovano alcune sue affermazioni, rilasciate in un’intervista a una radio locale, secondo cui tutto il clamore mediatico è stato causato da alcuni “comunisti anarchici”, oppure che a scuola non si fa politica, o, addirittura, che saranno segnalati al Ministero quei docenti che la faranno. È il caso di ricordare al sindaco una frase di Lucio Lombardo Radice: “Dire di non fare politica a scuola è il peggior modo di fare la peggiore politica” e che la minaccia di controlli, di spionaggio e di segnalazioni sull’operato dei docenti del Liceo richiama molto da vicino il ruolo del famigerato Minculpop dell’epoca del fascismo.
Signor sindaco, la scuola è l’epicentro della formazione del cittadino, principalmente di quella politica. Che dici! Fatti il sindaco e lascia lavorare in pace la scuola, che non è un covo di comunisti e anarchici, ma un luogo dove gli insegnanti buttano il proprio sangue e la propria vita per rendere migliore questa società e per educare i giovani. Che ne sai? Basta conoscere i posti di alta responsabilità che occupano in tutta Europa gli alunni usciti dal Liceo di Partinico, alcuni dei quali sono anche in questo consiglio comunale e nessuno all’opposizione: altro che indottrinamento! Sulla “poco democratica” scelta del nome, è chiaro che il Consiglio d’Istituto, democraticamente eletto, ha agito nel pieno dei suoi poteri e ha fatto la sua scelta tra i nomi proposti, motivandola. Per il resto, malgrado dalle dichiarazioni del sindaco e del suo vice sembra che si sia conseguita una vittoria e che siano stati “smascherati” o smentiti oscuri complottisti, il risultato concreto è che è stata accantonata una proposta poco opportuna e che chi l’ha fatta abbai subito una sconfitta politica, malgrado il sindaco abbia cercato di metterci una pezza.
Non si può che concludere con alcuni versi di una canzoncina della citata commedia shakespeareana, “Tanto rumor per nulla”:
E in ogni guisa fra giochi e risa
mutate l’intimo vostro rovello
in un ironico bel ritornello.
Trallerallera, trallalallà.
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Ci provo, in un prato senza vegetazione, a piantare qualche albero di parole, di sogni…
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