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Storie di provincia. Il monsignore, il fabbro, la croce, la Madonna e Padre Pio

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Questa strana vicenda viene resa nota da una lettera di Susanna Fardella, pubblicata sul blog Partinico E-news il 14 novembre 2016.

La lettera

In questo paese c’è tanta gente falsa….ma la maggior parte di questa gente fa parte della deputazione della Madonna del Ponte. Mi dispiace affermare ciò, perché in questa deputazione fanno parte persone della mia famiglia e fino a venerdì faceva parte anche mio padre dopo 37 anni è stato cacciato fuori da una persona che predica bene e poi si comporta male. La croce era stata ideata da mio padre e soprattutto creata uguale al suo crocifisso per donarla al santuario, perché in questi anni di deputato ha lavorato tantissimo anche tralasciando la propria famiglia, perché ci teneva tantissimo a questa deputazione e ai valori che prima c’erano e che oggi da 7 anni con la nuova amministrazione non ci sono più. Il sig. Bongiorno ha copiato l’idea di mio padre senza scrupolo…..soltanto perché chissà cosa gli hanno promesso. …(pubblicità )..infatti così è stato, ma chi ha fede non perde mai speranza. Infatti la Croce di Andrea Fardella, fatta con amore, sarà innalzata in luogo dove molte persone umili come lui se ne prenderanno cura e non come quello che ha fatto qualcuno che con una lettera …..ha licenziato un deputato soltanto perché aveva deciso di donare una croce al santuario e aveva dato tanto posti dove metterla affinché ai suoi piedi molti fedeli potessero pregare:  la sua proposta non è stata accettata perché era una pretesa arrogante decidere dove metterla …..ma la fede ha fatto sì che in sogno è venuto padre Pio e da lui sarà messa giorno 2 dicembre alle 17:00. Allego a voi partinicesi la lettera che mons Salvia ha mandato a mio padre sapendo benissimo dei suoi problemi di cuore e di salute e fregandosene della salute di mio padre …..Grazie di avermi ascoltato parla una figlia che per tutta la sua vita ha visto suo padre sacrificarsi per la deputazione e per sostenere gli uomini del quadro con valori e principi….

La croce

Il fatto ruota attorno ad Andrea Fardella, uno dei più esperti artigiani del ferro partinicesi, o se si vuole, un ottimo fabbro ferraio, in grado, oltre che  di lavorare il ferro, anche di farlo diventare materia per realizzare manufatti  di notevole valore artistico. Da quasi quarant’anni Andrea è stato uno dei più attivi soci della Deputazione della Madonna del Ponte, adoperandosi nella preparazione, nell’organizzazione, nello svolgimento e nel rispetto della tradizione del culto della Madonna e nella cura degli spostamenti del quadro dal santuario alla chiesa madre di Partinico e da lì al santuario. Si tratta di un lungo tragitto attraverso quella che Jolanda Lima ha individuato come una delle “vie del sacro” in Sicilia, con la sua variopinta coreografia di “fiureddi”, ovvero di piccole cappelle poste davanti ai cancelli, che riproducono l’icona della Madonna del Ponte e presso ognuna delle quali la “vara” in processione fa una sosta. Quattro anni fa era già sorto un primo problema e alcuni diverbi tra Andrea e altri membri della deputazione, a causa del ritardo con cui l’icona della Madonna arrivava a Partinico: si era deciso di eliminare dal percorso il tratto della via che va a Balestrate, senza che fosse opportunamente comunicato ai fedeli lo spostamento d’orario. Più recentemente Andrea si era offerto per costruire una croce da sistemare presso il santuario. La croce è stata realizzata, con la consueta abilità, con il senso artistico e con la grande sensibilità religiosa dell’artigiano e di suo figlio Domenico, interamente a loro spese, ove si eccettui un contributo per il materiale offerto da un privato e poi restituito. Al momento di deciderne l’ubicazione  sono sorte questioni: Andrea aveva proposto di sistemarla al centro dello spiazzale o in alto, all’inizio della scalinata, ma la maggioranza della deputazione, paventando la possibilità di smottamenti, aveva deciso in un angolo dove c’è la fontana e il gabinetto. A questo punto Andrea ha detto chiaramente di non essere d’accordo e, pertanto, di non essere più disposto a fare omaggio della “sua” croce, che meritava un posto più dignitoso: «La mia croce sul gabinetto non la metto». Le cose sono precipitate al punto che La Deputazione ha commissionato un’altra croce a un altro artigiano e l’arciprete mons. Salvia ha espulso Andrea dalla Deputazione, proibendogli di indossarne l’abitino e i portarne il medaglione.

L’espulsione

La lettera dell’arciprete merita attenzione, in quanto sembra richiamare antichi e medievali reprimende e punizioni cui ricorrevano i prelati, nei confronti di persone scomode, a partire dalle diffide, alle accuse d’eresia, alle scomuniche, alla sospensione “a divinis”, ovvero al  divieto di accedere alle prestazioni religiose. Ecco il testo:

Al Signor Fardella Andrea

Per far parte della Deputazione e degli uomini del Quadro della Madonna del Fonte è necessario buon senso, equilibrio, sapersi relazionare con i deputati e non dare segni di scomposta partecipazione alle riunioni. Tutte cose che più volte a lei mancano e danno adito a risse verbali e comportamento scoretti. In ultimo la vicenda strumentale della Croce da innalzare nei pressi del Santuario della Madonna del Ponte vissuta da lei con scomposta arroganza. Le faccio presente che già una prima era stato allontanato dalla Deputazione per arroganza. Onde ristabilire la serenità e la pace all’interno della Deputazione, per il decoro e la decenza del culto della Madonna dei Ponte, sono costretto a dimetterlo in maniera definitiva e irrevocabile sia dalla Deputazione sia dal Gruppo degli uomini del Quadro, vietandole di indossare sia il medaglione della Deputazione, sia l’abitino degli uomini del Quadro. Possa la Madonna del Ponte farle capire che nella vita c’è sempre bisogno di umiltà, equilibrio e buon senso.

L’Arciprete Parroco Mons. Salvatore Salvia

A parte lo “scoretto” con una erre, svista che può capitare, a parte il fatto che il medaglione non si “indossa”, come l’abitino, ma “si porta” al collo, la lettera sembra essere la manifestazione più esplicita di quell’arroganza che viene contestata ad Andrea, ma della quale il monsignore, dall’alto del suo scranno, sembra essere pieno, sino a permettersi di calpestare la religiosità di un uomo che ha sempre dimostrato  profonda devozione e grande fede per la Madonna del Ponte, protettrice di Partinico. Tutto questo nell’anno del giubileo della misericordia, promosso da Papa Francesco.

Padre Pio

A questo punto Andrea ha deciso di regalare la sua croce a un gruppo di fedeli che hanno realizzato un luogo di culto, con la statua di Padre Pio, utilizzando e risistemando un’area che il Comune di Partinico ha dato loro in gestione: a proprie spese essi hanno ripulito l’area, l’hanno dotata di un percorso pedonale, l’hanno abbellita con una Via crucis fatta di maioliche artigianali, con stele, panchine, piante e decori: una villetta in una zona di periferia che sembrava abbandonata al degrado. L’area si trova in via Biagio Petroccelli, sul lato destro della via che va dall’ex Procura alla Caserma dei Carabinieri. Dopo avere ottenuto il consenso del parroco di San Paolino, nella cui giurisdizione religiosa insiste quella parte del paese, la croce è stata già posta e fa bella mostra di sè, associata a un cuore, realizzato anch’esso da Andrea e da suo figlio: il tutto è dotato di un accurato impianto d’illuminazione. Ieri giorno 2 dicembre il vescovo mons. Pennisi è venuto a dare la sua benedizione, apprezzando l’iniziativa dei fedeli, che sono i veri protagonisti della vita della chiesa, mentre il sindaco ha lodato questa iniziativa dal basso, espressione della sinergia tra l’istituzione e i cittadini. Non si è potuto fare a meno di notare l’assenza di mons. Salvia, che, come massimo rappresentante del clero partinicese, avrebbe dovuto essere in prima fila ad accogliere il vescovo, suo pastore espressione. Ma forse è stato meglio così.

Andrea, circondato da altri fedeli che hanno condiviso il suo dramma e la sua amarezza, ha detto: “Non sono abituato a dare giudizi e ad esprimere condanne. Come scrive monsignore, «Possa la Madonna del Ponte fargli capire che nella vita c’è sempre bisogno di umiltà, equilibrio e buon senso».

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Salvo Vitale

Salvo Vitale è stato un compagno di lotte di Peppino Impastato, con il quale ha condiviso un percorso politico e di impegno sociale che ha portato entrambi ad opporsi a Cosa Nostra, nella Cinisi governata da Tano Badalamenti, il boss legato alla Cupola guidata negli anni Settanta da Stefano Bontate.

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