Siracusa, la Guardia di Finanza sequestra 261 mila prodotti contraffatti cinesi

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Cosmetici, giocattoli, bigiotteria, lussuosi capi di abbigliamento, accessori vari come orologi, scarpe, articoli per l’igiene e la cura della persona, rinvenuti esposti sugli scaffali di vendita, per un totale complessivo di 261 mila prodotti: questo il bilancio dei nuovi sequestri eseguiti dalla Guardia di Finanza di Siracusa.

Il provvedimento è stato reso necessario per la presenza nella merce di marchi contraffatti.

A finire sotto il mirino delle Fiamme Gialle, ancora una volta, gli esercizi di commercianti di nazionalità cinese, che spesso dissimulano il marchio di conformità “CE” dell’Unione Europea, con il logo “china export”. Innumerevoli sono, infatti, le tipologie di beni di origine cinese che vengono immessi nel mercato italiano senza essere sottoposti ai controlli previsti dalla vigente normativa, con ingente danno, quindi, alla salute dell’eventuale incauto acquirente.

Nell’immagine di seguito la differenza tra i due contrassegni

CE-mark

Nell’ambito della stessa attività, sono stati identificati 8 lavoratori in nero e sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria competente, 3 soggetti per la detenzione di merce contraffatta. I titolari dei negozi ispezionati, inoltre, sono stati segnalati pure alla Camera di Commercio di Siracusa per le violazioni previste dal decreto legislativo Nr. 206 del 2005 (codice del consumo) per le quali sono previste sanzioni fino a 25.000 euro, nonché per la successiva confisca e distruzione dei prodotti sequestrati.

Ora si punta all’individuazione dei canali che hanno fatto sì che si venisse a creare una vera e propria catena logistica di merce contraffatta.

«Vogliamo rivolgere – si legge in una nota degli stessi finanzieri – un importante messaggio sociale alla collettività: oggi più che mai appare indispensabile disincentivare i consumatori all’acquisto di merce recante marchi o segni distintivi contraffatti o alterati».

3 Commenti
  1. Maurizio Komar dice

    fategli fare un giro a Trieste..

  2. Claudio Barone dice

    Addirittura, e chi se lo immaginava.

  3. Angela Fimmanò dice

    Sembra il negozio che c’è vicino al mio liceo.

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