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Silvana Saguto lascia le Misure di Prevenzione

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Il giudice Silvana Saguto lascia la sezione Misure di prevenzione del tribunale di Palermo.

Al suo posto va Mario Fontana. Lo dice una nota del presidente del tribunale Salvatore Di Vitale che “ha preso atto della disponibilità della dottoressa Saguto a essere destinata ad altra sezione”. Saguto è indagata per corruzione, induzione e abuso d’ufficio.

“Questa determinazione – aggiunge la nota del presidente del tribunale – intende tempestivamente garantire la continuità e la piena funzionalità di un organo giudicante, da anni centrale nella strategia di contrasto dello
Stato alla criminalità mafiosa. Il provvedimento – continua – mira, altresì, ad agevolare i doverosi accertamenti in corso che potranno svolgersi in un clima di serenità idoneo a favorire i più dettagliati approfondimenti”.

Intanto si allarga ad altri componenti del nucleo familiare di Saguto l’inchiesta sull’assegnazione di incarichi di gestione dei beni confiscati alla mafia. L’indagine toccherebbe il padre e uno dei figli del presidente della sezione misure di prevenzione. Con lei sono sotto inchiesta l’avvocato Gaetano Cappellano Seminara, il più noto degli amministratori giudiziari di Palermo, e l’ingegnere Lorenzo Caramma, marito del magistrato.

Caramma avrebbe avuto rapporti di consulenza con Cappellano Seminara ricavandone cifre molto consistenti e dettagliatamente indicate nell’avviso di garanzia. L’inchiesta ipotizza che il presidente Saguto abbia gestito gli incarichi secondo un sistema “familiare” che prevedeva uno scambio o una forma di interesse in favore delle persone più vicine al giudice.

Saguto ha sin dal primo momento sostenuto la correttezza del suo operato: lo aveva già fatto l’anno scorso in una audizione davanti alla Commissione antimafia dopo le ombre sollevate da Giuseppe Caruso, ex direttore dell’Agenzia dei beni confiscati. Caruso aveva criticato la concentrazione di incarichi in mano a pochi professionisti che ne avrebbero ricavato parcelle d’oro.

Il giudice Saguto ha chiesto di essere al più presto interrogata dai colleghi di Caltanissetta ma fino a ora non sono stati fissati atti istruttori.

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Redazione

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