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Signori, si chiude

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Ci stiamo guardando negli occhi, la redazione o quel che ne resta e abbiamo deciso che così non si può andare avanti. Meglio vendere tutto, meglio chiudere.

Continuano a piovere querele, questa volta non da comuni cittadini o dalla Bertolino, ma da alti magistrati, da funzionari e elementi di spicco che si occupano di  gestione dell’ordine pubblico, persino da amministratori giudiziari e da giornalisti che non sopportano le nostre reazioni alle loro provocazioni e alle “minchiate” che scrivono, il tutto nell’ambito di un impressionante attacco all’antimafia, nel tentativo di cancellarne l’esistenza. Ci querelano persino i mafiosi, anzi i presunti mafiosi, i quali, pur essendo stato loro confiscato il patrimonio per mafia, ci accusano di diffamazione perché non esiste una sentenza che li dichiari mafiosi.

Così piovono avvisi e denunce sul responsabile della testata, sul suo direttore, sui suoi redattori. Tutto questo significa andare a cercarsi i legali, andare a sottoporsi agli interrogatori della polizia giudiziaria postale, perdere tempo e salire le scale dei tribunali, da Caltanissetta, competente sulle denunce inoltrate dai magistrati di Palermo, ad Enna, dove l’Università Kore si è sentita diffamata per l’inevitabile commento sulla laurea regalata al figlio della Saguto. Tutti diffamati, e noi siamo i diffamatori. Rispetto a questa velenosità la Bertolino rischia di sembrare un’angioletta. Si aggiunga a tutto questo la difficoltà di portare avanti una struttura dove la macchina del fango azionata dai Carabinieri di Partinico e dalla Procura di Palermo, ha prodotto danni devastanti, molto più gravi di quanto non possano essere le diffide dei mafiosi ai commercianti, perché non facciano pubblicità attraverso Telejato.

Per non parlare di altre incredibili vicende, dove si sciolgono comuni come Giardinello o Corleone, e, in passato Recalmuto, senza che ai sindaci sia stato contestato alcunché di rilevante, mentre si lascia al suo posto qualche altro sindaco che ha privatamente portato avanti la collaborazione coi mafiosi del suo paese. Siamo costretti a parlare in generale, perché c’è chi ci ascolta e ci sta registrando, magari poi viene a chiederci copia della trasmissione, in attesa di cogliere mezza parola con cui arrivare all’obiettivo finale, cioè chiedere la definitiva chiusura dell’emittente.

Ebbene, così andando avanti chiudiamo noi. Abbiamo creduto che qualcosa potesse cambiare attraverso questa voce libera. Ma invece non cambia e non cambierà nulla perché questa terra, per dirla con Sciascia, è irredimibile. Chi ci ama ci scusi. È stato bello.


Telejato prova a reagire andando avanti, con enormi difficoltà (articolo del 5 aprile 2017)

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Redazione

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  • Che tristezza... E che dolore anche per chi ci aveva creduto nella voce libera di Telejato e di tutta la redazione.

  • https://uploads.disquscdn.com/images/797514e8d0c2ca9080face20a6394735c4e022a994e3c4372cf8e83921bc56ca.png io spero solo che chi ha portato a chiudere questa emittente la paghi .la sicilia è sempre la stessa girala come vuoi chi ha i soldi ed il potere la legge la modifica per se ed anche per gli amici, la legge non è uguale per tutti e questo stato al mondo fà credere che l'italia è uno stato degno di essere civile.
    la corruzione ed i giochi di potere in sicilia logorano ogni giorno famiglie di operai persone che si alzano la mattina solo per uno scopo campare solo campare ,viviamo in una regione dove tutto sembra un vuoto e dove chi stà dall'altra parte dello steccato usa e modifica tutto a suo piacimento a discapito di chi stà dall'altro lato,dal lato sbagliato.(ma pulito ,e non corrotto)
    pagano i poveri i sinceri ,gli indifesi ,i coraggiosi ,a volte anche i colpevoli ,ma non pagano o se pagano, pagano poco chi stà dall'altra parte dello steccato.
    io e penso anche telejato sta dall'altra parte dello steccato dove ci sono gli onesti gli indifesi,i sinceri.
    non è cambiato niente siamo sempre nel medioevo dove ci sono sovrani,nobili,e vassalli,e dove ci sono servi della gleba e schiavi

    auguri ciò che non deve finire è la voce la voce deve gridare sempre

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