Siciliani si nasce…
Quello di scambiare una parte per il tutto, di includere nel tutto parti che nulla hanno a che fare con esso è un vecchio vizio di cui pochi riescono a liberarsi.
Le elezioni regionali siciliane e il suo strascico sui candidati “impresentabili” ed eletti con migliaia di preferenze hanno scatenato i soliti commentatori, in particolare quelli delle reti nazionali pubbliche e private, che in queste cose “ci bagnano il pane” e che hanno riversato sui siciliani i soliti banali giudizi, condivisi anche da stessi siciliani abituati a piangersi addosso. Siamo tutti così, il siciliano è nato ruffiano, si vende per due soldi, anzi per 25 euro, vota per amicizia, per ricatto, per bisogno, si lascia convincere dalla mafia, non esiste il voto libero, domina il clientelismo ecc. In realtà non è così, o è così solo per una minima parte. Su 4,661 milioni di elettori, sono andati a votare 2,200 milioni pari al 46%. Ne consegue quindi che per il restante 54% non si può parlare di voto né clientelare ne di altro tipo.
Stessa cosa dicasi per chi ha votato il Movimento cinque stelle, che di clientelismo non può essere tacciato e che con il suo 27% porta il totale all’81%, cui è d’obbligo sommare il restante 5% della lista di Sinistra, caratterizzata da voto d’opinione: si arriva all’86% dei siciliani liberi da pressioni, di qualsiasi tipo. Se vogliamo a questi aggiungere almeno la metà del residuo 14% dei votanti, suddivisi tra destra e sinistra, cioè un altro 7%, arriviamo al 93% dei siciliani che votano secondo coscienza e senza pressioni, o che non votano.
Rispetto al numero dei votanti, quelli del voto condizionato o comprato superano di poco i 300 mila. Se poi vogliamo presupporre che almeno la metà di questi siano “razza padrona”, siano coloro che dicono, impongono, indicano all’altra metà come votare, il numero si riduce ancora. E di là a dire che siamo tutti uguali ce ne mette…. Prima di umiliarsi o commiserarsi pensiamo a Mauro Rostagno: “Siciliani si nasce. Io ho scelto di esserlo”.