In realtà la vicenda ha una storia più lunga e più lontana ed è iniziata nel 1978, quando il Liceo Scientifico, sino ad allora succursale del Liceo Classico Garibaldi, raggiunse l’autonomia, avrebbe dovuto essere intestato al matematico Giuseppe Cipolla e invece, il Consiglio d‘Istituto decise per Santi Savarino, in quanto cittadino che aveva dato lustro al suo paese. Malgrado i rilievi avanzati e segnalati anche al Prefetto, dallo scrivente, sull’inopportunità di tale scelta, l’intitolazione a Savarino venne decisa dopo sette anni il 23.12.1985. Da allora la questione è stata sollevata a tratti, nel tempo, sino ad arrivare, nel 2022 alla richiesta avanzata dagli studenti, del cambio nome per opportunità educative: Savarino era stato un discusso personaggio difensore delle leggi razziali fasciste e, successivamente in ottimi rapporti con Frank Coppola, uno dei mafiosi più autorevoli degli anni ’50. Adesso finalmente è finita: dopo 39 anni Santi Savarino ha dovuto lasciare il posto a Felicia e a Peppino Impastato, accontentandosi di dare il nome a una via di Partinico, ma anche a una di Roma, nel cui percorso c’è una scuola elementare. Niente male.
In questa vicenda il Sindaco di Partinico Rao e la sua amministrazione comunale, hanno dimostrato di non sapersi sollevare al di là di un gretto paesanismo rispetto a scelte come quelle di Felicia e Peppino, che hanno una valenza nazionale e che sono molto più importanti rispetto alla necessità di educare a valori improntati al rispetto della legalità e al riscatto di un’isola come la Sicilia spesso abbandonata a se stessa e saccheggiata nelle sue risorse dalla mafia e da certo imprenditorialismo truffaldino, non solo siciliano. Anche il voto contrario dei quattro rappresentanti degli studenti lascia qualche domanda su quanto abbia potuto influire su di loro i suggerimenti familiari e il circuito delle parentele, molto attivo nei paesi: nel loro documento hanno definito “divisiva” la figura di Peppino Impastato, considerato un comunista, sperando di poter dirottare il nome su un’altra vittime di mafia grata agli ambienti religiosi, il giudice Livatino. Non ci sarebbe stato nulla di strano o di contrario rispetto ad altre personalità diverse da Savarino, come quella del “giudice ragazzino”, ma non sappiamo se scelte diverse avrebbero potuto mettere a tacere i sostenitori che Santi Savarino continua ad avere in questo paese. Per fortuna i docenti si sono responsabilmente resi conto dell’importanza della posta in gioco e hanno confermato le scelte già fatte dai loro colleghi nel passato Consiglio d’Istituto. Si completa così un itinerario iniziato con l’intitolazione della via in cui ha sede il Liceo, a Peppino Impastato e successivamente con uguale intitolazione alla sede staccata del Liceo Linguistico di Terrasini, anch’essa intestata a Peppino. Non è il caso di ricorrere a inutili trionfalismi, canti di vittoria dell’antimafia rispetto alla mafia, in riferimento all’amicizia di Savarino con il noto mafioso partinicese Frank Coppola, oppure parlare di scelta di civiltà rispetto al razzismo fascista, che mandò a morire in Germania migliaia di Italiani di origine ebraica, propugnato e difeso da Savarino. Di fatto era un nome che ben poco aveva a che fare rispetto alle strategie educative promosse da una scuola da sempre punto di riferimento culturale per un migliaio di giovani della provincia di Palermo.
Un apprezzamento merita la nuova Dirigente Scolastica del Liceo, Lucia La Fata, che si è trovata in mano questa patata bollente, ma che ha saputo, con equilibrio e fermezza gestire tutta la vicenda che investiva la sua scuola, diventata una vetrina nazionale. Personalmente, avendo per 46 anni lottato per portare avanti questa storia, credo che oggi, a Partinico e non solo, abbiano vinto tutti, anche coloro che erano contrari, perché sull’esempio dato da una madre e suo figlio, anche i loro figli potranno avere punti di riferimento e stimoli educativi per diventare cittadini e protagonisti del miglioramento delle condizioni in cui la Sicilia si ritrova a vivere. Non va dimenticato infine che l’aspetto più importante di questa vicenda è dato dall’accostamento del nome di Felicia a quello del figlio Peppino. E Felicia è una donna che ha pienamente dimostrato di che pasta sono fatte le donne siciliane che, nel corso della storia, hanno preso posizione nella lotta contro la mafia. Finite le polemiche e i dissensi adesso è il momento di continuare nelle attività che il Liceo ha sempre portato avanti, cercando anche di far conoscere meglio Felicia e Peppino.
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