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Si avvicina il Natale tra luci e ombre, tra addobbi e monnezza

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“Mo vene Natale”, e in attesa del 25 dicembre fervono i preparativi, i supermercati sono strapieni di addobbi, alberi finti, che quest’anno non sono più i classici pini, ma scheletri di alberi arredati da luci. Luci che si accendono e si spengono, palle, palline, pallone, stelle, stelline, stellone, eccetera.

I negozi si sono già in buona parte arredati. I proprietari di vari esercizi commerciali si sono anche messi d’accordo e hanno arredato le vie più importanti di Partinico a loro spese. Della serie, visto che non ci pensa il pubblico si prova a rimediare con il privato. E il pubblico, il comune, cosa fa? Niente, anzi una cosa l’ha fatto: ha rispolverato dai magazzini le orribili piramidi triangolari di legno bianco, nate tre anni fa dalla creatività dell’architetto Morzetta e le ha piazzate qua e là come immagine di uno squallore che non riesce a modificarsi. Si poteva almeno tentare di dare un tocco di colore a questo bianco desolante del legno e invece niente. A giorni dovrebbero essere anche rispolverate  le figure dipinte su strati  di legno rappresentanti la Madonna, san Giuseppe e il Bambino nella stalla, che avevamo visto allo svincolo tra via Kennedy e l’arena Lo Baido. E, udite udite, in piazza è arrivato un albero di Natale di undici metri, acquistato sempre dai commercianti e che sarà da loro arredato. Ma attenzione, la corrente per le luci la pagherà il Comune. Poi qualche presepe spunterà all’interno delle chiese, e comunque coraggio, sarà sempre natale e festa tutto l’anno, direbbe Lucio Dalla.

Ma dove l’inerzia e l’incapacità di risolvere il problema si notano di più è nell’eterno problema della raccolta dei rifiuti. È stato dato l’appalto dei mezzi a una ditta di Caserta, per 200 mila euro, come se a Caserta non ci fossero montagne di rifiuti da raccogliere, ma ad oggi questa ditta è inadempiente, nel senso che non ha fornito tutti i mezzi previsti dal capitolato d’appalto. E si tenga presente che c’è un nolo a freddo, cioè si affittano i mezzi e a farli guidare  ci pensa il personale del Comune, e un nolo a caldo, cioè i mezzi più impegnativi, nella fattispecie gli auto compattatori,  guidati da personale della ditta. A Partinico abbiamo nolo a freddo e nolo a caldo, inverno ed estate, ma tutto è ancora in alto mare, nel senso che non si riesce a ultimare il lavoro di sgombero delle periferie per poter partire con la raccolta differenziata. E da come vanno le cose questa raccolta difficilmente potrà ripartire, poiché i luoghi appena ripuliti si riempiono di sacchetti nello spazio di un giorno e perché i gasoloni forniti dalla ditta non sono ancora quelli che avrebbero dovuto esserci. E quindi si va avanti ammassando tutto in un’eterna indifferenziata raccolta che finisce a Bellolampo, da dove annunciano che entro Natale anche l’ultima vasca realizzata sarà satura.

Dovrà spuntare qualche altro che dovrà affittare i mezzi per raccogliere i rifiuti. Nei giorni passati si è scoperto che i mezzi ci sono, guarda un po’, sono una quarantina fermi al deposito, alcuni senza uno stop, altri con guasti al motore, altri senza assicurazione e senza bollo, altri con guasti tutti facilmente rimediabili ove si trovasse un minimo di somma per rimetterli su strada. Ma in questo paese tutto è difficile e, se non lo è lo diventa. Certi sacchetti, come quelli sulla via per Alcamo, marciscono da questa estate nello stesso posto e ne spuntano altri gettati con tecniche di lancio sempre più nuove, al centro della carreggiata o dovunque ci sia uno slargo, uno spazio, un angolo invitante. Nulla da aggiungere se non che questo desolante spettacolo è ormai parte integrante dell’identità del paese, mentre il commissario del Comune Agnesi ha scritto una lettera al prefetto lamentando che l’altro commissario, quello dell’ATO, Tubiolo, ancora, dopo mesi non ha fatto nulla per definire il passaggio dall’ATO all’ARO. Cioè il passaggio dal nulla al niente.

Si potrebbe pensare ad addobbare l’albero di Natale con sacchetti di monnezza, bucce, scorze, scatole e bottiglie di plastica. E comunque, per adesso pensiamo al panettone, dopo si vedrà!!!

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Salvo Vitale

Salvo Vitale è stato un compagno di lotte di Peppino Impastato, con il quale ha condiviso un percorso politico e di impegno sociale che ha portato entrambi ad opporsi a Cosa Nostra, nella Cinisi governata da Tano Badalamenti, il boss legato alla Cupola guidata negli anni Settanta da Stefano Bontate.

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