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Scricchiola il castello di carte del Re degli Amministratori Giudiziari

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La storia è sempre la stessa, ovvero quella che è stata definita la più grossa discarica d’Europa.

L’ambientazione, questa volta, non è la Romania ma il Tribunale di Roma, nona sezione penale. È lì che è in corso in questi giorni il controesame, condotto dalle difese degli imputati, dell’avv. Gaetano Cappellano Seminara, già amministratore del patrimonio di Ciancimino e della società SIRCO. Sotto le precise e puntuali “picconate” dei difensori il muro alzato dal Re degli amministratori giudiziari sta per crollare: l’unica arma usata fino ad oggi dal supertestimone, messo con le spalle al muro, è stata il “non ricordo” o il negare la conoscenza di atti che, poi, è emerso invece conoscere bene perché su quelli aveva relazionato. Tentennamenti, negazioni, mezze verità che fanno riflettere a chiunque ascolti le domande e le risposte, molte volte elusive e da grande oratore.

Radio Radicale, emittente nazionale, ha ritenuto l’evidente importanza del giudizio ed ha deciso di registrare le udienze che – oggi – sono nella disponibilità di chiunque.

Nessuno oggi può credere più a quello che afferma o che sostiene e, per fortuna per i cittadini onesti, c’è chi (la Procura di Caltanissetta) non ha creduto e sta indagando.

Ma quello che non si deve dimenticare è che gli imputati di questo processo capitolino, grazie anche alle relazioni fuorvianti del Re degli amministratori, sono stati posti in  custodia cautelare in carcere e che oggi si trovano sottoposti ad obblighi (divieto di espatrio e obbligo di dimora) che ne limitano la libertà di circolazione, per reati contestati nella sola forma del tentativo; mentre, chi proprio nell’ambito di questo procedimento, ha svolto le funzioni di Giudicante (Saguto), di Pubblico Ministero (Scaletta) e di amministratore giudiziario (Cappellano Seminara) si trova oggi libero pur in presenza di contestazioni provvisorie ben più gravi (per un operatore della Giustizia).

La prossima udienza sarà il 4 febbraio.

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Salvo Vitale

Salvo Vitale è stato un compagno di lotte di Peppino Impastato, con il quale ha condiviso un percorso politico e di impegno sociale che ha portato entrambi ad opporsi a Cosa Nostra, nella Cinisi governata da Tano Badalamenti, il boss legato alla Cupola guidata negli anni Settanta da Stefano Bontate.

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  • La notizia, in chiusura, si commenta da sola. Non ci sarebbe neanche bisogno di aggiungere che il 'potere' si avvale di una logica tutta sua: quella degli addetti ai lavori.

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