L’articolo, dal titolo “Metti una sera a cena”, è una ricostruzione satirica di una ipotetica e immaginaria cena che si sarebbe svolta nella casa di tale Vania in occasione del suo sessantesimo compleanno, alla quale avrebbero partecipato, come commensali Tano Seminato, Fabio Narice, Francesco Verga, Richard Armato, Ciccia Cannozzo, Melo Provenza, Franco Lo Bue, Alessandro Scimia e Mario Crusca. Ci sono poi i familiari di Vania, ovvero il marito Lorenzo, i suoi due figli, Elio e Francesco e la nuora Wanda. Si cita persino un “Brunello”, esperto carabiniere di Pars iniqua.
Il procuratore ha creduto di identificare i personaggi come partecipanti ad una reale cena, avvenuta a Villa Paino in occasione del sessantesimo compleanno di Silvana Saguto, e, nella fattispecie Cappellano Seminara, Fabrizio Nasca, Tommaso Verga, Riccardo Amato, Francesca Cannizzo, Carmelo Provenzano, Francesco Lo Voi. Non sono stati identificati gli ultimi due che, volendo fare uno sforzo di fantasia potrebbero essere Alessandro Scimeca e Mario Caniglia. Nel brano si cita anche Filippo Arrappato, identificato in Filippo Rappa, destinatario del sequestro dei suoi beni affidati dalla Saguto a Walter Virga, figlio di Tommaso.
Chi sono o chi sarebbero i personaggi che il procuratore ha creduto di identificare? Silvana Saguto e Cappellano Seminara non hanno bisogno di presentazioni, Fabrizio Nasca è un colonnello, o forse no, della Finanza in forza alla DIA, Tommaso Virga è un alto magistrato, Riccardo Amato è il comandante dei carabinieri interregionale di Sicilia e Calabria, Francesca Cannizzo è il prefetto di Palermo, Carmelo Provenzano è un professore della Kore di Enna, Francesco Lo Voi, la parte lesa, è il capo della procura di Palermo, Scimeca e Caniglia sono amministratori giudiziari.
Ognuno degli intervenuti porta un regalo a Vania, Tano Seminato una collana d’oro, Fabio Narice il decreto di sequestro dei beni di Filippo Arrappato, Francesco Verga (alto magistrato del Consiglio Senza Minga, nel quale Lo Voi crede di intravedere il CSM) parla della “sistemazione” di una vicenda che riguarda la festeggiata e dell’opportunità di pensare ai ragazzi, cioè a Walter e a Wanda, cosa che Vania ha “già fatto”, Richard Amato porta una torta e un anello, Ciccia Cannozzo un profumo Chanel n.5, Melo Provenza la tesi di laurea di Caramia Francesco, Alessandro Scimia una cassetta di vini dell’Abbazia Sant’Anastasia di Castelbuono e Mario Crusca sei chili di ventresca, che il figlio della Vania, Elio, esperto cuoco presso l’hotel Brunellacci di proprietà dello zio Tano, si appresta a cucinare. È descritta anche la ricetta sia degli spaghetti al tonno, sia della ghiotta di tonno.
Ma la cosa che il procuratore Lo Voi ha ritenuto offensiva è che uno degli agenti della scorta di Ciccio Lo Bue, procuratore di Salerno, porta in dono alla Vania una grossa anguria di venti chili proveniente da un mercato ortofrutticolo sotto sequestro. Lo Voi sostiene che era il prof. Carmelo Provenzano a portare frutta fresca alla Saguto, compresi i melloni, e non lui.
Finita la cena gli intervenuti tra una chiacchera e l’altra parlano della possibilità di una nomina al Cara di Mineo di Melo Provenza, attraverso la raccomandazione del dottor Montone di Roma, il quale ha già dato un incarico giuidiziario a Tano Seminato, e Vania esprime il suo desiderio, sia a Ciccia, che a Ciccio, che a Richard, di voler tolto dai piedi lo Scassaminchia, nel quale Lo Voi crede di riconoscere il direttore di Telejato Pino Maniaci. I quattro decidono di preparare una “polpetta avvelenata” per sbarazzarsi dello Scassaminchia attraverso la preparazione di un filmato “da gettare in pasto alla stampa” ed alcuni provvedimenti da adottare nei suoi confronti. E qua è l’altra frase incriminata, quella in cui Ciccio Lo Bue dice: “Basterà una misura cautelare di divieto di soggiorno e lo spediremo lontano da Pars Iniqua, dove con il suo giocattolo televisivo può continuare a rompere le scatole. Ma non è ancora il momento. Mi sono arrivate strane voci da parte della Procura di Caltanissetta e bisogna andare cauti: non possiamo far credere a una vendetta di Vania e di Tano nei confronti di chi l’ha attaccato ogni giorno. Dobbiamo fotterlo quando meno se l’aspetta”.
Vania: “E allora a rivederci tutti, tra qualche settimana, al mio resort, all’Abbazia Sant’Anastasia, per il nostro annuale incontro annuale sui beni sequestrati. Melo, mi raccomando, prepara tutto tu”.
Tano: “È stata una bellissima serata. Rendiamo lode al Grande Architetto che tutto ordina e regge. In questo momento la mafia ce la può suc….scusami Vania. Siamo noi i padroni di Palermo”.
In fase di controinterrogatorio l’avvocato difensore di Salvo Vitale ha chiesto a Lo Voi se fa parte della corrente di Magistratura Indipendente, cosa che Lo Voi ha confermato, dal 1981, se di questa corrente fanno parte Tommaso Virga e Silvana Saguto, cosa anche qui confermata, con l’affermazione che Silvana Saguto non era un’assidua frequentatrice delle riunioni e non si sa nemmeno se era tesserata. Parrino ha anche chiesto quali fossero i suoi rapporti con la Saguto e Lo Voi ha detto che erano buoni sino a un certo periodo e che si sono poi raffreddati. Ultima domanda di Parrino a Lo Voi, se c’è qualche grado di parentela con Cappellano Seminara. Lo Voi ha risposto negativamente, ma Parrino ha riproposto la domanda chiedendo se il rapporto di parentela è con sua moglie. Lo Voi, in questo caso ha ammesso una “lontana” parentela.
Parrino ha anche fatto osservare che l’articolo è stato rimosso dal sito all’indomani della denuncia, che il prof. Salvo Vitale, in prima udienza, con dichiarazione spontanea, ha detto: “Se il procuratore si è sentito offeso per la mia satira gli chiedo scusa, perché non era mia intenzione offenderlo, ma rilevare che egli non poteva, nel suo ruolo, non essere al corrente del procedimento contro Maniaci”. Il procuratore ha affermato di non sapere di queste dichiarazioni.
Per riparare all’offesa subita il procuratore ha chiesto un risarcimento di centomila euro sia a Salvo Vitale che a Riccardo Orioles.
La prossima udienza è stata fissata il 24 gennaio.
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