Ignoti, nella notte tra martedì e mercoledì, sono passati da una terrazza condominiale e si sono introdotti nell’appartamento romano dell’ex pm Antonio Ingroia, dove hanno rubato diverse pen drive e documenti riservati dal suo studio. A lanciare l’allarme è stata una donna di servizio, la quale ha trovato l’appartamento di Ingroia a soqquadro. L’ex magistrato, oggi avvocato, si trovava in Sicilia quando si è consumata la rapina. Secondo quanto si apprende, si tratterebbe di ladri professionisti, dato che di loro non c’è nessuna traccia, solo un’impronta guantata a testimonianza, appunto, che chi è entrato nell’abitazione non fosse uno sprovveduto qualunque.
Ingroia, sulla sua pagina Facebook, ha commentato così la vicenda:
Che significa questo fatto? Tante cose:
1) che qualcuno segue i miei movimenti;
2) che qualcuno segue quello che OGGI faccio (non quello che IERI facevo);
3) che qualcuno ha paura di me e che vuole mettere paura a me;
4) che qualcuno cercava qualcosa nelle mie carte e nei miei supporti informatici;
5) che non è detto ci sia riuscito: né che abbia trovato quello che ha cercato, tanto meno che sia riuscito a mettermi paura perché io non mi fermo.
Perciò, ci riproveranno… non tocca a me provvedere. C’è uno Stato che protegge Verità e Giustizia, e chi la cerca con tenacia e ostinazione in tutti i ruoli rivestiti? Questa è la domanda… Come si dice, “ai posteri l’ardua sentenza”….
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