Domenica 21 maggio, alle ore 9, partirà dallo Stadio Vito Schifani la Corsa per la Memoria, una maratona competitiva di 10 chilometri;
Martedì 23 maggio alle ore 9 avrà luogo, nell’aula Bunker, un convegno con la presenza prevista, tra gli altri, del presidente della Repubblica, del presidente del Senato, dei ministri dell’Istruzione e dell’Interno. Contemporaneamente, saranno allestiti i Villaggi della Legalità all’esterno dell’Aula Bunker e a piazza Magione.
Nel pomeriggio, partiranno due cortei che si congiungeranno presso l’Albero Falcone. Il primo corteo partirà alle 15.45 da via D’Amelio e seguirà il seguente percorso: via D’Amelio, via Autonomia Siciliana, via G.Alessi, via Marchese di Villabianca, via Rutelli, via De Amicis, via Ugdulena, via Libertà, via Francesco Paolo Di Blasi, via Vittorio Alfieri, via Luigi Pirandello, via Pipitone Federico, via Leopardi, via Notarbartolo e arrivo presso l’Albero Falcone.
Il secondo corteo partirà alle 16.30 dall’Aula Bunker del Carcere Ucciardone e seguirà il percorso: Aula Bunker, via Remo Sandron, via Duca della Verdura, via Notarbartolo, Albero Falcone. Alle 17.58, ora della strage, verrà osservato un minuto di silenzio.
Alle ore 19 nella Chiesa di San Domenico, verrà celebrata una messa in memoria delle vittime.
Dal 21 al 23 maggio, avrà luogo la manifestazione Ricordando Giovanni Falcone 25 anni dopo
Infine, è stata disposta l’agevolazione del biglietto unico giornaliero per i giorni 21 e 23 maggio, che permetterà agli utenti di usufruire dei servizi pubblici (bus, tram e metro) per le intere giornate con la singola obliterazione di un biglietto del costo di 1,40.
La Rai ha programmato una intera serata, nel corso della quale è atteso un messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la presenza del Presidente del Senato Piero Grasso. Fra gli altri saranno presenti oltre a Pif e a Roberto Saviano, Don Luigi Ciotti, Carmen Consoli, Pierfrancesco Favino, Beppe Fiorello, Fiorella Mannoia, Ottavia Piccolo, Nicola Piovani, Michele Placido, Vittoria Puccini, Isabella Ragonese, Giuliano Sangiorgi, gli Avion Travel, Luca Zingaretti.
“Dopo 25 anni – si legge in una nota – tutti insieme ci ritroveremo per rivivere uno dei momenti più drammatici della nostra democrazia e per riscoprire l’alto senso dello Stato, il coraggio e l’incredibile integrità morale e intellettuale di due fra i principali protagonisti della lotta contro la mafia. Racconteremo la loro forza d’animo, la loro abnegazione e anche la disperata solitudine nella quale si sono trovati. Ci affideremo alla memoria dei luoghi di “FALCONEeBORSELLINO” che, con numerosi collegamenti in diretta, rivedremo e racconteremo”.
Tutto questo per ricordare il punto più alto raggiunto dalla mafia nella sua folle intenzione di sostituirsi allo stato e imporre le sue leggi eliminando fisicamente tutti quelli che potevano costituire possibili ostacoli, a partire dal prefetto Dalla Chiesa, massima rappresentanza dello Stato in Sicilia, alla massima rappresentanza della Regione, Piersanti Mattarella, al massimo esponente del partito di opposizione “costruttiva” Pio La Torre, al capo della squadra mobile Boris Giuliano, al capo dell’ufficio istruzione della Procura di Palermo Rocco Chinnici, e ad un’altra infinita serie di servitori dello stato, come Ninni Cassarà, il capitano D’Aleo, il carabiniere Agostino, i militari delle scorte, ma l’elenco è troppo lungo per sottrarsi all’accusa di dimenticarne qualcuno.
In questi 25 anni Falcone è diventato, giorno dopo giorno, il simbolo del corretto e responsabile “servitore dello stato”, che non esita a mettere in gioco la sua vita nel nome e nel rispetto di quella legalità di cui lui stesso è espressione.
Ma intorno a Falcone si aggirano falchi e corvi, anche loro espressione dello stesso stato cui Falcone ha dedicato la vita, i quali tentano di ostacolarne l’operato, di fermarne la carriera, di distruggere il suo metodo di lavoro, di isolarlo per metterne in discussione la legalità.
Vi ricordate la stagione dei veleni? Il corvo che, dall’interno del palazzo di giustizia scriveva che a mettere la bomba alla villetta dell’Addaura, dove il magistrato stava incontrando il procuratore svizzero Carla Ponti, era stato lui stesso, che era stato lui a liberare il pentito Totuccio Contorno per eliminare la cosca dei corleonesi? Vi ricordate la votazione a Procuratore Capo di Palermo, quando Falcone venne trombato e al suo posto venne eletto Antonino Meli, che in pochi mesi riuscì a mandare per aria il metodo d’indagine unitaria di Falcone e Borsellino, parcellizzando i processi di mafia?
Tutto questo porta oggi la signora Maria Falcone a sostenere che “I nemici principali di Giovanni furono proprio i suoi amici magistrati. Molti sono stati leali, come Chinnici, Caponnetto, Grasso Ayala, Guarnotta”, su altri Maria Falcone non si pronuncia, ma è legittimo chiedersi quanto resta oggi dell’eredità di Falcone e Borsellino alla Procura di Palermo e qual è l’uso che viene fatto della giustizia, in particolare se si procede contro singoli individui già selezionati a tavolino da promuovere come criminali, per esercitare nei loro confronti vendette e risentimenti, per dar luogo a smanie di esibizione mediatica, o se si agisce, come sarebbe auspicabile, sempre “in nome e per il bene dello stato”.
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