Viene definito “Recovery Sud” il gruppo di sindaci delle città del Meridione d’Italia, che ha costituito una Rete, al fine di richiedere i fondi del Recovery Fund, destinati al Mezzogiorno. “Non possiamo rimanere esclusi” qualche sindaco giustamente afferma, in modo altisonante, battendo i pugni sul tavolo del Governo affinché si muova, immediatamente, per l’elargizione economica prevista, necessaria per la rinascita del Sud Italia. In merito al Recovery Fund, difatti, si sono mosse le Istituzioni locali del Sud Italia, rappresentate, allo stato attuale, da quasi 500 sindaci. Da sempre sosteniamo che i vari Governi, che si sono succeduti dall’Unità d’Italia, hanno lasciato ai margini il Sud per far crescere economicamente e socialmente solo il Nord e che la tanto nominata risoluzione della questione meridionale è sempre rimasta nel cassetto, un sogno mai realizzato. Il Sud è povero ed ora lo è di più, quasi da poter essere definito “Il terzo mondo”.
Il Recovery Fund potrebbe essere la soluzione per allineare il Sud Italia al Nord Italia. Ed ecco nascere la Rete Recovery Sud, un’ importante iniziativa che intendiamo sostenere, perché, senza dubbio, è animata dalla volontà di un cambiamento della condizione socio- economica del Sud Italia. Che i Sindaci delle città del Sud, uniti e coesi, chiedano all’Italia e all’Europa che il Sud non rimanga indietro per quanto attiene il progetto Recovery Fund rappresenta l’inizio di una svolta di notevole entità. Non vi è dubbio!
I sindaci del Sud alzano la testa, finalmente. Ma non bisogna sottovalutare i soliti pericoli, sempre in agguato. Difatti, noi sottolineiamo, con vigore, che è doveroso ascoltare i sindaci del Sud, ma che occorra anche vigilare attentamente in quanto le mafie, in certi casi, potrebbero essere dietro le quinte ed impossessarsi del tesoro, donato al Sud Italia dall’Europa, al fine della sua rinascita.
Si è già verificato, in molte occasioni, non è una novità, che personaggi non trasparenti siano diventati coloro che hanno guidato progetti di indiscusso valore economico. È ben noto a tutti. Noi chiediamo, pertanto, che anche il popolo debba essere ascoltato e non solo le Istituzioni.
A quanto pare, invece, sarà solo la politica, quella locale, ad interfacciarsi con il Governo e non i cittadini. Nella sostanza sarebbe giusto, ma occorre essere consapevoli che, da parte di alcuni organismi politici del Sud Italia, possa verificarsi un operato non conforme all’etica. Ed è certo che tale circostanza sia fonte di grande preoccupazione per coloro che amano veramente il Sud Italia.
È ben noto a tutti che le mafie, nel Sud Italia, hanno il controllo del territorio, anche e soprattutto attraverso la politica e, grazie alla politica, quasi sempre, riescono ad ottenere favori, appalti e, quindi, soldi.
Temiamo, pertanto, non certamente per un pregiudizio senza alcun fondamento, che le mafie possano approfittare di questa occasione davvero ghiotta, che mai più si verificherà, per fare bottino per le proprie esclusive tasche.
Il Governo ha il compito morale di creare, immediatamente, un organismo di controllo, super partes, che vigili in merito all’erogazione e all’utilizzo dei fondi, al fine di impedire che essi finiscano nelle mani delle mafie.
Se non vi sarà il dovuto controllo, la questione meridionale rimarrà irrisolta ed il Sud rimarrà, ancora una volta, senza alcuna possibilità di inserirsi nella vita economica italiana, rimanendo ai margini. I cittadini del Sud devono creare anch’essi gruppi di controllo che segnalino eventuali irregolarità circa l’operato di alcuni sindaci. C’è da chiedersi, inoltre, se davvero spetti ai sindaci di porre in essere le azioni previste per la concretizzazione del Recovery Fund. A nostro parere ciò corrisponderebbe a sminuire il valore del progetto Recovery Fund, attribuendone la realizzazione a persone che, spesso, non hanno dimostrato di possedere la necessaria competenza per amministrare in modo realizzativo i compiti loro assegnati.
Il popolo del Mezzogiorno ora ha il compito di vigilare e rivendicare i propri diritti perché non prevalga, ancora una volta, il marciume che ha distrutto le nostre terre. Il Sud Italia non può rimanere nelle mani delle mafie e dei politici ad esse collegati, incapaci di realizzare progetti sociali a favore della cittadinanza, ma capaci di realizzare solo il proprio tornaconto personale, come lunghi anni di storia politica testimoniano.
Dobbiamo e vogliamo risvegliare la coscienza popolare, affinchè i territori meridionali siano destinatari del benessere che l’Europa vuole che essi realizzino, anche in vista del benessere delle nuove generazioni. Vogliamo un Sud integrato economicamente e socialmente nel resto della nazione italiana, democratico, onesto e che possa guardare al futuro in modo costruttivo e creativo.
Gli aiuti affinché ciò si verifichi provengono dall’Europa. Per tale motivazione la politica che ama la nazione italiana ed è guidata da principi etici deve esigere, mediante opportuni provvedimenti, che tali aiuti vadano a buon fine, dimodochè il Sud Italia realizzi finalmente la sua emancipazione economica, sociale e culturale, rimasta scritta finora solo nei libri di storia e mai concretizzata. Non si può negare, assolutamente, come è avvenuto nel corso degli anni passati, che anche il Sud Italia fa parte dell’Europa, in quanto indiscutibilmente fa parte dell’Italia e che non appartiene assolutamente alle varie mafie. Nutriamo seri dubbi circa il fatto che le mafie, anche questa volta, vogliono, in modo davvero astuto, come solo esse sanno fare, impossessarsi dei soldi destinati alla rinascita del Sud Italia, utilizzando la politica corrotta ed accondiscendente alle loro iniquità.
Noi, rivolgendoci al popolo del Meridione, diciamo a gran voce: “Popolo del Sud fatti sentire, sii artefice del tuo futuro. Non farti dominare, ancora, da questo male, ma estirpalo, se vuoi riscattarti dallo stato di indigenza in cui vivi e far parte dei cittadini italiani”.
Il Recovery Fund è un’importante occasione per tutti noi meridionali e, per tale motivazione, dobbiamo pretendere, dispiegando tutte le nostre migliori energie morali, intellettuali e culturali, di essere ascoltati dallo Stato Italiano, rappresentato dall’Illustre Mario Draghi, il quale rispetta ed ama l’Europa e vuole, pertanto, offrire ad essa nuove ed importanti energie economiche e sociali, foriere di civiltà e di cultura umana.
Al Capo del Governo, pertanto, ci rivolgiamo affinché il Recovery Sud non diventi il Recovery mafie.
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