Oggi 21 marzo. “Il primo giorno di primavera”, cantavano i Dik Dik in altri tempi. È l’equinozio di primavera, cioè aequa nox, la notte è uguale al giorno. Da oggi le giornate cominciano ad allungarsi. Difficilmente abbiamo vissuto una primavera così balorda, costretti agli arresti domiciliari, secondo una discutibile teoria che ci ordina di stare in casa, perché il virus si trasmetterebbe attraverso l’aria aperta e non solo attraverso il contatto con chi già ce l’ha. Non lo dico io, ma l’ho sentito dire da eminenti studiosi, la mascherina non serve quando ci si trova fuori all’aria aperta, ma quando si sta vicini ad altri e non a debita distanza. Eppure è proibito uscire per prendere aria fresca o per vedere la bellezza della fioritura primaverile. Il sistema italiano di gettare l’acqua sporca con tutto il bambino e di guardare come un nemico, come un untore, come un irresponsabile chi va a passeggiare. E comunque, per dirla con Fabrizio De Andrè, “Primavera non bussa, lei entra sicura, come il grano lei penetra in ogni fessura” e nessuno può fermarla. È più forte del virus.
Ma oggi è anche la giornata della memoria e dell’impegno per ricordare le vittime della mafia. Libera ha cominciato a organizzare questa giornata sin dal 1996, ogni anno in diverse città d’Italia, con la lunga lettura dei 1023 nomi di persone innocenti uccise dalla mafia. Naturalmente l’elenco dovrebbe essere molto più lungo, poiché di molte persone non si è mai saputo più niente, perché non vi sono compresi i mafiosi uccisi dagli stessi mafiosi e perché le mafie di tutto il mondo hanno ucciso migliaia di persone che hanno in qualche modo ostacolato i loro traffici.
Quest’anno la manifestazione doveva tenersi a Palermo, ma tutto è stato annullato a causa del coronavirus. Tuttavia l’associazione Libera ha invitato tutti a far sentire la propria voce attraverso il web e i social, a scegliere dall’elenco presente sul sito vivi.libera.it il nome di una vittima innocente delle mafie, farsi una foto e postarlo sui social, accompagnando la foto con un fiore. “Il 21 marzo – commenta don Luigi Ciotti, presidente di Libera – è una data segnata nelle coscienze prima che nei calendari. Sia anche quest’anno – nonostante tutto e per tutti noi – occasione di riflessione, di responsabilità e di impegno”
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