E così nel pieno della falsa emergenza idrica nella quale viviamo sin dall’inizio del nuovo anno, abbiamo finalmente un primo certificato ufficiale che proviene dall’ATO Palermo, azienda in liquidazione, ma che ancora lavora. In data odierna sono arrivate le analisi del prelievo effettuato giorno 8.1 all’uscita del serbatoio di Colle Cesarò, dove è detto chiaramente che non sono stati rilevati parametri microbiologici anormali, cioè che “risultano ripristinati i valori di conformità”. Ci sono voluti cinque giorni per sapere qualcosa che qualsiasi laboratorio privato avrebbe fatto a vista. E c’è di più: non sono ancora arrivate le analisi commissionate alla locale ASP: si vede che a Palermo lavorano più velocemente che a Partinico, dove non si affaticano e vogliono valutare attentamente, con prove e controprove, che tutto sia a posto, sempre che si trovi qualcuno disposto a certificarlo, cosa che non è facile, davanti all’angosciosa domanda: “E sta risponsabbilità cu s’a pigghia?. Le nuove analisi conseguenti all’intrusione di ignoti nei serbatoi, saranno comunicate nei prossimi giorni, sempre con calma e senza fretta. Abbiamo così un primo attestato che ci certifica che nell’acqua c’è una buona quantità di cloro, ma che non ci sono coliformi totali, non c’è escherichia (ma cos’è?) e non ci sono enterococchi. Insomma non c’è il coccobello, non c’è il coccolino e non ci sono neanche tracce di stronzio. C’è solo uno strano batterio di nome Bruno, il batterio che non fa male a nessuno.
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