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Partinico, tafferugli in una struttura per migranti minorenni

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L’accoglienza è un problema sempre più grave

Ormai non sappiamo più quanti siano i migranti ospitati nelle strutture e nelle case messe a disposizione nel territorio. Qualche mese fa ne avevamo individuati oltre duecento tra Partinico e Borgetto, ma pare che negli ultimi tempi il numero sia più che raddoppiato. La storia è sempre quella: ci sono associazioni e privati che mettono a disposizione case dove sistemano e ammucchiano questi senza niente,  mandati dalla Prefettura, e, tanto per rifarci a quanto diceva al suo complice il boss di Roma Capitale Carminati, l’affare è più redditizio e più conveniente del traffico di droga: circa 40 euro per ogni migrante, dati al proprietario della struttura, che dovrebbe occuparsi dell’assistenza e del cibo e in più due euro e ottanta centesimi dati dalla Prefettura ad ogni profugo così, tanto per comprarsi le sigarette. Li vediamo quotidianamente passeggiare e vagare per le strade, particolarmente a partire dal pomeriggio, con il cellulare in mano e la cuffietta per sentire la musica: non esistono né rapporti della gente con loro, né possibilità d’integrazione, cosa che invece viene fatta in molte strutture del Nord Italia.

Spesso scoppiano rivolte e agitazioni motivate dal mancato arrivo dei soldi della prefettura, dal mancato ottenimento del permesso di soggiorno o dalla qualità del cibo. Per la verità è giusto dire che molti sono abituati a cibarsi di ingredienti diversi dai nostri, ma molti, che hanno patito la fame, e che perciò dovrebbero mangiar di tutto, si lamentano lo stesso. Oggi, malgrado il forte vento di scirocco, ne sono sbarcati altri tremila ed ormai è un esodo senza fine, agevolato dall’idea di potere arrivare in qualsiasi modo in Italia, dove si dorme e si mangia gratis. Di cercare soluzioni al problema, con interventi degli altri stati europei, non se ne discute: nessuno li vuole e ci pagano per tenerceli. Di tentare di limitare il flusso con interventi bilaterali con la Libia, da dove provengono la maggior parte dei barconi, non se ne discute nemmeno: i trafficanti di esseri umani chiedono 2000 o 2500 euro a chi vuole imbarcarsi, comprano per due soldi carrette e gommoni, le dotano di un motore con una quantità limitata di carburante, dotano questi poveracci, ammassati come sardine di un telefono satellitare per chiedere aiuto quando si trovano in alto mare, e tutto si chiude con questa ondata, oggi arrivata a duecentomila persone, parcheggiate in attesa di un futuro senza prospettive.

Attenzione: per i minori la cifra si raddoppia: ogni minore costa allo stato circa 80 euro, che vanno a finire nella tasca di chi li ospita. E proprio un gruppo di minori, ospitati in una bella struttura sulla strada provinciale tra Partinico e Montelepre, ieri ha inscenato una manifestazione di protesta, soprattutto per la qualità del cibo: era l’ultimo giorno del Ramadan e i ragazzi speravano, per cena, di abbuffarsi dopo quaranta giorni di digiuno: attenti solo giorni, non notti. Invece non sappiamo quale schifezze siano state loro propinate. La violenza della protesta ha richiamato sul posto le forze dell’ordine delle varie caserme della zona, ci sono stati tafferugli e scontri e alla fine la protesta è stata calmata con il risultato del vetro di una macchina dei carabinieri rotto e con un denunciato. Tutto qui. Se ne riparlerà tra qualche giorno o magari in qualche altro posto.

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Salvo Vitale

Salvo Vitale è stato un compagno di lotte di Peppino Impastato, con il quale ha condiviso un percorso politico e di impegno sociale che ha portato entrambi ad opporsi a Cosa Nostra, nella Cinisi governata da Tano Badalamenti, il boss legato alla Cupola guidata negli anni Settanta da Stefano Bontate.

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