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Partinico, marcia per la dignità: quale?

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C’erano un centinaio di persone, duecento secondo le stime degli organizzatori, a partecipare alla fiaccolata della dignità, sottoscritta da una serie di associazioni ma in realtà promossa da Padre Salvia e dalla sua parrocchia, su stimolo del Movimento Partinico Città d’Europa, che da qualche tempo si è candidato a futura guida della città.

E se togliamo buona parte dei docenti e degli alunni del Liceo, presenti con lo striscione, alcuni politici di professione, alcuni rappresentanti istituzionali, un gruppetto di manifestanti dei paesi vicini, alcuni rappresentanti “storici” di quel che resta della sinistra partinicese e un piccolo gruppo di parrocchiani, Partinico non c’era. La manifestazione era nata su ben altre premesse: ci si riproponeva di fare scendere in piazza tutta Partinico, esasperata e mortificata dal proliferare di sacchetti di rifiuti in ogni angolo di strada e dalla cattiva gestione di tutto il settore igienico. C’era anche chi vi aveva intravisto il trampolino di lancio per qualche progetto elettorale. Invece il paese è rimasto a casa. Motivi? Si può solo ipotizzare che c’è gente cui non importa niente, tanto un angolo in cui liberarsi dei propri rifiuti puzzolenti lo trova sempre, c’è gente che ormai ha perso le speranze di vedere un paese, non arredato, ma quantomeno pulito, e sono quelli che non andranno neanche a votare, e c’è gente per la quale tutto questo è normale o poco lontano dalla normalità, a tanto ci ha ormai abituato il malgoverno, che non è nato solo oggi, ma che ci portiamo appresso da secoli, con le sue sacche di clientelismo, di acquiescenza, di violenza, di diseducazione, di mancanza di senso civico.

Attenzione, non facciamo il solito errore di dire che se c’è gente così, tutto il paese è così: la parte non è il tutto. C’è gente che non è venuta perché non era informata, altra che aveva altre cose più importanti da fare, altra che è abituata alle processioni religiose e non è riuscita a spiegarsi come mai un prete organizzasse una processione laica, senza croce, come si occupasse d’altro, quasi che la religione fosse un mondo staccato dalla politica. In questo caso non si trattava neanche di politica, ma di etica, perché la dignità, la richiesta e il diritto di  vivere in un ambiente “dignitoso” appartengono a quei bisogni elementari  che caratterizzano sia lo stare insieme, cioè la vita della polis, la politica, che lo stare bene, cioè la gestione dei comportamenti e dei valori, ovvero l’etica. Accanto all’anomalia di un prete che promuove una manifestazione di protesta c’è quella dei consiglieri comunali d’opposizione presenti, che hanno occupato il giorno prima l’aula consiliare, cioè la loro aula, e persino, se le informazioni che ci sono state date sono giuste, quella del Commissario, che dovrebbe essere uno dei responsabili dell’attuale situazione di degrado e che invece si associa ai manifestanti, pago di avere trovato, raschiando nel fondo del barile, 120 mila euro con i quali ha affidato, causa emergenza, per dieci giorni, a una ditta di Mazara del vallo l’incarico della raccolta e del trasporto dei rifiuti. Dopo si ricomincerà come prima. E quindi una manifestazione contro chi? L’obiettivo nascosto, ma non troppo, è sembrato il dimissionario sindaco Lo Biundo, candidato alle regionali, che ha governato per un decennio passando disinvoltamente dall’UDC al PD. E questo potrebbe anche essere uno dei motivi del mezzo flop della manifestazione, ovvero il sospetto di essere strumentalizzati politicamente. Fin qui la protesta.

L’anomalia Partinico

Si potrebbe parlare di una anomalia Partinico: in questo paese non è attecchito il Movimento cinque stelle, che altrove ha fatto il pieno di voti. La spiegazione potrebbe essere o nella paura del nuovo, e quindi nel conservatorismo che caratterizza la maggioranza elettorale, o nel controllato ed esasperato clientelismo, che non consente il voto libero. Ci sono transumanze spaventose da destra a sinistra e viceversa, o addirittura “inciuci” incredibili tra cattolici, neofascisti e resti della sinistra, c’è un PD con due anime che si contrappongono come si trattasse di nemici politici, una che voterà per Lo Biundo, l’altra che rifiuta il candidato locale e preferisce Lupo,  c’è una destra rappresentata da lontani resti di Forza Italia che non ha esitato ad associarsi con il PD nel governo della città, ci sono poi altri resti di UDC, alfaniani e affini che si spostano a seconda dei momenti e ci sono neofascisti, alcuni nascosti, altri dichiarati, schierati con  i Fratelli d’Italia e, quindi con la Lega di quel Salvini, che quando vede meridionali si tura il naso. Proprio in questa lista, per le prossime regionali ci sono quattro candidati locali, l’immarcescibile Enzo Briganò, che ci riprova, l’insignificante dott. Genova, anche lui della serie “a volte ritornano”, un certo Toti Longo e una certa Caterina Caravella. Tutto si potrebbe pensare e non un simile schieramento in favore della Lega, ma succede anche questo, fa parte dell’anomalia. È probabile che dietro tutto questo ci sia l’invasione di ragazzi di colore che in questi ultimi tempi si aggirano per il paese senza sapere cosa fare, ospiti di strutture che danno loro vitto e alloggio, assieme all’elemosina giornaliera di 2 euro e 80 passati dalla prefettura. Tra Partinico, Montelepre e Borgetto  ce ne sono circa 1400. Ma questa è un’altra storia.

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Redazione

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