La legge prevede che, in questi casi, la Regione provveda entro trenta giorni alla nomina di un Commissario, che dovrebbe traghettare il comune sino alle prossime elezioni, cioè al giugno prossimo, data in cui si andrebbe quindi a votare sia per il sindaco, sia per il rinnovo del Consiglio Comunale, rimasto come si sa, al suo posto. Nell’attesa tutto ricade sulle spalle del vice sindaco, cioè di Gioacchino Albiolo, che si trova alle prese con problemi di massima urgenza, come quelli relativi alla raccolta dei rifiuti. Si potrebbe pensare che, data la precarietà delle circostanze, il Consiglio Comunale si riunisca per dare al vicesindaco una mano, cioè un segno di presenza e di sostegno nella gestione della cosa pubblica. E invece il silenzio è assordante. Consiglieri che ogni giorno rilasciavano dichiarazioni a destra e a manca sembrano avere perso la voce e la presenza.
In questo senso la tendenza a creare fazioni, piccole botteghe, parrocchiette legate a qualche associazione, confederazione, società semisegrete composte da persone perbene, segmenti impazziti di strutture o partiti in crisi, sprazzi di ambientalismo su temi trascurabili, pettegolezzi, distorsione dei fatti, oggi sembrano avere perso voce e identità. Tutti muti nell’attesa escatologica del messia, ovvero del Commissario che dovrebbe portare la bacchetta magica e risolvere i problemi o, comunque, essere poi accusato di non averli saputo risolvere.
Così va il mondo, anzi, così va a Partinico.
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