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Partinico: fervono i preparativi in vista delle elezioni. Alcuni possibili candidati

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Ci vorrebbe uno con la bacchetta magica

Nel sottobosco della politica locale fervono una serie di manovre più o meno nascoste, con l’obiettivo, per la prossima primavera di individuare il nome che ricoprirà la carica di primo cittadino della Libera Repubblica di Partinico e che dovrebbe rimettere in sesto le disastrate casse comunali, riorganizzare la macchina amministrativa che, con i suoi circa 500 dipendenti è l’azienda più numerosa del paese, risolvere l’eterno problema della delocalizzazione della distilleria, riscrivere il piano regolatore, riaggiustare la viabilità dissestata, rendere più gradevole l’immagine del paese, ripulendolo e arredandolo, come si fa in molti paesi siciliani.

E qui è il primo problema, grande quanto una montagna: come affrontare seriamente il piano di raccolta e di smaltimento dei rifiuti solido-urbani. C’è poi il problema dell’assistenza agli anziani, ai minori, ai disabili, ai migranti, l’altro problema delle attrezzature sportive, l’altro della gestione delle scuole elementari e medie, l’altro ancora di feste, festini e schiticchi vari, per non parlare dell’ultimo dei problemi, che dovrebbe essere uno dei primi, ovvero quello delle iniziative culturali per restituire al paese l’immagine di civiltà e di dignità offerta in passato da rilevanti personalità e da intellettuali come lo storico Pino Casarrubbea, il bibliofilo Pasquale Marchese, il poeta Giuseppe Longo, il musicista Totò Riina, il sociologo Danilo Dolci, l’ambientalista Gino Scasso, del quale l’anniversario della scomparsa, avvenuto in questi giorni (il 24 novembre) non è stato ricordato da nessuno.

Ci fermiamo perché i problemi sono tantissimi, ci viene in mente anche un rilancio delle attività produttive, dell’artigianato locale, della produzione agricola e quindi del mercato ortofrutticolo, ormai ridotto a un penoso negozio nelle mani di pochissimi imprenditori che si occupano della compravendita di frutta e ortaggi, dovendo subire la spietata concorrenza dei prodotti che vengono da ogni parte d’Italia e dall’estero. Insomma ci vorrebbe uno con la bacchetta magica. E sappiamo che questa bacchetta, prima delle elezioni l’hanno in mano tutti i candidati, che le loro promesse sono mirabolanti tanto quanto quelle di Berlusconi e Renzi, ma che poi, una volta chiuso lo spoglio finiscono anch’esse tra la carta straccia.

I nomi? Se ne sussurrano tanti: di sicuro c’è solo il prof. Nicolosi, che conta sulla sua associazione Partinico città d’Europa: al momento è giusto dirlo, Partinico è peggio di alcune città dell’Africa e il salto non sarà facile. Qualcuno ha accusato Nicolosi di avere avuto troppa fretta, di essersi autocandidato prima che qualcuno lo scavalcasse e di avere già causato alcune fuoriuscite dal suo gruppo, che comunque esprime una variegata rappresentanza degli intellettuali locali.

I pettegolezzi  aumma aumma ci parlano di una serie di frammentazioni all’interno del fu, morto e risorto gruppo di Forza Italia, il cui responsabile è Vito D’Amico, ma che si trova a fare i conti con altri fantasmi del passato, come Rizzo Puleo, come l’ex sindaco Giordano e come Filippo Aiello, che al momento sembra il più accreditato. Dai penta stellati non è uscito fuori alcun nome, ma così, a lume di naso, si potrebbe pensare a una ricandidatura del passato candidato Mollame o a quella del giovane Parente, forte del successo avuto per le regionali. Nel centrosinistra è ormai cronica la spaccatura tra l’area di Lo Biundo e quella di Renzo Di Trapani-Chimenti, con l’appendice di una sinistra, diciamo radicale, composta dai reduci  di Rifondazione e da quelli che  hanno applaudito la recente presenza di D’Alema a Partinico, ma che ancora non sono stati capaci di organizzare un proprio gruppo. L’area degli amici di Lo Biundo sembrava in prima ipotesi di riconoscersi nell’ex vice-sindaco Albiolo, il quale sembra avere preso le distanze, dopo il poco soddisfacente risultato elettorale dell’ex sindaco, il quale avrebbe indirizzato la sua attenzione sul dirigente comunale Paolo Barranca: è un nome appena sussurrato, non sappiamo se egli lo sappia e se sia disposto a barattare la sua comoda poltrona di dirigente con quella di sindaco.

Albiolo probabilmente correrebbe da solo o a capo di una lista civica che raccolga alcune personalità del paese che sappiano portare voti e idee e che non abbiano specifici colori politici. In un’area trans-ideologica sembra collocarsi anche Maria Grazia Motisi, con la sua lista Le Torri, d’impostazione fortemente cattolica; si tratta di una donna impegnata e preparata e fuori dalle logiche clientelari che caratterizzano buona parte degli altri candidati. Ultima icona, ce l’eravamo scordati, è quella dell’estrema destra, cioè dei camerati di Fratelli d’Italia, il cui candidato ufficiale e naturale non può essere che lui, l’eterno, inossidabile, incrollabile, inscalfibile dottor Briganò che, se mettesse da parte la scelta di definirsi “amico di Salvini” oltre che essere “Fratello d’Italia” e se scegliesse di essere solo “cittadino di Partinico”, potrebbe quantomeno salvare la faccia e chissà, forse entrare in Consiglio comunale. Con la speranza che non si presenti con una statua della madonna, come ha fatto il suo collega e rappresentante siciliano della Lega Pagano, portando, come se ce ne fosse bisogno, una madonna alla scuola elementare Ragusa Moleti, quella dove il preside aveva fatto levare dalle pareti madonne, madonnine, santini, crocifissi e rosari.

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Danilo Daquino

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