Palermo, violenta rapina ad un Fast Food del centro comerciale Conca D’oro
La polizia di stato ha finalmente identificato e arrestato i responsabili di una rapina compiuta ai danni di un corriere di una nota catena di fast food, nel settembre del 2013.
Quattro i Palermitani coinvolti, Diego Calandra, Giuseppe Vitale, Giuseppe D’Alessandro e Gaspare Lo Giudice.
I Fatti
A subire la rapina nel settembre del 2013, è stato un portavalori che abitualmente aveva il compito di ritirare gli incassi dei vari punti vendita dislocati nei vari centri commerciali del capoluogo. Percorsi sempre identici ed una certa ritualità hanno reso facile il compito ai rapinatori che sapevano dove, come e quando colpire. Dopo aver ritirato l’incasso del ristorante del Poseidon di Carini il corriere si è diretto al centro commerciale la Conca D’oro. Atteso da due membri del commando è stato accerchiato e malmenato e i banditi gli hanno sottratto un bottino di circa 18.000€.
Le piste investigative hanno portato gli inquirenti del Commissariato “San Lorenzo” sulle tracce dei malviventi che sono stati traditi dalle immagini delle videocamere di sorveglianza specialmente quelle che non hanno inquadrato nulla, lasciando intendere così che i due rapinatori avessero almeno un complice, un basista che fosse a conoscenza della planimetria e dell’impianto di videosorveglianza del centro commerciale.
Gli Agenti hanno notato come nelle fasi immediatamente antecedenti la rapina si fossero incrociati all’interno del centro commerciale quattro individui, noti alle Forze dell’Ordine per i loro precedenti di polizia e per le reciproche conoscenze. A tradire quindi i quattro sarebbero stati i cenni d’intesa che si sono scambiati per dare avvio al colpo.
La rapina
Ad aggredire il portavalori sono stati D’Alessandro e Vitale ed a svolgere funzioni di “palo”, all’interno del “Conca d’oro”, Calandra e Lo Giudice.
Il passato di Lo Giudice come dipendente della ditta di pulizie del centro commerciale ha completato il quadro investigativo.
I quattro malviventi si trovano reclusi presso una locale casa circondariale, D’Alessandro e Lo Giudice, all’atto della notifica del provvedimento restrittivo si trovavano già ristretti in carcere per altra causa.
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