Le indagini hanno interessato la famiglia di Santa Maria di Gesù, inserita nell’omonimo mandamento, di cui è stato accertato il processo di riorganizzazione interna e la capacità militare culminata nel recentissimo omicidio di Salvatore Sciacchitano e nel ferimento di Antonino Arizzi.
Le attività hanno consentito di avere cognizione dell’attuale gruppo di vertice, legittimato attraverso il ricorso ad elezioni con la partecipazione degli altri uomini d’onore, secondo una prassi in precedenza disvelata solo dai primi collaboratori di giustizia negli anni ’80. In tale quadro è stato inoltre accertato il coinvolgimento dell’articolazione mafiosa e di alcuni dei fermati nell’agguato mortale a Salvatore Sciacchitano, ucciso il 3 ottobre scorso a Palermo, in quanto reo di aver partecipato, solo poche ore prima, al ferimento di Luigi Cona, soggetto legato al medesimo sodalizio pur non essendone organico.
I fermati sono il boss Giuseppe Greco, 53 anni, Domenico Ilardi, 19 anni, Gabriele Pedalino, 19 anni, Lorenzo Scarantino, 21 banni, Francesco Urso, 32 anni, Giuseppe Natale Gambino, 57 anni.
Sull’operazione interviene il procuratore di Palermo Francesco Lo Voi: ”Le intercettazioni effettuate nel corso di questa indagine danno un contributo eccezionale alla ricostruzione dell’organizzazione di Cosa nostra. Nei discorsi viene fuori l’obbligo di obbedienza al capo che viene definito ‘principale’. Cosa nostra mutua – aggiunge – regole per elezioni dei capi dei clan dal sistema politico”