Palermo, migranti e scafisti: una storia senza fine

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Ve ne abbiamo dato contezza lo scorso 19 agosto di un barcone con a bordo 359 migranti, andato alla deriva e poi recuperato dalla Capitaneria di Porto “Ubaldo Diciotti”.

Dalle testimonianze di quei migranti tratti in salvo, era emerso che le condizioni di pericolo durante la navigazione, erano così gravi da compromettere addirittura la loro stessa salute. In quell’occasione erano state denunciate anche le responsabilità degli scafisti e la loro crudeltà ed abiezione nel trasporto illegale di uomini, per esempio avevano chiuso – come emerge dal verbale degli inquirenti – decine di donne e bambini a chiave sotto coperta e venivano fatti uscire all’aria aperta solo ed esclusivamente dopo il pagamento di ulteriori costi, a mo’ di pizzo insomma. Altri addirittura sarebbero stati percossi durante il tragitto.

Si è così appreso che i migranti, tra i quali 56 minori e 60 donne, sono, stavolta, partiti dall’Egitto e non dalla Libia, a fronte del pagamento di 2000 dollari ciascuno e sono stati poi ammassati in numero di 440 unità su una imbarcazione che ne avrebbe potuto ospitare, al massimo, una trentina.

Ora i sei scafisti, Taysir Mustopha, 38 anni, Ahmed Solah, 29 anni, Alli Mohammud, 22 anni, Abdella Mohammed, 21 anni, Taysir Mohammed, 42 anni e Mohamed Shafi Ala, 28 anni, tutti di origine egiziana, sono stati tratti in arresto da parte della Polizia di Stato, con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

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